Verrebbe quasi voglia di crederci, leggendo dei fiumi di lacrime che sgorgano dagli occhi del sindaco di Quarrata.
Lo ha scritto lei stessa sul suo blog (Partecipazione a rischio per le scelte dell’Autorità) e lo ha ripresentato, ma con molto disincanto e una buona dose di scetticismo, lo stesso Andrea Balli con il post «Senza i finanziamenti regionali è impossibile attuare gli impegni coi cittadini sulla strada della partecipazione». Gori scrive a Rossi.
In pratica cosa si dice? Il sindaco si straccia le vesti perché dalla Regione Toscana non verranno più finanziamenti finalizzati a favorire la partecipazione popolare alla vita democratica.
Ed è bene che non vengano – diciamo noi –, visti gli esiti che si sono avuti a Quarrata, nella città delle cicogne.
Balli stesso sottolinea la falsità della posizione del sindaco e, in buona sostanza, ribadisce che chi vuole, può fare democrazia anche senza finanziamenti, mentre – per dirla in breve – questo sindaco e questa giunta di tutto hanno fatto per tagliare i piedi a Manetti, l’animatore di Legambiente e del Comitato dei cittadini di Olmi-Vignole: l’uomo che potremmo definire il pluri-inascoltato su tutti i problemi che ha sottoposto agli amministratori nel giro di quasi 10 anni di tentata partecipazione.
E per di più, ora che Manetti era stato eletto nella triade della rappresentanza partecipativa, di tutto è stato fatto per vanificare ogni suo ulteriore intervento, fino a giungere all’assurdo di pretendere il 10% delle firme degli elettori di Quarrata, per chiedere, magari, anche un solo lampione in più o un nuovo bidone della spazzatura in una sottofrazione di 100 anime. Il che sarebbe una fatica da Titàni.
Ma il sindaco piange. Si dispera, piange miseria e batte la testa contro il muro. E scrive.
Dà a vedere una delusione così profonda, da avere perfino importunato il suo amico Rossi, per protestare per questa intollerabile iniquità.
In realtà il sindaco ho tutto per essere contenta e felice.
Può fare credere di essere dispiaciuta e riaccreditarsi come democratica verace; può dare la colpa di questo problema – come di solito fa con il governo cattivo, che taglia i fondi ai comuni e li mette in ginocchio – a qualcuno di fuori: e magari, oltre a ciò, può cambiare anche la persona contro la quale scagliare i propri strali, visto che è costretta a passare dal Cavaliere nero al Barone rosso.
Come al solito e come sempre, secondo un ben noto e consolidato cliché, èccoti che il sindaco ci propina le sue preziosissime lacrime da coccodrillo. Manca solo un Tigellino che prepari un lacrimatorio come nel classico filmone hollywoodiano.
Orsù, prepariamole un bicchiere di bicarbonato per farle digerire questo inammissibile torto che le è stato fatto!
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