Ecco un mirabile esempio di solidarietà che proviene da quei sostenitori della democrazia che si scagliano, lancia in resta, contro il federalismo fiscale a favore della necessità sociale.
Pistoia – se sappiamo ben leggere le parole di Paolo Bargellini – ha fatto dietrofront sulla promessa di sistemare l’Ombrone a monte, perché non mandi Quarrata a gambe all’aria. Anzi: a testa sotto.
Da perfetta città medievale (altro che a misura d’uomo!) qual è, il nostro provincialissimo capoluogo di provincia, come faceva ai tempi di Dante, continua a fare oggi: io l’acqua la scarico sulla Piana. Leggi: su Quarrata.
Decenni di saggia finanza e di buona amministrazione di un solo, inconfondibile colore, ed ecco che Pistoia (le notizie sono fresche di giornata) piange miseria e incolpa il governo; vende e svende le azioni dell’aeroporto di Pisa; affitta (e sapete con che polemiche) proprietà e Legni rossi. Fa proprio come tutta la sinistra – ignorando e osteggiando chi, come Matteo Renzi, il bamboccione fuori delle righe, vorrebbe mandare a casa (e a ragion veduta) gran parte del vecchio PD. Ma per vecchio va inteso anche quel PD giovane come Berti, che fa politica, senza aspirazione al rinnovamento, con i criteri e la polvere di sessantenni (in primis, ovviamente, Vannino) che son lì come cariatidi e che si sono rifatti la facciata di decennio in decennio, senza, ovviamente, la minima possibilità di mutare davvero perché… chi nasce quadrato non può morire rotondo (variante del più diffuso chi nasce tondo non può morire quadrato).
È difficile non dire, alla fine, che a Quarrata un trattamento di questo genere sta proprio bene e che se lo merita per tutti i suoi amministratorucoli dell’ultimo ventennio, sempre pronti a correre alla casa del padron del baccellaio (Pistoia) pur di fare sistema – come dicono oggi loro, i progressisti del postmoderno postdemocratico.
Sentirsi in gruppo (forse, meglio, in branco) e parlare di rinnovamento, sviluppo, correttezza, legalità, li gratifica e li illude di essere più sicuri e in grado di respingere e cancellare lo spauracchio della nullità che s’è istallata e infisiologìta non solo nelle loro fibrille, ma finanche nei loro interstizi cellulari.
Così Quarrata si metta ben l’animo in pace. E si prepari a bere per un altro bel pezzo.
Nella disperazione, la Piana quarratina non potrà neppur dire – come gli sciagurati nei film di don Camillo – mi butto al fiume.
No, non potrà farlo. Perché nell’ex-palude medievale della Bassa, Olmi-Vignole-Ferruccia-Caserana, dove l’acqua torna regolarmente ogni anno, sono i fiumi stessi a buttarsi su tutto e su tutti.
E non è una vera fortuna?
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