domenica 8 maggio 2011

PISTOIA, UNA CITTÀ E IL SUO «SISTEMA»



PISTOIA. Per chi non se ne fosse accorto, nei giorni scorsi, sulle vicende Aias, questo blog ha fatto registrare un picco di oltre 1.500 pagine visitate. Evidentemente il tema Aias era e resta un punto nevralgico della realtà di una città molto particolare sotto ogni punto di vista.
Da sempre comunista – ma anche molto fascistizzata nei tempi andati – questa bella città che gode della definizione di a misura d’uomo, non solo non è mai cambiata, ma – ne siamo convinti – non cambierà nemmeno mai: in primo luogo perché gli interessi trasversali collegano, come le gabbie dei ferri all’interno del cemento armato, partiti di centro, di destra e di sinistra, comitati di affari, enti e associazioni, e insomma tutti, in una serie di interlacciature più forti, per usare una metafora, dei fili di ragnatela di Spider-Man. E l’Aias, con le assurde vicissitudini imprèssele dal poliedrico e inventivo Bardelli e dal suo alleato don Pancaldo, ce lo ha fatto vedere in ogni modo.
In questo sistema-Pistoia, in cui quello che conta è non la ricerca della chiarezza, ma il lavaggio e il riciclaggio dei panni di famiglia all’interno di una endogamia superpericolosa – come sempre lo sono le endogamie, che finiscono per provocare danni da indebolimento del Dna – tutti, nessuno escluso, sono responsabili della creazione di un mondo che non ha nulla a che vedere con i vantati progressi delle sinistre o gli auspicati cambiamenti delle destre: nel sistema-Pistoia tutto deve restare assolutamente identico a se stesso o altrimenti non ci sono quei mantenimenti di status quo che garantiscono gli interessi e i privilegi dei pochi a danno dei molti in una sorta di democrazia a binocolo rovesciato.
E questo postulatico assioma è presto dimostrato. Sarà sufficiente fermarsi a riflettere, soltanto tre minuti, sul comportamento di Renzo Berti riguardo all’accreditamento della nuova entità bardelliana, uscita dalla pseudo assemblea del 16 aprile scorso all’Auditorium.
Se è vero quello che abbiamo ascoltato da Radio Scarpa o Radio Fante, Berti, il primo cittadino, ha perfino fatto rientrare della ferie un suo funzionario/dirigente perché preparasse il diploma imperiale di riconoscimento dell’Associazione pistoiese per la riabilitazione Onlus; ma attenzione, però: su semplice dichiarazione di Bardelli e della sua “armata delle due torri” – Tvl/Santa Maria Assunta in cielo – come in un classico fantasy.
Ci vuole coraggio per fare questo (e Berti ce ne dovrebbe spiegare pubblicamente la ragione) senza tener conto delle decine di documenti che, anche lui, ha letto su questo blog; e dinanzi ai quali si è tappato il naso e si è chiuso gli occhi, pur di fare di tutto per mantenere il sistema-Pistoia e consegnarlo ai suoi concittadini in nome dei quali è stato eletto e per i quali avrebbe governato questa città del silenzio, della melassa e della reticenza.
Alle sue spalle un Pd connivente – e sin qui ci sarebbe poco da dire, perché si sa che i partiti non stanno lì per governare, ma per tutelare la propria autoesistenza, autoreferenzialità, autolegittimazione e i privilegi che ne discendono: non per nulla Mao parlava di rivoluzione permanente per evitare questo immorale fenomeno di autoconservazione dinastica –; alle sue spalle, dicevamo, un Pd connivente, ma anche, peggio ancora e fatto ancor più riprovevole, una opposizione (anch’essa di melassa) che non ha battuto ciglio, che non ha detto parola, che non ha fiatato mai una volta sul fatto Aias: o per paura di non essere mai più ripresa una sola volta dagli operatori di Tvl per quella specie di telegiornale che tutto è fuorché informazione; o per mantenersi e garantirsi la possibilità di poter partecipare, di quando in quando, a quel Canto al Balì in cui, tra una profezia di Ezechiele, una incazzatura di Isaia e una reprimenda di Osea (non ce ne voglia il vescovo Mansueto, ma citiamo a caso, stavolta) si rimbambisce il cervello dei venticinque spettatori manzoniani di una Tv che nel terzo millennio ancora si definisce libera, ma forse solo di fare delle cose che non sanno di nulla e non dicono niente a nessuno.
