giovedì 2 maggio 2013

WALLACE. TRE FUORICLASSE, TRE TALENTI DI RARA BELLEZZA


di LUIGI SCARDIGLI

PRATO. Lasciali pure chiusi gli occhi, Riccardo (Onori), non serve che tu li apra: conoscete perfettamente, tu e la tua chitarra, la strada che resta da fare e riuscite a descrivere meravigliosamente quella che hai fatto fino ad ora. Continua a indossare ancora basco e camicia intonati, Franco (Santarnecchi): a un certo momento, quando il suond che produci con il tuo organo Hammond supera la tua sopportazione emotiva e le cellule linfatiche iniziano a difendersi, dovrai per forza di cose toglierli, entrambi; e tu, Cris (Pacini), prova a dimenticarti e dimenticare tutto quello che è successo fino ad un attimo fa e regalaci solo e soltanto i brividi che escono non tanto dal sudore con il quale tergi la sahariana, ma dalle conche del tuo sax e del tuo clarino.

È vero, ieri sera, al Wallace di piazza Mercatale, a Prato, con questi tre fuoriclasse, c’erano anche Carmine Bloisi alla batteria e Marco Luotto Polidori al basso, che si sono potuti fregiare di aver sopportato e supportato, per circa due ore, tre talenti di rara ed indubbia bellezza, assecondando ogni loro ripetuta e non certo preventivata stravaganza poetica, accidenti musicali che sono serviti a trasformare il concerto in un evento.
Anche la folla dei bikeristi che riempiva il piazzale, abituati, forse, ad un genere musicale più aggressivo, hanno dimenticato, per un po’, i tatuaggi tribali con i quali si sono decorati i corpi per lasciarsi dipingere – ma se ne andranno, purtroppo, statene certi – gli angoli cromatici del jazid, quello messo in scaletta dal quintetto.
Dagli Steps Ahead agli Yellow Yackets, da Lee Ritenour agli Special Efx, fino ad arrivare a Birdland, versione acustica, targata con il nome dei loro scrittori, i Water Report e non quella vocalizzata dai Manhattan Transfer, con la chitarra di Riccardo Onori a sostituire gli armonici di Jaco Pastorius.
Non ho molto altro da dirvi di una serata semplicemente memorabile come quella alla quale ho avuto il piacere, l’onore e la ferma volontà di assistere ieri sera; del mio stesso avviso e con le mie solite esigenze, del resto, c’era anche un mare di altri spettatori, mossi, probabilmente, da input diversi: molti musicisti a prendere appunti, come Michele Beneforti, accompagnato dall’insostituibile autista che gli consente di bere anche il secondo boccale di birra, suo padre; il Pagno, che ha imboccato la sua seconda stagione musicale; Leonardo Ricotti, sullo stesso palco la sera precedente e ieri confuso tra la folla e accompagnato dalla moglie e dalla piccolissima erede; Pee Wee Durante, un hammondista con i fiocchi che ha nella sua umiltà la dote artistica più grande e tanti altri strumentisti che non ho avuto il piacere di incrociare con lo sguardo.
I titolari della trattoria Lapo, sempre in piazza Mercatale, ieri, per la festa dei lavoratori, hanno preferito lasciare giù le serrande. E molta altra gente, con un pizzico d’invidia di chi è consapevole che non potrà mai arrivare a toccare, con mano, spiritualità così estreme, ma con tanta gratitudine le ha potute osservare dipingere da compagni di strada che hanno il dono, frutto di studi e rinunce, della musica.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Giovedì 2 maggio 2013 | 08:46 - © Quarrata/news]

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