venerdì 26 novembre 2010

PARADISO DI BUGIE


È passato un giorno intero
E non hai mentito ancora.
Che cos’è questo mistero?
Mi smarrisce, m’addolora:
D’ogni strana tua invenzione
Ho bisogno un po’ crudele.
Voglio chiavi interminabili
Saporose come il miele.

Quarrata è un paradiso di bugie…

Leggo il post di Andrea Balli sulla fontana di Buren  e sùbito mi tornano in mente le parole di una canzone di Sanremo/56, autori Calcagno-Oliviero.
Per Quarrata il signor Calcagno è proprio Lei, il sindaco: che ogni giorno si affaccia e spara innumerevoli menzogne. A ràffica.
Mente, per esempio, o ha mentito:
  1. sul commercio, dichiarandosi contraria alla maxi-distribuzione, ma facendo aprire la Coop
  2. sulla grande scritta che ci regalò per il Natale 2009: quella ciofeca di Nannucci che diceva Something happened – in realtà “era successo qualcosa” perché lo avevano preso in tasca i quarratini che pagarono dai 40 ai 50mila euro per una stupida e insignificante scritta che a gennaio venne smantellata e portata via
  3. quando ha fatto dire a Mazzanti che non c’erano soldi per la via di Montemagno: perché i soldi non c’erano dato che li aveva fatti spendere per la scritta di cui sopra
  4. quando chiede al suo PD di farsi partito che ascolta il popolo, mentre Lei il popolo non lo ascolta neppure una volta
  5. quando dice che Ciottoli fa affari poco chiari con il comune, mentre è accertato che non è vero
  6. quando fa dire al suo (aggettivo possessivo nel senso proprio) assessore Gaggioli che sugli argini del fiumi le irregolarità dipendono tutte dai condoni del Cavaliere – ma sa che ha dovuto abbattere la Baracchina perché lì, sulla Fermulla, non poteva starci, mentre magari finge di non vedere certe cose dei suoi compagni...
  7. quando dice – e lo ha fatto – che le emissioni dell’inceneritore di Montale sono effluvi di Violetta di Parma e di mammoline di primavera
  8. quando, una volta all’anno ma per un mese, ci parla di legalità, mentre nel suo comune ci sono almeno mille esempi di illegalità (e ne sarà data prova documentale, piano piano, ma con costanza e con determinazione, da veri rompicorbelli che siamo)
  9. quando ci racconta dei premi Città Ideale che Lei raccoglie, ma solo dai suoi compagni di partito
  10. quando parla della gratuità dell’operazione Buren – mentre solo per il catalogo butterà via 30mila euro dei suoi concittadini che non hanno acqua, fogne e gas (sentire Manetti di Olmi)
  11. quando fa dire alla sua fida Giovannetti che risparmierà 35mila euro all’anno per la rinegoziazione dei mutui, ma fa tacere alla sua cassiera quali e quanti sono i costi dei prolungamenti dei mutui fino a 30 anni o più
  12. quando…
e l’elenco può continuare all’infinito; un infinito anche leopardiano, che si estende oltre la siepe (di menzogne) che dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. E quest’ultimo orizzonte è il baratro del debito in cui Lei sta per cacciare Quarrata con il suo Piuss.
Eppure, sul suo blog, questo sindaco mistico e buono, dolce e remissivo, amichevole e sorridente, cita princìpi evangelici e si dichiara pronto a riconoscere il fratello nel volto dell’altro: “il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno è quando riconosci nell’altro il volto di tuo fratello” scrive.
Ovviamente per fratello Lei intende quello di partito e non la persona a cui si voglia mostrare affetto, rispetto e umana comprensione – altrimenti mentirebbe ogni giorno come fa?

Già. Perché, se volesse mostrare un po’ di vero affetto a quella Quarrata che dice di amare, ma che ha rovinato con tutto ciò che ha fatto, e rovinerà del tutto con i suoi progetti Piuss che vincono premi, Lei farebbe una cosa soltanto: si dimetterebbe, indosserebbe un sacco e, a piedi scalzi come Enrico a Canossa, girerebbe un anno intero calcando la neve e chiedendo umilmente perdono ai suoi concittadini.

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

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