PISTOIA. Checché ne neghi l’assessore Lucchesi, per la quale il degrado non esiste (sembra di leggere certe pagine della peste di Milano in Manzoni; o la teoria negazionista dell’olocausto e di Auschwitz…) la città è questa: e nessuno può dire il contrario.
Agli organi di stampa – in questo caso La Nazione – il compito di documentare.
Agli uomini di buona volontà quello di commentare.
Il risultato che abbiamo sotto i nostri occhi – e credo che non possa e non debba sfuggire a nessuno – è quello auspicato dalla scuola della liberazione che si sviluppò in Italia dal 1968 in poi.
Una scuola bene accolta dalle sinistre, che ne fecero un proprio cavallo di battaglia con l’affrancare il bambino da qualsiasi norma restrittiva, costrittiva e, in quanto tale, fascista. A cominciare dall’insegnamento della grammatica, considerata come la Bibbia dei borghesi – e, come la Bibbia, rifiutata perché dura, ostica e faticosa da studiare e da insegnare.
Gli asili iniziarono a fare scrivere i bambini sui muri. Ed oggi il risultato è evidente.
Nel mondo della nostra scuola ci sono state troppe mamme e troppe maestrine della liberazione – e non si parla solo di scuole materne, sia chiaro.
E la liberazione, come ognun sa, si sviluppò anche dalla teologia della liberazione, bene accolta dalla sinistra in ascesa travolgente negli anni 70.
Per forza l’assessore Lucchesi non vede degrado a Pistoia!
Anche lei è nata e cresciuta in quel clima: anche a lei, a scuola, hanno insegnato a scrivere sui muri…
e.b. blogger
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[Martedì 4 ottobre 2011 – © Quarrata/news 2011]
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