Io sono il signore Dio tuo, dice e ripete Luigi Egidio Bardelli; e quindi: o con me o contro di me. E chi si mette contro di lui – e noi ne siamo esclusi perché, a Dio piacendo, non abbiamo interessi propri, se non quelli di ragionare con la nostra zucca – non avrà accesso alla Tv, non sarà visto da nessuno, sarà condannato alla damnatio memoriae, e vedrà il suo nome cancellato da tutti gli obelischi d’Egitto, da ogni monumento, da ogni parte – più o meno com’è successo all’avvocato Marco Baldassarri, il grande assente dalle cronache delle sedute del consiglio provinciale solo per essere colpevole di essere stato il legale dell’Aias di Bagnale.
Eccolo il sistema-Pistoia. Un sistema in cui, neppur domani, in sede di consiglio comunale, nessuno dell’opposizione si alzerà dai banchi e dirà a Berti, senza mezzi termini e con la faccia più tosta del mondo e una vena di incazzatura nella voce: «E ora, grande Renzo, spiegaci perché hai riconosciuto Bardelli senza aver accertato un bel nulla sulla sua vera identità; e se in questo c’è un minimo filo che lega un tale tuo comportamento alla Società della Salute, alla direzione futura dell’Asl, a qualcosa che si interseca con altri e altro in Regione, con un Rossi, che dalla salute viene, e con una Scaramuccia che siede sulla poltrona-Sanità-Scavolini, la più amata dai toscani».
No, cari pistoiesi. Nessuno dell’opposizione – e nessuno significa nessuno: Capecchi, Bartolomei, Lega, altri: fate voi – lo farà.
Nessuno dirà una battuta perché il sistema-Pistoia si mantiene su questi equilibri intimi più che interni: il ritaglio dei vari orticelli in cui piantare i propri cavoli, le proprie carote, l’insalatina fresca e le altre verdure che permetteranno a tutti di litigare di giorno ma di andare d’accordo di notte. E a danno dei cittadini, perché questa è la verità.
E al di fuori di questo, ecco anche gli altri in fila: dalla diocesi che non ha mai aperto bocca – e che davvero dovrà renderne conto a Dio, se ci crede –, alla Fondazione Caripit e ai Carrara con i loro donativi sospesi in attesa di vedere gli sviluppi; ai tutori dell’ordine e della legalità cittadina che mantengono (lo abbiamo detto e ridetto) bassi profili su tutto ciò che brucia (inceneritore di Montale compreso) “perché non sembri che siano strumentalizzati o di parte”.
Più che un sistema-Pistoia, siamo dinanzi a una condanna allo status quo, al mantenimento di una situazione di cui tutti conoscono tutto, ma fingono di non sapere niente per continuare a godere dei propri privilegi, grandi o piccoli che siano.

Insomma un vero inferno dantesco, chiuso in una pentola a pressione.
Q/n

P.S. – E a proposito di Tv, con l’arrivo del digitale terrestre ha ancora fatto niente Tvl-Bardelli? O ancora sta cercando di prendere il ritmo dell’apnea per tentare di immergersi in un mare tempestoso che richiede non una barcata, ma addirittura in Titanic di soldi, per mancanza dei quali sembra inesorabilmente condannata alla marginalità di ascolto, visto che ormai ogni famiglia è già indirizzata alle nuove tecnologie e alla parabola?
Non è un caso che Tvl, per quanto si autodefinisca “tv regionale”, non trova granché riscontro nelle rilevazioni d’ascolto… E del resto, le frequenze che aveva su Firenze le ha vendute da 5 anni.
Ma questa è un’altra storia su cui vi abbiamo promesso che torneremo.

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[Domenica 8 maggio 2011]

APPENDICE


Ecco cosa risponde Scarafuggi alla diffida di Bagnale: che la Regione sta accreditando Bardelli-two
Le conseguenze ognuno le tragga con il proprio cervello.

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[Domenica 8 maggio 2011]

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