giovedì 4 luglio 2013

GREENACCORD. LA TAV IN VAL SUSA E LA CORRETTA INFORMAZIONE


di LORENZO CRISTOFANI

Rompere definitivamente la cortina di ipocrisie e falsità che circonda l’argomento

TRENTO. Il Creato e le vie di comunicazione vecchie e nuove. Cammini, incroci e reti a partire dalle Dolomiti è stato il filo conduttore del Decimo Forum dell’Informazione Cattolica per la Salvaguardia del Creato, organizzato da Greenaccord e svoltosi a Trento tra il 27 e il 30 giugno scorsi. La sessione mattutina di venerdì 28 ha in particolare affrontato, a conferma di quanto sia piccolo il mondo, un tema certamente attuale anche nel circondario pistoiese e nella vicina area montana a cavallo con l’Emilia, ovvero Il ruolo delle ferrovie storiche nelle Dolomiti e la loro dismissione. Nel dibattito a margine delle relazioni c’è stato un intervento dalla platea che ha spostato l’attenzione sulla questione della Tav in Val Susa e sull’opportunità, per il mondo dell’informazione, di rompere definitivamente la cortina di ipocrisie e falsità che circonda e ha l’argomento.
Ad oggi infatti solo una puntata di Off the Report ha avuto il coraggio di dimostrare, citando studi scientifici e facendo parlare esperti del settore – come l’ingegnere Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, che in Val Susa non c’è un problema che cerca soluzione ma una soluzione che cerca un problema che la possa così giustificare. In realtà anche L’Espresso, dedicandogli la copertina, ha condotto un inedito approfondimento sulla comunità dei 40mila valsusini che ha letteralmente dato vita ad un fenomeno di civismo unico e rivoluzionario in Italia per innovazione sociale e risultati raggiunti (vedi). Senza dimenticare i cattolici per la vita della valle e le innumerevoli associazioni che sostengono ragioni inconfutabili e di buon senso contro quella che è divenuta, come amaramente paventato del vice presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enrico Paissan nell’ambito del medesimo Forum tridentino, strumento di tutela di interessi impropri: la stampa ufficiale. E la dimostrazione di ciò l’hanno data in parte i due dei relatori, forse inconsapevoli o poco informati – Ugo Pistoia e Witti Mitterer – glissando con qualche imbarazzo sullo stimolo proposto. Per fortuna ha però rimediato il presidente del comitato scientifico di Greenaccord, Andrea Masullo, soffermandosi dopo il dibattito a parlare con alcuni interessati e ricordando anche i contributi scientifici del suo amico Sergio Ulgiati, professore anch’egli al Politecnico di Torino, che sostanzialmente confermano quanto la Tav Torino-Lione non sarebbe economicamente redditizia né remunerativa quindi nemmeno giustificata nell’ottica di un’utilità futura o di un benessere di sistema (ascolta qui). Non si sta a ricordare che i grandi flussi commerciali, che arrivano in Europa con le navi container, seguono – e lì cresceranno, come crescerà la portualità- le direttrici nord-sud attraverso Svizzera e Austria, non certo l’asse est-ovest, ovvero Italia-Francia. Del resto tutti gli organi di stampa, sotto sotto, sanno perfettamente – come anche i politici italiani- che la Francia si è tirata fuori da quel progetto ormai ventennale e superato: peccato che il nostro blog sia trai pochi a ricordarlo!
Rimanendo comunque in termini di viabilità montana e Dolomiti l’informazione da veicolare all’opinione pubblica pare proprio che sia quella relativa all’abbandono dei collegamenti internazionali col nord-est da parte dello stato italiano. Riguardo a questo handicap, su cui sempre Report ha prodotto un servizio, è doveroso denunciare che un patrimonio dell’Unesco come le Dolomiti dovrebbe avere una maggiore accessibilità generale. Il che non significa ripristinare l’Orient Express ma semplicemente rendere prioritari investimenti pubblici volti a ricreare il collegamento di Venezia e Trieste con l’estero: si pensi, per la cronaca, che fino a pochi anni fa i passeggeri erano centinaia di miglia l’anno e che oggi la regione Friuli Venezia Giulia gestisce in via sperimentale una linea ferroviaria con gli austriaci! Le politiche dei trasporti e delle infrastrutture, come tutte le altre, seguita negli ultimi anni dal nostro paese hanno creato disservizi e smantellato una serie di sistemi economici funzionanti e di livello. Solo con una forte coscienza delle dinamiche accadute potrà partire una fase nuova e finalmente migliorativa. Alternative non se ne vedono proprio.

[Lorenzo Cristofani era presente per noi su invito di Greenaccord, che ringraziamo]

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[Giovedì 4 luglio 2013 | 16:56 - © Quarrata/news]

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