domenica 9 gennaio 2011

MANETTI: «QUESTA È LA VERA DEMOCRAZIA PARTECIPATA»


Il sindaco di Quarrata non si rende conto che non può permettersi di trattare i suoi concittadini come delle Barbie: ora le prendo e ora le rimetto nel ripostiglio.
Non può fare questo e non può nemmeno permettersi di uscirsene con le parole con cui si n’è uscita sul suo blog stamattina: irrigidendosi sulle sue posizioni di assoluta intransigenza e di non-ascolto e finendo con l’irritare ancor più gli animi delle parti in causa. Le parti deboli, vogliamo dire; quei cittadini che, come Manetti, si sentono solo presi in giro, derisi, sbeffeggiati da comportamenti quantomeno dissociati e contraddittori.
Ecco i risultati della democrazia di Sergio Gori.
Oggi Manetti è uscito con due documenti in cui ribadisce il significato di partecipazione.
E conclude che «molto probabilmente nella testa dei nostri amministratori non è rimasta traccia di quel convegno (sulla partecipazione, n.d.r.)».
Ma forse perché gli amministratori di Quarrata non sembrano avere testa…

1.
Invio posta elettronica
(670 invii di posta elettronica)
Da Daniele Manetti
Componente della
Commissione per la partecipazione
A tutti gli amici di Quarrata

Le critiche del sottoscritto (vedi blog del Sindaco Sabrina Sergio Gori), durante l’ultima riunione della Commissione per la partecipazione riguardano i metodi per arrivare ad una partecipazione vera di tutti i cittadini, altro che estrazioni a sorte.
La partecipazione vera, secondo il sottoscritto e tanti altri cittadini – e questo ho cercato di spiegarlo innumerevoli volte – si raggiunge seguendo l’esempio del Comune di Grottammare, adattandolo chiaramente alle esigenze e alla realtà del Comune di Quarrata.
Questo comune adotta ininterrottamente dal 1994 la Democrazia partecipata.
Cittadini leggete la parte sottostante, ci vogliono solo pochi minuti.
Tutti gli altri tentativi di partecipazione sono surrogati e vengono completamente stravolti dai politici che non vogliono perdere il loro potere e da società di consulenza che confondono ulteriormente le idee.
Le assemblee non costano nulla e la Democrazia partecipata non deve costare nulla, l’unico costo richiesto è l’impegno degli amministratori di confrontarsi con i cittadini e recepire le loro istanze.
Le assemblee rimangono l’unico e reale mezzo per contare e portare avanti le vere problematiche dei cittadini.
Un saluto a tutti.
Daniele Manetti
* * *
2.
Da Daniele Manetti
A tutti gli amici di Quarrata

Il 16 aprile 2005 a Quarrata fu fatto un convegno (il sottoscritto era uno degli organizzatori) sulla Democrazia partecipata con il Sindaco di Grottammare (vedi sotto) e con il nostro Sindaco, in cui si ribadiva come veniva applicata, tramite le assemblee, la Democrazia partecipativa nel Comune di Grottammare, molto probabilmente nella testa dei nostri amministratori non è rimasta traccia di quel convegno.
Un saluto.
Daniele Manetti


Il  Comune di Grottammare è una città delle Marche, in provincia di Ascoli Piceno, con più di quindicimila abitanti. Si affaccia ad est sull’Adriatico. Grottammare è gemellata con Sal (Capo Verde), Argirocastro (Albania) e Itiuba (Bahia, Brasile).

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

* * *

Come funziona il processo partecipativo

Come è stato precedentemente accennato, il carattere perennemente evolutivo del percorso partecipativo non consente di tracciare un modello standard e  fotografare il processo in uno dei sui diversi stati non permetterebbe una visione adeguata del processo in questione; tuttavia è possibile descrivere il punto di arrivo della sperimentazione.
Dal 2003 Il processo partecipativo finalizzato all’approvazione del Bilancio, ma non solo, si compone di due momenti fondamentali: Gli “Amministratori ascoltano i Cittadini”, che inizierà a ottobre, e “Decido anch’io”.  Nella prima fase la Giunta raccoglie tutte le richieste d’intervento fatte dai cittadini impegnandosi, prima dell’inizio della seconda fase, a razionalizzarle e a sistematizzarle in tre settori distinti:

Segnalazioni

Sono quegli interventi che riguardano l’ordinaria amministrazione e sulla quale non c’è un grosso potere decisionale da porre in essere; sono, in altri termini, interventi di piccola entità (ma non per questo meno importanti)  che l’amministrazione non ha realizzato perché momentaneamente impossibilitata o semplicemente perché non né era al corrente. Una volta raccolte tutte le segnalazioni di tutti i quartieri, vengono accorpate e girate automaticamente agli uffici di competenza (vigilanza, manutenzione, ecc.).

Interventi di quartiere

Riguardano quegli interventi sulla quale il potere decisionale è decisivo e la realizzazione di una richiesta può escluderne un’altra; sono usualmente opere di che prevedono una spesa, usualmente di media importanza,  da parte del Comune e che per questo sono decise dalla base popolare. Anche queste vengono riportate in apposite schede che saranno consegnate all’interno del secondo ciclo Assembleare e sulla quale i cittadini potranno materialmente esprimere la propria preferenza. La Giunta si impegna a realizzare quella più richiesta all’interno di ogni Quartiere.

