MONTALE. Riceviamo, e pubblichiamo senza commento, l’intervento del Comitato per la chiusura dell’inceneritore di Montale sulla tragedia che ha colpito la famiglia Bennardo.
La disgrazia al CIS
non è stata una fatalità
Il Comitato per la Chiusura dell’Inceneritore di Montale, partecipa il suo cordoglio alla famiglia Bennardo ma non può mancare di denunciare come la tragedia sia solo l’ennesimo episodio della cattiva gestione dell’impianto che, fosse stato chiuso con l’auspicato sequestro giudiziale – come è stato per l’impianto di Pietrasanta – avrebbe escluso ogni possibile incidente. La pessima gestione non si limita solo alla conduzione delle linee d’incenerimento, segnalate da reiterati malfunzionamenti e gravi anomalie sul controllo dell’emissioni, ma appare come un fattore persistente nell’impianto guidato da sempre con superficialità, tracotanza e autoreferenzialità, assicurata in esercizio continuo di conflitto d’interessi.
Certo è – perché lo ha dichiarato il presidente Franceschi – che il lavoratore scomparso era incaricato in appalti per conto della Ladurner e non del CIS: è quest’ultima che, ancora una volta, non ha ottemperato alle misure di sicurezza più elementari e intuitive, consentendo attività non autorizzate, su installazioni non predisposte e con personale sprovvisto del mandato di lavorazioni nella contigua sede della piattaforma Maciste.
La dinamica dimostra la diffusa pericolosità dell’impianto, che non potrà essere attenuata dalle dichiarazioni di cordoglio del sindaco Gori, intrise dalla più circostanziata retorica e per di più ridicolizzate dalle critiche proposte dall’omologo comproprietario e primo cittadino di Montale, David Scatragli. Gori riesce candidamente a proporre l’apertura di un fondo di tutela presso la Prefettura in favore dei familiari del defunto, ben consapevole delle conseguenze – che potranno ricadere su CIS – di un pesante risarcimento economico a causa della responsabilità oggettiva della proprietà. L’episodio ha dimostrato – se mai fosse stata necessaria una tragedia – come sono state sempre disattese le condizioni di sicurezza, perseverando nelle deficienze e irregolarità gestionali che minacciano la salute dei cittadini della piana e la sicurezza di dipendenti e prestatori d’opera delle ditte esterne.
Il grave lutto che ha colpito la famiglia Bennardo appare chiaramente colposo, non essendo certamente ascrivibile a una mera fatalità come tentano di insinuare i dirigenti e due dei proprietari dell’inceneritore.
Comitato per la Chiusura
dell’Inceneritore di Montale
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[Venerdì 16 settembre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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