domenica 1 maggio 2011

ROBA DA CHIODI 2

Il Santonuovo e la «preghiera di Dio»
I politici e lo spirito di melassa
di questa provincia marginale


QUARRATA. Siamo costretti a tornarci sopra non perché ci piaccia, ma perché questo paese dell’inutile che è l’Italia, ha rivelato di avere profonde radici anche in quest’angolo dimenticato e marginalissimo della provincia di Pistoia.
Che questa vicenda era roba da chiodi lo avevamo già detto. Si tratta solo di riconfermarlo. Ma lo dobbiamo fare con delle aggiunte e chiarimenti, tanto per far capire che non sragioniamo come sembra fare la maggior parte di chi conta: e meno male che noi non contiamo né vogliamo contare.
La questione – montata come la panna per un dolce da cerimonia – sa di mentalità da maestrine della Cgil da qualsiasi punto di vista.
D’altronde la mentalità stessa dei nostri dirigenti scolastici è, per lo più, una mentalità da maestrine della Cgil ed è stata proprio la Cgil e la sinistra a trasformare la maggior parte di maestri e professori casalinghi, in rottweiler dell’amministrazione con un semplice loro passaggio dallo status di funzionari in carriera direttiva a quello di dirigenti senza averne la benché minima consapevolezza o coscienza: con in più l’arroganza di credere di potere essere onnipotenti.
Che differenza da quando, negli anni 70, la Cgil lottava per il preside elettivo eh? Non vi pare?
Per lo più dotati di semplici lauree da docenti (quanti ce ne sono di laureati in legge fra i presidi?) e figli della messe di corsi psico-pedagogo-educazionali che negli anni 90 hanno turbato le menti,  anche le più equilibrate, della gente di scuola; ossessionati dal dover mostrare la loro presenza ad ogni costo, con in una mano la Torah delle leggi scolastiche e la Costituzione, e nell’altra la spada della giustizia, e quindi sempre pronti a correggere tutto ciò che loro sembrava opportuno; disarticolati dall’amministrazione scolastica centrale perché falsamente convinti che l’autonomia, e la loro autonomia, potesse significare questo, èccoli i dirigenti scolastici, la maggior parte dei quali non fa altro che trasformare le proprie personali idee in idee da far calare, per forza in quanto giuste, nella mente dei popoli amministrati, dei bambini e, sostanzialmente, dei sudditi loro affidati per volere di Dio e della Nazione.
Quieta non movere, diceva un adagio famoso: lasciare stare le cose che vanno. Et mota sedare, terminava il proverbio: cioè calmare ciò che non è calmo.
Non lo ha fatto certo la signora Stella Niccolai, che, da quanto si è capito, è passata alla denuncia e nonostante che sotto il manifesto di Forza Nuova ci fosse un bel numero di telefono. Non lo ha fatto ed ha coinvolto carabinieri, sindaci, assessori, partiti e una pluralità di soggetti che – dinanzi a una stupidaggine di questa assurda irrilevanza – hanno scoperto l’occasione per potersi mostrare. È tutta un’isola dei famosi e un grande fratello.
Scarsa capacità di capire, da parte della dirigente: di capire che non si deve agire gettando benzina sul fuoco. Specie se non c’erano in corso né atti terroristici né altro, come sembra che sia.
E sensibilità da maestrine della Cgil anche da parte dei politici e di certe forze politiche che cavalcano delle vere proprie scorregge barocche, ma non si preoccupano di impegnarsi nella soluzione dei veri problemi della gente: il pane, le condizioni di vita, un corretto modo di rapportarsi alle necessità dei cittadini – al di là dello stare a guardare se in una preghiera c’è scritto Dio, Gesù, Allah, Manitù o cos’altro.
Non sfugge da questo neppure la curia pistoiese, con il suo vicario in testa, che è sceso in campo sul nulla, mentre sull’Aias – che sembra essere uno scandalo nazionale – non ha fatto una sola parola.
Bravi. Bravi tutti!
E ora che tutto è finito e che i carabinieri hanno chiuso il fascicolo – sul quale, peraltro, ben poco hanno dovuto sudare, visto che c’era, come abbiamo letto, un numero di telefono –, ora vedremo cosa farà la procura della repubblica di Pistoia che – come spesso ama ripetere il suo procuratore capo, dottor Dell’Anno – preferisce mantenere bassi profili perfino su fatti di ben altra rilevanza come, ad esempio, l’inceneritore di Montale, in cui non sembra esserci una sola cosa che vada.
Il vero problema di questa nazione e, giù giù, di questa provincia, è la melassa della mentalità marmellatosa con cui tutto deve essere trattato con il più vieto e inammissibile conformismo, buonismo e sciocchismo. È la serie infinita dei bamba – come dicono al nord – che governano un popolo di intimiditi e ricattati in nome del bene collettivo che stabiliscono solo loro con accordi trasversali maggioranze/opposizioni/banche/associazioni/istituzioni e quant’altro.
Davvero non abbiamo speranza e non ne avremo finché ciascuno di noi non avrà una chiara visione e percezione del proprio ruolo senza dover andare a infilarsi in culi di sacco di questioni che non portano da nessuna parte perché irrilevanti e perché inconcludenti.
È per questo che crediamo che tutti, indistintamente, debbano essere bacchettati per questa sorta di follia collettiva insensata e strumentalizzatissima.

Insomma, dato che siamo a scuola, zero a tutti!
e.b. blogger
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[Domenica 1° maggio 2011]

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