Interventi cittadini

Sono quelle richieste che riguardano tutta la città e non solo il quartiere di riferimento. Essi sono normalmente  “macro-interventi”  strutturali che impegnano il Bilancio Comunale in maniera piuttosto importante. Anche in questo caso le richieste vengono isolate e portate su delle schede dove i cittadini andranno ad esprimere la propria preferenza; chiaramente in questo caso la Giunta non si impegna a realizzare l’intervento entro l’anno (sarebbe demagogico farlo!) ma a prendere a titolo di sondaggio questo strumento per uno sviluppo condiviso dalla comunità di Grottammare.
La seconda fase, Decido anch’io, è quella che si svolge in autunno inoltrato e che vede il Cittadino ancora più protagonista, in quanto:

  • Il Sindaco rende conto delle risposte degli uffici tecnici a riguardo delle segnalazioni espresse nell’Assemblea precedente.
  • Esprimono la preferenza sugli interventi di quartiere, l’intervento più richiesto sarà realizzato entro l’anno.
  • Esprimono la preferenza sugli interventi cittadini.

Genesi
   
Le pratiche partecipative che sono state attuate nel Comune di Grottammare risalgono ai primi anni  ’90  con la vittoria alle elezioni Amministrative di una lista chiamata “Solidarietà  e Partecipazione” in una cornice politica, nazionale e locale, tutt’altro che agevole.
Tangentopoli aveva, di fatto, sgretolato il principale partito di riferimento del dopoguerra e una sistema elettorale fortemente maggioritario imponeva una dinamica centripeta  nella ricerca del consenso verso un centro che risultava fortemente destrutturato;  il disorientamento e la delusione dei cittadini verso una classe dirigente corrotta si riversava inevitabilmente nei confronti degli enti locali in quanto fronte più vicino e diretto della macchina statale.
Grottammare non solo non sfugge da questo senso di risentimento generale verso un periodo che in molti considerano la fine della I Repubblica, ma aggiunge proprie specificità che non fanno che aggravare ed aumentare il malcontento del tessuto sociale dell’epoca; dal dopoguerra fino a quel momento il dominio incontrastato di amministrazioni di centro mai avevano favorito forme di decentramento o partecipazione popolare avallando una previsione di sviluppo territoriale assolutamente sovradimensionato, lento e prevedibile.
Inoltre, nei primi anni ’90,  problemi all’interno della maggioranza non avevano permesso uno sviluppo lineare ed armonioso del territorio,  arrivando ben presto al commissariamento dell’amministrazione giunto a causa di dimissioni anticipate da parte del Sindaco.
È dunque in questo stato di cose prende vita a Grottammare un movimento chiamato Solidarietà e Partecipazione formato da persone provenienti dalla società civile (senza esperienza politica o amministrativa), come dai partiti tradizionali (Rifondazione Comunista, Verdi…) nonché da diverse realtà associative del luogo; movimento che si radica sempre più nel territorio e che individua nella partecipazione popolare uno dei suoi capisaldi facendo le prove generali sul proprio programma elettorale realizzato attraverso il coinvolgimento di un numero elevatissimo di cittadini ed elettori.
Si arriva, dunque, alle elezioni amministrative del 1993 in un forte stato di crisi a livello locale inserito all’interno di un quadro completamente  rivoluzionato del panorama politico nazionale; in questo contesto una sinistra divisa non riesce ad avere la meglio su una destra che, anche se di poco, vince la competizione elettorale e va alla guida del paese.
Basterà un anno ad evidenziare la fragilità della nuova maggioranza; nel 1994 si tornerà, infatti, alle elezioni.
Questa volta Solidarietà e Partecipazione e le forze del centro - sinistra troveranno un accordo programmatico che li porterà a vincere le elezioni.
Questo momento rappresenta la consacrazione per il movimento, che risulterà il più votato, nonché l’ “anno zero” del laboratorio partecipativo tutt’ora in essere nel comune dell’ascolano. 
In altri termini quello che era stato auspicato, promesso e ventilato in campagna elettorale in tema di partecipazione popolare doveva farsi adesso vera e propria azione di governo.
Non si può non precisare che parlare di partecipazione politica all’inizio degli anni ’90 non risultava facile come oggi; Porto Alegre in questo senso era molto più lontana, nessun Social Forum mondiale aveva portato a galla questa esperienza e soprattutto nessun caso del genere in Italia che potesse fungere da punto di riferimento.
Tuttavia la neo-amministrazione non si impaurì e cominciò a convocare le Assemblee cittadine prima della redazione del Bilancio di previsione annuale proprio per ricevere non solo una maggiore legittimazione, ma anche una funzionale conoscenza delle esigenze e delle problematiche della cittadina. 
Le successive conferme elettorali (1998  - 2003 - 2008) evidenziano che questo tipo di approccio nella gestione del territorio è stato a dir poco vincente e un analisi più approfondita del trend elettorale ne evidenzia anche la misura; se, infatti, incrociamo i dati delle elezioni amministrative con quelle dei risultati delle politiche scopriamo che a livello nazionale la popolazione grottammarese è di centro destra  mentre alle amministrative riversa il proprio consenso verso una lista spiccatamente di sinistra.
Questo ordine di considerazioni sul trend elettorale non è fatto per mero marketing – politico, ma per evidenziare che la cittadinanza ha individuato nell’attuale amministrazione un qualcosa da voler difendere al di là della “casacca” politica indossata dal corpo amministrativo; gli istituti di partecipazione popolare possono rappresentare a pieno titolo questo surplus qualitativo.

(C) Copyright 2009 – Comune di Grottammare (AP) – Riproduzione consentita con citazione della fonte.

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