giovedì 27 ottobre 2011

IL PD E IL SUO ‘DIARIO DELLA DOMENICA’


PISTOIA. Tiziana Gori, sul Tirreno, fa parlare gli uomini del Pd pistoiese, in piena convulsione per l’avvicinarsi della tornata elettorale del prossimo anno.
E scrive (in corsivo i nostri commenti):

Mentre si pensa alle primarie, approvato all’unanimità
il documento per le amministrative di primavera
La sfida del Pd: sviluppo e lavoro
Nel programma elettorale anche
un centro cittadino libero dalle auto



Una crisi economica che diventa crisi sociale. L’esiguità di risorse a disposizione degli amministratori pubblici rendono indispensabile «un ritorno alla sobrietà».

E meglio sarebbe stato se la sobrietà fosse rimasta il caposaldo di Berti & C., senza lo sperpero di 26mila milioni delle vecchie lire – ad esempio – per una Porta Nuova, che è e resta un problema urbanistico irrisolto.

«È necessario – dice Paolo Bruni, segretario dell’Unione comunale del Partito democratico – presentare elementi di innovazione reale».

Perciò, diciamo noi, sarà meglio non pensare a candidare i vecchi, ma a dare uno strattone a questo Pd che, per età cerebrale, assomiglia a un millenario ‘gattone di piombo’.

Intanto ieri mattina, nella sede di via Bonellina, l’Unione comunale ha presentato il documento programmatico per le elezioni amministrative della prossima primavera: «Il Comune di Pistoia tra crisi e nuove opportunità per il futuro». Dieci pagine di proposte, idee, riflessioni sulla Pistoia che verrà, costruite dopo quasi un anno di incontri all’interno della segreteria e nei circoli. Il documento è stato approvato all’unanimità lunedì sera. Ad illustrarlo, oltre a Bruni, Alessandro Giovannelli, coordinatore del programma e membro della segreteria.

E già il titolo – «Il Comune di Pistoia tra crisi e nuove opportunità per il futuro» – è tutto un concentrato di banalità. Quante volte avremo letto formulazioni simili? Sono standard in seno ai partiti: e tanto più a un partito conservatore come il Pd. L’approvazione all’unanimità, poi, è una sorta di ‘simbolo niceno’ o ‘Credo’ della religione progressista: indica quell’unanimismo senza sbavature che si realizza solo nelle confraternite ad ingresso cooptato e dopo ‘iniziazione’: una vera riprova sulla democrazia del Pd, non c’è che dire.

La premessa è d’obbligo: «La mia valutazione sull’operato amministrativo della giunta Berti è positiva. È stato realizzato il 100% del programma, con una serie di lavori destinati a cambiare il volto della città». Ma Bruni distingue l’operato amministrativo dalla gestione politica, e il giudizio si fa critico, quasi pesante.

Povero Bruni, perché – ne siamo assolutamente convinti – deve essere una persona onesta e limpida. Ma essere costretto a riconoscere pubblicamente come positiva la gestione Berti, deve rappresentare un bel rospo da ingoiare. E non basterà il digestivo per far passare il bruciore di stomaco – si veda, fuor delle righe, cosa Bruni pensa della gestione politica di Berti. E se tutto è politica, come diceva il Pci di Berlinguer, la cosa la dice lunga…

«Probabilmente per responsabilità collettive – afferma – abbiamo assistito ad una serie di incidenti che, in serie, hanno visto: la nascita di gruppi fuori dalla coalizione; la fuoriuscita di consiglieri dal Pd; fibrillazioni e tensioni notevoli nell’arco dei 5 anni di legislatura. Partivamo – e qui abbassa il tono della polemica – da liste differenti, c’era un percorso da costruire che oggi è stato compiuto. Credo che avremo la possibilità di costruire una squadra coesa».

Hai voglia a dire Pd o Partito Democratico… La responsabilità collettiva di cui parla Bruni, è la cifra che fa capire che… non si spara addosso a un compagno come Berti, nemmeno se ha inanellato una serie di errori lunga come la Porrettana. I panni sporchi nel Pd come prima nel Pci – si continua a lavarli in casa: meglio spalmare le responsabilità su tutti e attutire l’effetto-disastro… Ma questa è novità?
Tuttavia il ‘sol dell’avvenire’ può ancora tornare a brillare sull’orizzonte con la profezia di una ‘squadra coesa’ – e qui, peraltro, Bruni abbassa il tono della polemica per non urtare troppo la suscettibilità dei compagni.

Capace [la squadra coesa n.d.r.] di valorizzare le energie migliori in base al merito e alla competenza. Costante il ritorno alla parola “giovane”.

Sì, Bruni, Ma era giovane anche Berti. Lo sono stati quelli della sua squadra, che evidentemente non era poi così coesa.
Il Pd confonde gioventù anagrafica e gioventù di idee: sulle quali Berti sembra aver ‘vecchieggiato’ ben più di un po’.

«Una stagione come quella che siamo chiamati ad aprire deve partire anche dalle persone e da una rinnovata classe dirigente. Lavorerò alla costruzione di una candidatura la più largamente condivisa. E sono fiducioso che il Pd sappia confluire su un unico candidato».
Comunque, aggiunge, non più di due.

