di Luigi Scardigli
I vasi, si sa, traboccano sempre per una goccia e quella che è risultata di troppo e che ha imposto all’Idv, per manifesta dignità, di tirarsi fuori tanto dal consiglio comunale di Pistoia che da quello provinciale, ha un nome, Michele; e un cognome, Parronchi.
La sua ingiustificabile ingiustificata espulsione in qualità di assessore alla politiche sociali e all’immigrazione decretata dal presidente Federica Fratoni, ha suggerito ai vertici dell’Italia dei valori una profonda riflessione, sfociata nell’irreparabile ammutinamento.
Hanno fatto bene, i ragazzi di Di Pietro a togliere le tende a pochi mesi dal rinnovo del consiglio del palazzo di Giano? Hanno fatto bene, di fatto, a generare una crisi politica che ha tutta l’aria di essere un virus autunnale che si riuscirebbe ad evitare solo se ci si fosse premuniti con un vaccino che però, si sa, può avere degli effetti collaterali devastanti?
Non lo sappiamo, ma il nostro mestiere è quello di raccontarvi la realtà e per questo crediamo utile sottolineare, affinché possiate farvi un’idea quanto più prossima alla realtà, che Parronchi era l’unico/ultimo rappresentante dell’Idv nella maggioranza pistoiese e che spedirlo a casa, di fatto, ha voluto dire ben altro che una semplice bocciatura.
L’impressione – per nulla avvalorata dai fatti –, è che il Partito Democratico, che tiene le briglie della città, abbia di fatto, con questa azione, lasciato intendere con chi vorrà apparentarsi alle prossime consultazioni elettorali: di sicuro non con l’Idv.
E con chi allora, visto che le esigenze aritmetiche, spasmo della democrazia, in un regime profondamente malato, impongono ai reduci del Pci patti e alleanze?
Non ci vorrà molto a scoprirlo, basterà aspettare qualche timida mossa, anche solo di facciata.
La città è piccola, la gente, mormora.
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[Domenica 2 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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