venerdì 3 maggio 2013

LA ‘SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI TOSCANI’ (MA CON UNA PUNTINA DI PEPE…)


S.E. Mansueto Bianchi
di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. È a dir poco sensazionale, eclatante, come la sinistra – con la s minuscola – e la Chiesa - con la C maiuscola – abbiano improvvisamente scoperto la povertà ed inizino a pensarla come ad una fonte, tanto ideologicamente, quanto elettoralmente, irrinunciabile.
Lo dico alla luce, o meglio, al buio, di quanto sentito oggi, a La Cattedrale (e dove, altrimenti?) di Pistoia, un tempo cuore palpitante in polmoni cosparsi da amianto della San Giorgio, nelle relazioni di saluto ed introduttive pronunciate, in sequenza, da Mansueto Bianchi, Vescovo di Pistoia, Samuele Bertinelli, Sindaco della città, ed Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, che hanno di fatto aperto la Settimana Sociale dei Cattolici Toscani.

In prima fila, con la papalina rossa, a distinguerlo da tutti gli altri porporati seduti alla sua sinistra, Giuseppe Betori, Cardinale di Firenze, lo stesso che qualche tempo fa spedì in esilio spirituale alla Romena don Alessandro Santoro, parroco delle Piagge, reo, da cristiano, di aver consacrato un amore con la celebrazione delle nozze tra un uomo congiuntosi con una transessuale.
Ma ora c’è aria nuova, in Vaticano. Dopo le dimissioni di Ratzinger, sul soglio pontificio è salito un argentino, che non so se, per indole o necessità, abbia improvvisamente posto l’accento, nei confronti della sua comunità popolata da miliardi di credenti e praticanti, sulla povertà, che produce sudditanza, isolamento, perdita della dignità, discriminazione, fino alle sue frange più estreme, la disperazione, che trova sfogo e si placa solo con il suicidio.
La chiesa – con la c minuscola – i suoi paladini di povertà li ha sempre avuti, beninteso: a partire da quel don Milani, maestro ispiratore dei padri comboniani, come padre Alex Zanotelli (mai invitato dal papa dimissionario, nonostante la sua battaglia su un bene essenziale, come l’acqua), che ha trascorso una vita al fianco dei più poveri del mondo, quelli che muoiono di fame, sete e stenti nella baraccopoli di Korogocho, alle porte di Nairobi.
Anche la Sinistra – con la S maiuscola – iniziò agli albori del diciannovesimo secolo a perorare le cause degli ultimi, dimenticandosi però, con l’incombente ricchezza che sgomitava nei corridoi e lo sviluppo industriale ed economico, che gli ultimi sono una razza che non finisce mai, di nascere e di stupire, e che abbassare la guardia vuol dire lasciarsela alle spalle e perderla di vista e che oggi, per riconquistare quella platea che si va ingrossando di ora in ora, con punte di dolore e disperazione incontrollata ed incontrollabile, invece che fare mea culpa, accusa quella parte del nuovo che avanza, il grillismo, di disfattismo.
Ora, però, ora che la Sinistra – con la S maiuscola – ha esaurito le scorte di ossigeno per alimentare se stessa e che la chiesa – con la c minuscola – ha posto alla guida del suo regno effimero, perché terreno, di Roma, un pastore fuori dal coro, improvvisamente si è tornati ai santi vecchi, così vecchi che temo siano morti, uccisi dal Capitalismo, che a differenza della Chiesa e della Sinistra, in tutto questo tempo ha continuato a lavorare alacremente, senza mai andare in vacanza.
Ce lo dice la “finanza selvaggia” – che piace così tanto anche a tanti pistoiesi cattolici…

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Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 3 maggio 2013 | 21:16 - © Quarrata/news]

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