martedì 1 maggio 2012

COMUNITÀ MONTANA E AMMANCHI. LA POSIZIONE DEL PD


Il Partito Democratico della Montagna Pistoiese nel merito della vicenda dell’ammanco presso Comunità Montana Appennino Pistoiese esprime la convinzione che debba essere fatta piena luce su tutti i fatti accaduti e che siano perseguite tutte le responsabilità che dovessero emergere dalle inchieste, interne e della magistratura in corso, senza sconti per nessuno.
Questa crediamo che sia la ferma posizione che deve essere tenuta nell’interesse della Comunità Montana, dei suoi dipendenti e soprattutto nell’interesse di tutti i cittadini della montagna e di tutti coloro che credono che la buona politica sia il solo modo per governare democraticamente la collettività.

Il Partito Democratico auspica che le azioni a tutela dell’ente avviate dagli attuali amministratori della Comunità Montana ed il lavoro che è stato avviato, insieme ai dipendenti e alle professionalità esterne attivate, fin dal primo momento, per rendere chiarezza sulle azioni di chi ha operato tradendo la fiducia che era stata data, come dipendente pubblico, come persona e come membro di una comunità di cittadini, possa essere concluso con la massima efficacia nella sua qualità e debba essere messo a disposizione dell’autorità giudiziaria per contribuire all’individuazione dei danni operati e delle responsabilità.
Vi è pure la necessità di utilizzare il passaggio della trasformazione in Unione dei Comuni ai fini di una profonda e complessiva revisione degli assetti organizzativi e dei controlli di tipo interno sull’attività, al fine di una gestione veramente trasparente ed efficiente.
Questo aspetto della fiducia tradita è motivo di turbamento e delusione per il venir meno, nel modo peggiore, del rapporto nei confronti di un dipendente, impegnato in un incarico importante, che nel corso degli anni aveva collaborato con amministratori di ogni parte politica, che si erano avvicendati alla guida della Comunità. (*)
Rileva come questa vicenda abbia causato, oltre al danno economico, un danno all’immagine dell’ente, dei suoi dipendenti e degli amministratori (**), che deve essere riparato rapidamente proprio nell’interesse del ruolo che la Comunità dovrà ancora svolgere per contribuire a risolvere i problemi della Montagna Pistoiese. Tanti cittadini della montagna pistoiese sentono e vivono questa vicenda come una profonda offesa che debba essere rimossa con l’esemplarità della repressione delle responsabilità.
Questo potrà essere possibile attraverso un impegno straordinario di amministratori e dipendenti, ai quali va la nostra fiducia, ognuno con le sue prerogative, competenze e responsabilità, che parta proprio dalla valorizzazione delle positive risorse umane esistenti nella comunità, che hanno consentito di affrontare negli anni pregressi la realizzazione di tanti progetti significativi per lo sviluppo della montagna. Auspichiamo che una stagione di nuove idee e progetti per la montagna possa avviare di nuovo per rispondere agli attuali problemi della montagna.
Massima fermezza è quindi quello che ci aspettiamo a tutti i livelli per definire nei tempi dovuti questa triste vicenda di sottrazione di risorse alla collettività.
Per questo motivo respingiamo con la stessa fermezza posizioni strumentali che vediamo emergere alcune volte nel dibattito pubblico e che, tra l’altro, sembrano dimenticare il percorso politico dell’ex-dipendente (***).

PD Montagna Pistoiese
[Postato da admin il 27/04/12 21:14]

Perfettamente d’accordo su tutto ciò che dice il Pd della Montagna. Ma con alcune puntualizzazioni, doverose, necessarie e sufficienti.
(*) Con troppo semplicismo il Pd parla solo di un unico dipendente, né fa cenno a fin troppo  evidenti e sottintendibili corresponsabilità in ciò che il partito definisce «sottrazione di risorse alla collettività», ma che, più giustamente, dovrebbe essere definito «ladrocinio istituzionalizzato e continuato», stante il fatto che, se l’ammanco è di 13 milioni di euro negli ultimi 10 anni come si è sentito dire, le ruberie sono state di 25.171,51 milioni di vecchie £ire: pari a 2.517,151 milioni di vecchie £ire all’anno, pari a 209,7625833333333 milioni di vecchie £ire al mese, pari a 6,992086111111111 milioni di vecchie £ire al giorno, ossia € 3.611,06663843369; il che – come si direbbe – non sembra proprio un bruscolino. Poi dite voi.
(**) Il danno all’immagine degli amministratori è senz’altro un bel pensiero nobile, solidale, teorico e molto professorale, da Mario Monti, insomma. Ma a dirigere le operazioni sul campo non c’erano i cittadini della Montagna, bensì gli amministratori e – a tutto concedere, anche che siano stati menati per il naso – essi escono fuori batocchiati da se stessi per l’imprevidenza e l’assoluta incapacità di sorvegliare e vedere cosa stava accadendo sotto i loro occhi. È da lì che nasce – consentitecelo – un’immagine già di per sé poco edificante della loro poca cura amministrativa e della loro poca sorveglianza, impegni a cui erano chiamati istituzionalmente. Può capitare una volta che un dipendente (e uno solo) ti fregi, un giorno (e uno solo) 3.611 €, pari a 6,992 milioni di £ire: può capitare una seconda volta, una terza, in un anno, due anni, tre, quattro. Ma che un solo dipendente se lo permetta ogni giorno, tutti i giorni per tutti gli ultimi 10 anni, allo stesso modo con cui si ingolla un Activia sgonfiapancia come quello della Marcuzzi, eh beh, ci pare proprio un po’ troppo. È dunque inaccettabile questa visione del fatto propugnata con grande serietà dal Pd: anche se a pronunciare questa massima capitale è un partito abituato, per tradizione, a non sbagliare mai, ad essere sempre nel giusto.
(***) Come conclusione, ha voglia il Pd a dire che respinge con fermezza le posizioni strumentali che starebbero venendo fuori in questa fase. Cominci a vedere, intanto, con oculata critica e autocritica, le posizioni del suo Governatore della Toscana, Rossi, che al Cacciatore di San Marcello ha avuto il coraggio di dire che «niente sapeva e niente vide»; e inizi, il Pd, a leggere e meditare cos’ha detto Carluccio Ceccarelli in proposito, scandalizzato dalla plateale bufala del buon Governatore (Il Tirreno di oggi, 1° maggio, pagina della Montagna). E invece di fare il solito discorsino di circostanza, concertato sulle noticine della questione morale, il Pd sia concreto e indichi, elencandole una dopo l’altra, quali sono state le strumentalizzazioni che lo preoccupano. O altrimenti, come dice il prete all’altare, «taccia per sempre», perché ciò che è accaduto è di una gravità così inaudita, da tappare la bocca a chiunque non si limiti a dire – e a pretendere – che chi ha detto e fatto (tutti, a prescindere) finisca come si merita secondo la legge. E con la massima severità e senza attenuanti, per la continuazione ininterrotta della ruberia o del mancato controllo che era dovuto non come cura normale, ma, trattandosi di denaro pubblico, con la super-cura del cosiddetto ottimo padre di famiglia.
È solo così che si difende davvero la gente della Montagna. Di destra, di centro e di sinistra.
e.b. blogger
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[Martedì 1° maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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