PISTOIA. Così diceva, una volta, quasi cento anni fa, una famosa canzone di Ferruccio Tagliavini (vedi). Col sole in fronte inneggiava, metaforicamente, alla trasparenza in un’epoca in cui la trasparenza non esisteva proprio, né si sapeva che cosa fosse.
Facciamo ora un passo avanti nel tempo e giungiamo rapidamente fino ai nostri giorni: età della sbandierata trasparenza, dell’affermazione della democrazia e del controllo, dell’inneggiamento al progresso e ai progressisti che – grazie a Dio – ci hanno trasbordato in questa bellissima Italia del regresso e della permanente crisi economica, in nome del futuro.
Il preambolo è lungo e tortuoso, forse: ma se avete un po’ di pazienza, vi sarà tutto più chiaro.
Ci riferiamo al problema del «come vengono spesi i nostri quattrini».
E in maniera specifica ci riferiamo alla recente polemica Mari-Bargellini: il primo assessore ai lavori pubblici della Provincia e il secondo commissario straordinario del Consorzio Ombrone-Bisenzio.
Per chi si fosse messo in linea solo ora, l’invito è quello di andarsi a rileggere il nostro precedente post Bargellini/Mari. Bacchettate sulle nocche (vedi), in cui si parla di una prebenda che Bargellini avrebbe generosamente attribuito al direttore del Consorzio stesso: 12mila euro per Lorenzo Cecchi De’ Rossi.
La Provincia e Mari hanno eccepito sulla legittimità del provvedimento e – a ben vedere – sembra anche di capire che tutto questo sia avvenuto a ragion veduta.
Leggiamo, intanto, quali sono
Compiti e funzioni del Commissario Straordinario:
Ai sensi della Legge Regionale 5 agosto 2010 n.. 47:
- Il Commissario Straordinario esercita le funzioni di ordinaria amministrazione che, in base alla legislazione vigente, sono di competenza del Presidente del consorzio di bonifica, del Consiglio dei Delegati e della Deputazione Amministrativa.
- Il Commissario straordinario adotta gli atti di straordinaria amministrazione solo se necessari e urgenti nel caso in cui la loro mancata adozione determini un pregiudizio per il consorzio di bonifica. In tali casi dell'adozione dell'atto è data comunicazione preventiva alla Provincia competente.
- Restano ferme le disposizioni della Legge Regionale 5 maggio 1994 n. 34 relative al controllo della Provincia sugli atti dei consorzi.
- Le funzioni e attività poste in essere dal Commissario Straordinario nonché i rapporti a qualsiasi titolo instaurati, sono oggettivamente e soggettivamente imputati al Consorzio di bonifica.
- In caso di cessazione del Commissario Straordinario, la Provincia competente ai sensi della Legge Regionale 5 maggio 1994 n. 34 provvede alla relativa sostituzione.
Al di là della non eccezionale chiarezza con cui Mari si è espresso nel suo intervento sul Tirreno, è chiaro col sole in fronte che Bargellini, come commissario straordinario, esercita solo le funzioni di ordinaria amministrazione che, in base alla legislazione vigente, sono di competenza del Presidente del consorzio di bonifica, del Consiglio dei Delegati e della Deputazione Amministrativa e che, sempre Bargellini, adotta gli atti di straordinaria amministrazione solo se necessari e urgenti nel caso in cui la loro mancata adozione determini un pregiudizio per il consorzio di bonifica.
Ora: a tutto concedere, se Bargellini non avesse deciso di attribuire la gratifica dei 12mila euro al direttore De’ Rossi, con apposita variazione di bilancio, qual mai grave pregiudizio sarebbe disceso al Consorzio stesso, se non risparmio di 12mila euro?
Oltretutto la norma prevede che, nei casi di necessità e di urgenza straordinaria, dell'atto è data comunicazione preventiva alla Provincia competente: cosa di cui, peraltro, nel caso specifico della diatriba Mari/Bargellini, non sembra esserci traccia, dato che pare di capire che la Provincia è venuta a conoscenza del fatto stesso solo in sede di esame dell’atto consorziale. Vulnus, quindi, procedurale, intanto – almeno parrebbe.
Ma la cosa che salta più agli occhi, dopo le considerazioni sinora delineate, è la secca motivazione dell’atto stesso così come proposta da Bargellini al Tirreno: «La Provincia doveva solo accertare la legittimità formale dell’operazione. Cosa che peraltro ha fatto». Vogliamo, aggiunge Bargellini, in questo paese riconoscere la meritocrazia? «Il direttore del Consorzio, per la quantità e la qualità del lavoro svolto, e i compiti aggiuntivi temporaneamente assegnati, ha diritto a quell’integrativo» di 12 mila euro.
Bene. Se una mera opinione o punto di vista di Bargellini possono essere sufficienti a motivare un atto straordinario e urgente, chiudiamo banco e chicchi e finiamola con le fiere paesane, perché non è proprio il caso di andare avanti così. Anzi: affidiamo tutto lo Stato a privati perché ne facciano un’azienda davvero efficiente e competitiva – ma nel vero senso della parola, non attraverso distribuzioni di pani e di pesci.
In aggiunta, alcuni nostri lettori ci fanno notare che, alla fine, non si riesce neppure a capire e a sapere, con precisione, quanto e quale sia il compenso totale annuo del direttore-dirigente del consorzio. Totale vuol dire onnicomprensivo di basi e accessori sommati uno sull’altro.
E se il Commissario Bargellini volesse essere tanto gentile da pubblicarne l’ammontare in linea e di indicarcene l’indirizzo preciso – noi non siamo stati in grado di rintracciarlo sul sito del Consorzio stesso – altro non farebbe che un atto di trasparenza necessaria e dovuta.
Sì, proprio così: col sole in fronte.
e.b. blogger
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[Venerdì 14 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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