Se il Pd vuole ancora comandare Pistoia, come sinora ha fatto, non ci sono problemi: qualsiasi scelta sarà avallata da un elettorato che non sgarra e che, pur di non passare la mano, voterebbe anche Tutankhamon o Seti, il faraone dei tempi di Mosè.
Il problema è un altro: o si passa attraverso una frattura, netta e chiara, con il passato – Berti compreso o tutto cambierà, ma per restare com’è.
E la frattura non dovrà essere cieca con un candidato, o vetero o bamboccione qualsiasi: la vera differenza la farà solo la possibilità che sia indicato (e non scelto) un uomo nuovo, ma disintegrato – cioè non passato attraverso strutture di partito e federazioni indottrinanti e, in più, al tempo stesso, persona di buonsenso e sinceramente interessata al bene comune.

Quasi certe le primarie di coalizione. «Considerato che forse ci saranno primarie nazionali a febbraio, dovremo avere i nomi, o il nome, entro la fine dell’anno».
Giovannelli parte, nell’analisi del programma (di cui riportiamo i punti più importanti), da sviluppo economico e lavoro. Una scelta non casuale.
«Il prossimo futuro ci impegnerà ad un sostegno concreto all’imprenditorialità locale, con particolare riferimento a quella giovanile e femminile, al fine di sostenere il rilancio economico del territorio e l’occupazione. AnsaldoBreda e vivaismo sono due patrimoni per la città da tutelare. Noi puntiamo anche sul turismo».

Se le novità sono queste, ahinoi, Pistoia è messa male.
È dal medioevo che questa città campa su Breda e vivaismo: e queste premesse non paiono per nulla buone o futuribili.
Quanto al sostegno concreto all’imprenditorialità locale, giovanile e femminile, vedremo cosa il Pd saprà fare o se sarà ostaggio – come lo è stato finora – dei propri dirigenti e dei propri uffici e servizi. Per maggiore chiarezza, vedremo cosa sarà capace di realizzare in campo edilizio-urbanistico, argomento specifico delle righe che seguono nel pezzo della Gori.
«Noi puntiamo anche sul turismo» è un’altra bellissima affermazione del nulla. Anzi, a tal proposito, Giovannelli dovrebbe ripetere, alla sua ben poco democratica compagna Fratoni, la domanda che noi le abbiamo rivolto, senza peraltro alcuna fruttuosa risposta, dal nostro post «Dove finiscono i nostri quattrini» (vedi).

Territorio e ambiente, urbanistica e mobilità. Il Pd sostiene la scelta di mantenere alle aree produttive o in via di dismissione (Mas, Radicifil, etc.) la loro destinazione urbanistica. Da un punto di vista infrastrutturale, elenca delle priorità: il prolungamento di via Salvo d’Acquisto fino a viale Europa, con la contestuale riqualificazione del viale Adua; il completamento della strada interquartiere a nord, per l’alleggerimento del traffico su via Antonelli e il quartiere delle Casermette. L’Unione comunale auspica un centro cittadino libero da auto.

Il mantenimento delle aree in dismissione nella loro originaria destinazione urbanistica, non sembra promettere niente di nuovo, intanto. La proposta di via Salvo d’Acquisto – se non sbagliamo – risale al 2008 o ancor prima: sarebbe dunque un rimasuglio del passato (vedi).
La riqualificazione di viale Adua cosa comporterebbe per il Pd? Anche la creazione – a quanto si sente dire – di una nuova zona-stadio a ridosso della tangenziale?
L’auspicare un centro cittadino libero da auto è, infine, elemento ancor più vecchio e datato nel tempo: e risponde a uno dei sogni del glorioso e dismesso Pci. Non per nulla, sùbito dopo ecco i desiderata del ‘tutti a piedi’:

«Al primo posto – dice Giovannelli – la mobilità pedonale, seguita da quella ciclabile e dal servizio di trasporto pubblico. Solo in ultimo la mobilità veicolare».
Rifiuti. Nessun impianto d’incenerimento ma la disponibilità ad ospitare sul suolo comunale un altro impianto legato al ciclo dei rifiuti.

Su questo punto potremmo anche esserci: se non altro perché gli inceneritori si faranno nella Piana, per espressa volontà dei compagni della Regione.

La montagna. Ha meritato un capitolo a sé. «Si sta lentamente ripopolando. Sarebbe auspicabile affiancare a questo fenomeno uno sviluppo imprenditoriale, creare le condizioni per l’imprenditoria giovanile in montagna».

La Montagna è un cavallo di battaglia che, come cronisti fino dal 1967, da quell’anno sentiamo periodicamente ripetere senza interruzione; come pure le affermazioni di principio sulle biomasse e quant’altro.

In materia di energie sostenibili, vista la presenza di una delle zone boscose più ampie d’Italia, il Pd punta senza dubbi sulle biomasse.

Ma insomma, quante altre volte lo avremo sentito un ‘Diario della domenica’ così?

e.b. blogger
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[Giovedì 27 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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