S.E. Mansueto Bianchi |
di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. È a dir poco sensazionale, eclatante, come la sinistra –
con la s minuscola – e la Chiesa - con la C maiuscola – abbiano
improvvisamente scoperto la povertà ed inizino a pensarla come ad una fonte,
tanto ideologicamente, quanto elettoralmente, irrinunciabile.
Lo dico
alla luce, o meglio, al buio, di quanto sentito oggi, a La Cattedrale (e dove, altrimenti?) di Pistoia, un tempo cuore
palpitante in polmoni cosparsi da amianto della San Giorgio, nelle relazioni di
saluto ed introduttive pronunciate, in sequenza, da Mansueto Bianchi, Vescovo
di Pistoia, Samuele Bertinelli, Sindaco della città, ed Enrico Rossi,
Presidente della Regione Toscana, che hanno di fatto aperto la Settimana
Sociale dei Cattolici Toscani.
In prima
fila, con la papalina rossa, a distinguerlo da tutti gli altri porporati seduti
alla sua sinistra, Giuseppe Betori, Cardinale di Firenze, lo stesso che qualche
tempo fa spedì in esilio spirituale alla Romena don Alessandro Santoro, parroco
delle Piagge, reo, da cristiano, di
aver consacrato un amore con la celebrazione delle nozze tra un uomo
congiuntosi con una transessuale.
Ma ora c’è
aria nuova, in Vaticano. Dopo le dimissioni di Ratzinger, sul soglio pontificio
è salito un argentino, che non so se, per indole o necessità, abbia
improvvisamente posto l’accento, nei confronti della sua comunità popolata da
miliardi di credenti e praticanti, sulla povertà, che produce sudditanza,
isolamento, perdita della dignità, discriminazione, fino alle sue frange più
estreme, la disperazione, che trova sfogo e si placa solo con il suicidio.
La chiesa
– con la c minuscola – i suoi paladini di povertà li ha sempre avuti,
beninteso: a partire da quel don Milani, maestro ispiratore dei padri
comboniani, come padre Alex Zanotelli (mai invitato dal papa dimissionario,
nonostante la sua battaglia su un bene essenziale, come l’acqua), che ha
trascorso una vita al fianco dei più poveri del mondo, quelli che muoiono di
fame, sete e stenti nella baraccopoli di Korogocho, alle porte di Nairobi.
Anche la
Sinistra – con la S maiuscola – iniziò agli albori del diciannovesimo
secolo a perorare le cause degli ultimi, dimenticandosi però, con l’incombente
ricchezza che sgomitava nei corridoi e lo sviluppo industriale ed economico,
che gli ultimi sono una razza che non finisce mai, di nascere e di stupire, e
che abbassare la guardia vuol dire
lasciarsela alle spalle e perderla di vista e che oggi, per riconquistare
quella platea che si va ingrossando di ora in ora, con punte di dolore e
disperazione incontrollata ed incontrollabile, invece che fare mea culpa, accusa quella parte del nuovo
che avanza, il grillismo, di disfattismo.
Ora,
però, ora che la Sinistra – con la S maiuscola – ha esaurito le scorte di ossigeno per alimentare se stessa
e che la chiesa – con la c minuscola – ha posto alla guida del suo regno
effimero, perché terreno, di Roma, un pastore fuori dal coro, improvvisamente
si è tornati ai santi vecchi, così
vecchi che temo siano morti, uccisi dal Capitalismo, che a differenza della
Chiesa e della Sinistra, in tutto questo tempo ha continuato a lavorare
alacremente, senza mai andare in vacanza.
Ce lo
dice la “finanza selvaggia” – che piace così tanto
anche a tanti pistoiesi cattolici…
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 3 maggio 2013 | 21:16 - © Quarrata/news]
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