lunedì 23 maggio 2011

RIGORE E IMPUNITÀ




PISTOIA. Ogni giorno che passa ci rendiamo sempre più conto che qualcosa non va in questo nostro Paese delle molte regole e delle più troppe impunità.
Stamattina a farci scandalizzare senza speranza – dato che nessuno veglia su nulla che non sia di suo solo e specifico interesse e/o gradimento: almeno così sembra; e dìteci se ci sbagliamo o no – è l’ultima trovata dei vigili urbani di Pistoia, agli ordini del loro preparatissimo e indefettibile capo.
Badate bene: non ci scandalizzano le multe da 5 mila euro. Non ci fanno impressione le giustificazioni che Napolitano, su La Nazione, porta convincentemente a motivazione della raffica dei provvedimenti amministrativi di una pubblica amministrazione che tutto è fuorché una friendly administration come la avrebbe voluta il prof. Allegretti, di ispirazione – se non erriamo – progressista.
Che la legge è legge noi lo andiamo ripetendo da decenni. Solo che a Pistoia c’è la legge che si applica e quella che si interpreta. E questo non è giusto.
E mentre i vigili urbani la applicano senza pietà – basta tornare indietro e vedere i trattamenti con le centinaia di multe degli autovelox, dei t-red e della porta di piazza San Francesco, dove alcuni automobilisti sono stati colpiti per uno sgarro di entrata a soli 3, 2 e perfino 1 minuto dal limite consentito (e già questo è uno scandalo di per sé) – nessuno che dovrebbe vigilare applica lo stesso dovuto rigore nei confronti dei vigili e dei loro t-red tarocchi che, dopo avere mietuto (come quello di Porta San Marco) migliaia di euro di multe, al momento che si è dovuto sostituirli perché palesemente irregolari, nessuno che avrebbe potuto e dovuto, nonostante le polemiche sulla stampa, si è preso la briga di aprire un’inchiesta e rimettere le cose in pari, punendo le colpe – se c’erano – e facendo chiedere scusa alle vittime del non-dovuto rigore.
E non lo ha fatto solo perché – usiamo le parole dello stesso dottor Dell’Anno riferite all’inceneritore di Montale – tutti preferiscono, in molti casi, mantenere un basso profilo.
Ma alla gente comune, a quella che prende le multe e deve aprire il portafoglio, specie se ingiustamente, interessano davvero i bassi profili? O non sa, piuttosto, di che farsene di essi, e preferirebbe vedere che anche su chi vigila c’è chi vigila?

Se quella gente paga le tasse per essere difesa, perché alla fine non lo è mai?
Q/n
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[Lunedì 23 maggio 2011]

3 commenti:

  1. Caro Blogger,
    vorrei porle una domanda nella speranza di ricevere una risposta sincera. Secondo lei il Comandante avrebbe agito allo stesso modo se si fosse trovato ad operare nei suoi luoghi di origine?

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  2. Caro lettore,
    non credo proprio. E forse non glielo avrebbero neppure permesso...
    Sono stato sufficientemente sincero, secondo lei?

    e.b. blogger

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  3. Si! Ma purtroppo, proprio in virtù di ciò, mi chiedo come si possa realmente pensare all'unità nazionale quando nemmeno le norme più elementari sono applicate omogeneamente su tutto il territorio.

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