martedì 15 maggio 2012

DONNE DI PARITÀ


di Antonio Nardi

La consigliera di parità ha scritto che il sindaco ha fatto bene a mettere tante donne nella sua giunta. Il giornalista Pier Marco Taddei ha scritto che il sindaco di Verona ha fatto bene a mettere tanti giornalisti nella sua giunta. Il maestro di sci, Walter Tonin, ha scritto che il sindaco di Cortina ha fatto bene a mettere tanti maestri di sci nella sua giunta.
Ognuno è contento se il suo popolo cresce e si afferma.
Si appartiene utilmente ad un gruppo se si consegue il potere. Ormai è questa la misura della dignità sociale, quella che conta.
Nella mia vita ho conosciuto donne umili, laboriose, ordinate, e, all’occorrenza, forti e tenaci.

Non avevano il cosiddetto “potere”, ma sentivi il bisogno, anche se uomo, di ammirarle e di imitarle. Conferivano ordine e senso compiuto a tutto quanto le circondava.
Il loro non sarà stato un carattere “di parità”, ma certo era un carattere.

Non posso fare a meno di ribattere immediatamente questa breve, ma soprattutto illuminata e intelligente riflessione di Antonio Nardi (vedi).
Non credo che Dio – fosse mai esistito – avrebbe fatto il mondo senza pensare così.
E neppure che Marx – o tutti gli altri filosofi in fila – avessero questo problema di quote come pregiudiziale e pregiudizievole alle loro teorie e ai loro sistemi.
e.b. blogger
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[Martedì 15 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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