lunedì 22 novembre 2010

DIRE & FARE (BACIARE [le mani], LETTERA E TESTAMENTO)


Ricomincio stralciando una parte di un post di Andrea Balli, che ringrazio per quanto ci arricchisce a gratis di notizie e conoscenze su Quarrata: Sabrina Gori su “I costi dell'illegalità” e i “valori” dello Sport.
Fa sempre bene iniziare la settimana con una sana meditazione su ciò che si dice intorno a noi. Specie se chi lo dice ha il dovere morale di non venirci a raccontare fanfaluche, ma, alla prova dei fatti, è costantemente in contraddizione con sé e con i suoi abbracciati e sbandierati princìpi.
Ecco il passo:

La rassegna “Dire & Fare” ha visto anche la partecipazione del sindaco Sabrina Sergio Gori in qualità di responsabile “Legalità Anci Toscana”.
«Avere sui territori organizzazioni criminali ha un costo concreto per la collettività», ha detto il sindaco di Quarrata nel dibattuto su “I costi economici e sociali dell’illegalità” promosso da Anci Toscana e Avviso pubblico.
«L’illegalità – ha aggiunto Sergio Gori – può avere diverse forme: ci sono le infiltrazioni mafiose vere e proprie, la corruzione diffusa, e infine la legalità debole, cioè l’atteggiamento culturale di giustificare piccoli comportamenti non legalmente corretti. La legalità deve diventare parte integrante della cultura democratica».
[…]
Aprendo poi l’iniziativa “Bulli allo stadio” promossa da Anci Toscana, Comune di Quarrata e Uisp Toscana, Sabrina Sergio Gori ha tra l’altro detto: «Come sindaci vogliamo trasmettere un messaggio: che lo sport non deve essere sinonimo di violenza e rabbia, ma di passione, divertimento, confronto e deve insegnare il rispetto per se stessi e per gli altri».

A smentire di fatto e senza mezzi termini i buoni propositi del sindaco, ecco quattro sue chicche emblematiche: tre assolutamente famose e la quarta abbastanza recente e non opportunamente focalizzata dall’attenzione della politica e della cronaca locale.
Osserviamo di nuovo, prima, queste parole di Sabrina Sergio Gori: «la legalità debole, cioè l’atteggiamento culturale di giustificare piccoli comportamenti non legalmente corretti».
E ora mettiamoci opportunamente accanto:
  1. la campagna assolutoria del consigliere comunale Magazzini, quello delle polemiche post-alluvione dello scorso anno: quando il sindaco, per assolvere un suo fedele, si scagliò contro Maurizio Ciottoli;
  2. le accuse a Maurizio Ciottoli, senza mezzi termini e pubbliche, di fare, anche lui, affari con il comune, attribuendogli un “fatto determinato” (affarismo e interesse personale) che risultò immediatamente senza alcun fondamento;
  3. l’assoluzione dei mobilieri che imbrattarono il centro cittadino a gennaio scorso. Rivedete, a questo proposito, il mio Visto, si stampi! e tenete presente che, nonostante le domande che ho rivolto al sindaco, la signora Sabrina si è ben guardata, finora, di rispondere. Forse perché di risposte, dinanzi all’evidenza, non ce ne possono essere.
Questi, fino a prova contraria, sono mirabili e conclamati esempi della legalità debole di cui parla il sindaco. E dite di no, se non è vero.
Ora tocca alla quarta testimonianza/prova della contraddittorietà del nostro primo cittadino.
Sul Tirreno del giorno 11 novembre scorso, Luca Giuntini ci raccontava delle minacce di querela del sindaco a Mario Niccolai; e, a un certo punto, il cronista scriveva: «A far storcere il naso al sindaco, più che gli attacchi ai suoi collaboratori, sarebbero stati i riferimenti diffamatori scritti da Niccolai nei confronti di una persona che non c’è più. Su questo punto Gori non intende scendere in dettagli».
Riflettete bene.
La legalità forte, quella rispettosa, quella di cui Sabrina Sergio Gori si vanta di essere fedele interprete e rappresentante in terris quasi per volere celeste, non è forse la libertà morale e intellettuale di dire sempre e comunque, come qui, su questa povera colonna di blog e a prescindere da tutto e da tutti?
Al contrario, l’accennare e il non dire, il lasciare intendere e il non finire, il chiudere la bocca prima di aver detto, l’ammiccare e lo sviare gli occhi altrove, il tacere (ma solo dopo): tutte queste cose – e il sindaco provi a capirlo, se ne è capace – non sono forse caratteristiche che rientrano in un àmbito comportamentale più da cosa nostra che da cosa comune e da vero e viscerale rispetto della legalità?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

Nessun commento:

Posta un commento

MODERAZIONE DEI COMMENTI

Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.