mercoledì 12 gennaio 2011

PARTITO DEMOCRATICO (MA GLI UOMINI NO)


di Alessandro Romiti

Dopo aver letto, sul periodico Iod, l’intervista del dott. Mauro Goduto, che annunciava l’intenzione di ricorrere a un dispositivo giudiziale di ottemperanza della sentenza del Tribunale competente, nessuna risposta è pervenuta, né dal sindaco né dal diretto interessato dott. Nesti, comandate dei vigili urbani di Agliana.
È il caso di ricordare che il Tar ha stabilito che il vero vincitore del concorso di comandante dei vigili urbani di Agliana è goduto e non Nesti stesso, che però sta al suo posto comunque.
In questa incresciosa quanto incredibile vicenda – che sottende un’irregolarità grave perché negata nella sua evidenza e che perciò, rimanda a un possibile inciucio – colpisce altresì l’indifferenza (o arroganza) dell’amministrazione aglianese.
Dopo l’annullamento del concorso da parte del Tar (e non dal circolo del tennis o dall’oratorio) per la dimostrata esistenza di vizi sostanziali, ogni soggetto resta imperturbato sulla scena.
Il sindaco conferma l’incarico al comandate dei vigili urbani, che resta al suo posto! Sempre il sindaco, pur essendo il massimo esponente dell’autorità di polizia sul territorio (e lo è fattivamente, mancando la stazione di polizia di stato) omette di procedere all’ottemperanza, ovvero al rispetto di una sentenza di un tribunale della Repubblica.
La stessa sentenza richiama espressamente tale esigenza come riporta questo passaggio «Condanna il Comune di Agliana al risarcimento del danno in favore del ricorrente secondo i criteri specificati in motivazione. Condanna le parti resistenti, in solido fra loro, alla rifusione delle spese di giudizio che si liquidano forfettariamente in € 3.000,00 (tremila/00), oltre Iva e Cpa. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa».
Tale fatto pone il sindaco in contrasto con l’esigenza istituzionale non discrezionale, e perciò indiscutibile, di rispettare la legge che – giova ricordarlo – è  super partes e quindi è anche al di sopra al sindaco e ai suoi accòliti.
Ma non era proprio il sindaco che propugnava nei pubblici incontri richiami diretti alla suprema e nobile salvaguardia della Costituzione in difesa delle ragioni dei cittadini vessati dal governo centrale?
E allora sindaco, dobbiamo pensare che ad Agliana la legge non è, come dappertutto, uguale per tutti, ma usata alla bisogna e interpretata secondo la circostanza del caso?

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