sabato 17 novembre 2012

«UNO DEI PROBLEMI DELLE ALLUVIONI È CHE ALLA PIENA DI FANGO SEGUE SEMPRE UNA PIENA DI DISCORSI A BISCHERO!»


Riflessioni sui recenti disastri ambientali e sulle chiacchiere del Presidente Enrico Rossi

PISTOIA. Prendendo spunto da questo commento [Luciano Sergiampietri nei commenti a un post di Guelfo Guelfi] preso da facebook, risulta automatico svolgere due riflessioni in merito alla –purtroppo- attualissima questione del dissesto idrogeologico e dei suoi perniciosissimi effetti. La prima riflessione è inerente al populismo demagogico ed ipocrita del presidente Enrico Rossi, che compare trai firmatari dell’appello di Legambiente al Governo nazionale (vedi) per la rinuncia ad alcune grandi opere inutili e dannose, in maniera da recuperare risorse per la tutela e la messa in sicurezza del territorio.
La politica deve stabilire la priorità nella destinazione delle risorse pubbliche: è il messaggio che molti ripetono in svariate lingue a Enrico Rossi  ed è il senso anche del precedente post di Franco Matteoni (vedi) in cui è stato ripetuto per l’ennesima volta quanto la terza corsia della Firenze Mare non abbia motivazioni socio-economiche tali da giustificarla. Il granduca Heinrich Rot non avrà problemi a  prendere esempio dai suoi predecessori : saprà infatti che proprio a Grosseto c’è un monumento a Canapone (vedi), il Granduca che investì sulla sicurezza idraulica del grossetano e che per questo motivo si guadagnò l’eterna benevolenza di quelle terre. Dalle nostre parti è invece è rimasta impressa la recrudescenza, in seguito alla Restaurazione, delle repressioni di Leopoldo II e degli austriaci che invasero Pistoia. Ma non è questo l’argomento. Il punto rimane che la prevenzione dal dissesto idraulico non è remunerativa, non porta utili e nessun privato ci investe : il presidente della Toscana sia allora il primo a rinunciare alle opere inutili, proprio  come  chiede al Governo, e avvii un piano di manutenzione e opere pubbliche ormai irrinunciabili. Non per avere un monumento, beninteso, ma per onorare il ruolo precipuo spettante alla politica, quello cioè di scegliere nell’interesse generale e orientare l’economia al soddisfacimento delle esigenze fondamentali della società.

Maurizio Giorgi

La seconda riflessione, pescata sempre su facebook, è di Maurizio Giorgi, conigliere comunale del Movimento Cinque stelle, che apre una serie di finestre utili capire i termini del problema e quindi poter impostare un ragionamento.
“Rossi farebbe meglio a chiedere l’intervento dell’esercito per chiarire i conti della Regione Toscana. Ivi comprese le sue linee programmatiche. La stessa sorte di Grosseto può capitate in qualsiasi momento alle altre realtà toscane che potrebbero essere colpite da fronti franosi o alluvioni da esondazione dei corsi d’acqua. Negli ultimi anni le vittime per il maltempo sono sempre più frequenti. Troppo facile per le istituzioni scaricare la colpa sui cambiamenti climatici. Troppo comodo davvero pur comprendendo che il clima attuale si sta estremizzando.. La Regione HA le sue dirette responsabilità in quello che sta accadendo perché non mette attenzione alle politiche di gestione del territorio che non siano strettamente politiche. E’ una vergogna. Per parlare di qualcosa di conosciuto porterò ad esempio la situazione della piana pistoiese. Nel territorio di Pistoia ci sono 2 competenze ben distinte che dovrebbero agire sui corsi d’acqua ma c’è un ma.. Noi abbiamo il Consorzio Ombrone che gestisce circa 92 Km di corsi d’acqua classificati (Ombrone, Stella, Brana, Brusigliano e pochi altri) mentre ben 396 km di corsi d’acqua esulano dalla classificazione e restano a carico dei Comuni di competenza i quali sono deficitari di risorse per gestirli. La Regione se ne guarda bene dal classificarli in quanto poi dovrebbe sborsare un tot. di euro al metro per la loro gestione da destinarsi ai Comuni richiedenti. D’altro canto nemmeno i Comuni fanno attenzione alla gestione di tali necessari interventi in quanto costosi (si parla di circa 7/8mila euro il Km per la manutenzione annua) e quindi difficilmente gestibili su un bilancio locale.. L’unica soluzione sarebbe che i Comuni facessero fronte con i propri Sindaci ( come primi responsabili sanitari e dell’incolumità cittadina) verso la Regione, imponendo di dirottare i fondi di altre opere delle quali possiamo fare a meno girandoli a favore della gestione del territorio andando a definire una volta per tutte la classificazione e le competenze di TUTTI i corsi d’acqua presenti in Toscana. Altro punto da non sottovalutare è la modifica del territorio e dei corsi degli stessi alvei naturali con deviazioni parziali o manufatti sopra i loro corsi non autorizzati, eseguiti dai frontisti. Giova specificare che per i piani campagna è fatto divieto assoluto di rialzamento e in quelle aree dov’è possibile, il regime di rialzamento non può superare i 30 cm. E comunque ne va data preventiva richiesta all’ufficio competente. Invece passando per le nostre campagne possiamo notare quanto spesso i proprietari di terreni ed in particolare i Vivai, abbiano modificato i piani di campagna riportando terreno con rialzamenti superiori anche oltre i 60-70  cm come dal piano originale. Questa pratica viene effettuata per non fare allagare le loro proprietà dove vengono prodotte piante e vasetteria ma facendo cosi modificano senza nemmeno saperlo e senza nemmeno interessarsene, l’assetto idrogeologico del territorio circostante. Rialzare ad ettari ed ettari il territorio di una zona, fa si che il sistema di deflusso delle acque piovane in fosse, canali e corsi d’acqua maggiore, siamo maggiormente interessati nella portata ricevuta e quindi vengono resi insufficienti per il corretto deflusso, aggiungendo poi il fattore climatico, 1+1= 2.... Chi dovrebbe controllare, la protezione civile, almeno a Pistoia, non ha le risorse umane ed economiche per effettuare controlli a tappeto ma sarà il caso che cosi non sia più e che invece, ci sia la volontà di iniziare a fare qualcosa di concreto invece di scrivere lettere con richieste di ripristino dei livelli terreno che restano nel limbo a causa delle motivazioni appena elencate. Questo prima che anche Pistoia possa entrare nella classifica delle realtà colpite da lutti decisamente evitabili in molte occasioni. Occorrerebbe maggior senso civico sia da parte delle istituzioni che da parte dei frontisti interessati. Mi auguro che la situazione presto possa cambiare grazie anche al nostro diretto interessamento come Movimento 5 stelle in sede istituzionale. Faremo le nostre proposte e resteremo fermi sul criterio che prima viene l’interesse comune e poi quello privato. Molti frontisti hanno i corsi d’acqua all’interno delle loro proprietà ma non possono direttamente manutenerli per competenza diretta del Demanio.. Il Demanio non caccia euro... Qualcosa va cambiato. E presto”.

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[Sabato 17 novembre 2012 - © Quarrata/news 2012]

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