domenica 23 ottobre 2011

IL BUON CANDIDATO? C’È, MA TEMO CHE SIA QUELLO MENO GRADITO DALLA ‘FAMIGGHIA’


Fra pifferi, ocarine, tromboni sfiatati e ‘maghi’

di Luigi Scardigli


La differenza che passa tra la campagna elettorale per l’elezione di un Sindaco di una città come Pistoia e quella per la poltrona della Presidenza del Consiglio è la stessa, con tutti i benefici d’inventario, che intercorre tra la cura di un orticello dietro casa e la coltivazione di ettari e ettari di terreno. La terra da convertire in raccolto, la gente, è la stessa; certo, i terreni argillosi in prossimità del mare non presentano le stesse caratteristiche di quelli umidissimi e rigogliosi delle pendici dolomitiche, ad esempio; così come le distese padane, calde e umide, non hanno nulla da spartire con quelle sistematicamente esposte al vento della Sardegna.
Ma un elettore maremmano, così come un cadorino, un pavese o un nuragico sono armati di pari opportunità selettive e alle politiche, la preferenza, la esprimono in relazione alla storia delle loro ideologie e delle loro convinzioni, soprassedendo, spesso, sulla fiducia epidermica che suscita in loro il proprio candidato: alle amministrative, invece, il discorso, si inverte quasi del tutto. Renzi a Firenze, ha corso, sì, sul vagone del centro-sinistra, ma si capiva benissimo che non faceva parte della famigghia e che i suoi delfini, una volta eletto, avrebbero avuto pensieri a tirargli la volata.
Tra qualche mese, Pistoia, si ritroverà di nuovo al cospetto del segreto dell’urna comunale e visto il trend della storia dell’ultimo mezzo secolo, c’è da immaginare – oltre al fatto che di là sembra siano sempre più felici di perdere che vincere, altrimenti, un candidato con gli attributi, potrebbero anche piazzarlo – che anche il prossimo primo cittadino faccia parte del centro-sinistra, un candidato che uscirà fuori dal cruento ballottaggio condominiale che sta entrando proprio ora nel vivo.
Bartoli, Bertinelli, Innocenti (l’ordine è solo alfabetico, state tranquilli)? Vedremo. Oltre a questi tre, il resto della carovana del centro-sinistra pistoiese ha pochi altri presentabili: l’Idv se ne è andato, come il Sel, del resto e i Verdi, che se ne fottono di dirigere, perché a loro basta poter chiacchierare; resta il mago e il nome di qualche cane sciolto non ancora pervenuto nelle pagine delle cronaca.
Mi ricollego alle premesse perché, al di là del cerchio che si stringerà attorno al candidato della famigghia, sappiamo tutti bene come al cospetto di un elettorato che oscilla attorno ai 50.000 voti, la stravaganza di Tizio o l’originalità di Caio potrebbero realmente far saltare ogni pronostico e costringere poi i bookmakers a pagare cifre altissime su scommesse che alla vigilia parevano insensate.
Le varianti accidentali, come suggerirebbe Hegel, sono a onor del vero modeste; manca un’alternativa seria, responsabile e credibile, a Pistoia, in grado di spaiare le seggiole di palazzo di Giano.
Dovremo dunque, per forza di cose, pescare nell’unica pozza a nostra disposizione. E visto che a livello nazionale, i programmi politici, che vengono bypassati dai telegiornali, dibattiti, talk show, retate camorriste, missioni belliche di pace e grazie alla demenza senile di qualche testa di casco (come ha simpaticamente definito Brignano i black blok dei fine settimana) che confonde il culo con le quarantore, si ripercuotono emotivamente sull’elettorato, nel piccolo, invece, la dinamica della convinzione passa per altre strade, anzi, per una sola: metterci la faccia, il cuore, l’anima, le braccia, il tempo libero, l’energia, la voglia, l’entusiasmo, il sacrificio, il dolore.
Bene, spero che a sinistra – non nel centro-sinistra, ma a sinistra, dove ho sempre votato –, in questi giorni spunti il nome di un candidato che sappia incarnare, come un paziente contadino che lavora tutto il giorno e tutti i giorni, con zappa e amore, pala e pazienza, senza trattori e diserbanti, le esigenze del piccolo orto nel quale ortaggi e spezie vorrebbero essere curati e coltivati. Credo che il nome già ci sia, e pure il cognome, ma temo anche che sia quello meno gradito.
Dalla famigghia.

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[Domenica 23 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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