sabato 15 ottobre 2011

BREDA. TRA TENEREZZA E DABBENAGGINE


PISTOIA. Stamattina La Nazione pubblica un intervento dei sindacati sul problema Breda. E scrive:



AnsaldoBreda
Il mese scorso
la manifestazione coi parlamentari
«Ma è rimasto tutto come prima»

«Da un mese le nostre preoccupazioni non trovano risposta. Pensiamo dunque che sia giunto il momento di fare una sorta di verifica rispetto ai percorsi avviati con le Istituzioni e con le forze politiche». A lanciare l’appello sono, in una nota congiunta Fim-Fiom-Uilm e Uglm, a trenta giorni di distanza dalla manifestazione a Palazzo di Giano per AnsaldoBreda, alla quale parteciparono parlamentari toscani di tutte le forze politiche. Da allora, nessuna notizia, o quasi, sul futuro dell’azienda. «Vogliamo capire cosa hanno prodotto le iniziative promosse in seno al Governo e nei confronti di Finmeccanica da parte del ministro dei Trasporti. E abbiamo bisogno di capire se e cosa è stato costruito in termini di rapporti e di relazioni da parte della Regione nei confronti di Finmeccanica», intimano i sindacati.

A noi fa semplicemente ‘tenerezza’ sentire le organizzazioni dei lavoratori che si preoccupano e chiedono verifiche perché le iniziative prese con i parlamentari toscani non hanno avuto esito alcuno, non hanno cavato il cosiddetto ragno dal buco.
Tenerezza per un vago sentore di dabbenaggine che permea le parole dei sindacalisti, così moderati e continenti nel ripercorrere, in breve, le tappe del nulla su cui – eppure sono grandi; eppure sono sindacalisti e dovrebbero essere dei navigati disincantati! – i politici di qua (Pistoia) e di là (Firenze etc.) hanno costruito le loro girandoline da festa della levata del grillo, o i loro aquiloncini e draghi voltanti, che però, come sempre, servono solo a far felici i bambini appena per qualche ora di un pomeriggio all’aria aperta.
Il presidio permanente estivo fu un placebo: e lo dicemmo. Le promesse fatte con le sopracciglia aggrottate, non sono state niente di diverso da un placebo.
Eppure, se andate a rileggere quello che scrivevano allora Fratoni e Berti (vedi link utili), vi renderete chiaramente conto di quanto sussiego supponente ci fosse nelle loro inconsistenti parole da tromboni.
I politici sono fatti così, care Fim-Fiom-Uilm e Uglm. Chiacchierano. Ma se i problemi si risolvono, non è certo grazie a loro: o altrimenti il mondo sarebbe senza problemi – mentre invece diventa ogni giorno più complicato.
Una volta – negli anni 70 – quando le sinistre erano sinistre davvero, e non plasmabili e indefinite masse di Pongo o Plastilina, ci insegnavano – Berlinguer in testa – che fra chi guadagnava centinaia di milioni e chi guadagnava poche lire appena per il lesso, non poteva esserci compatibilità di classe.
Un’equazione elementare che – se non sbagliamo – già era presente nelle Affinità elettive di Goethe, dove si dice che acqua e vino si mischiano, ma non così acqua e olio. O qualcosa di simile.
Perciò, per prendere e riprendere il via, la Breda – e noi lo andiamo dicendo da tempo – ha bisogno di liberarsi dai politici di qua (Pistoia) e dai politici di là (Firenze etc.): perché l’unica garanzia che offrono è quella del sussiego di chi parla a dei sudditi sulle cui teste essi marciano, crescono e prosperano.
Loro fanno i loro interessi e del resto se ne fregano. Sorridono per pendere e riprendere voti in fabbrica e nel bacino di utenza dei lavoratori e delle famiglie e zone collegate: ma sono stati sostanzialmente loro – come abbiamo anche scritto in queste pagine – a creare quadri e dirigenti in tumorale esubero all’interno della fabbrica pistoiese (vedi); vale a dire problemi che, in termini di soldi, pesano come macigni sul fallimento della politica economica e industriale dell’azienda.
Come i Franchi che cacciarono i Longobardi (vedi l’Adelchi del Manzoni) i beneamati politici a cui sindacati e, per trascinamento, lavoratori si rivolgono per aiuti, altro non sono che padroni che si sostituiscono o si sommano ai padroni.
Lo abbiamo detto e qui lo ribadiamo in tutta serenità e certezza: o Pistoia si libera dalle catene dei suoi politici vecchi e vetero, o, irrimediabilmente, resterà sempre e solo un povero somaro di provincia legato alla campanella dinanzi all’uscio della propria stalla.

Provincia emarginata e depressa: statene certi.
e.b.blogger
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[Sabato 15 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]

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