Se qualcuno esprime liberamente la
propria opinione, inizia sùbito il classico ‘fuggi-fuggi’
PISTOIA. Se tornasse in vita Primo Levi e guardasse oggi l’Italia, non
esiterebbe a riscrivere il suo più famoso romanzo con un titolo diverso e
appropriato a questa sorta di Lager della democrazia forzata e del perbenismo
dilagante e imposto.
Scriverebbe Se questo è uno Stato
dopo avere letto di quanto è successo a due cittadini che, per protesta, hanno
rispedito le loro tessere elettorali a Giorgio Napolitano.
Dal Quirinale, infatti, nessun pudore
nel non volere né saper rispettare una decisione autonoma e, soprattutto, la
volontà di uomini nati liberi: e perciò liberi, anche, di rifiutare le tessere
elettorali per esercitare o meno il libero arbitrio di esprimere un voto
politico o amministrativo. Specie in momenti di disorientamento e di sostanziale
schifezza della politica, piena di guasti, di danni, di ruberie, di angherie,
di sopraffazioni, di imposizioni e menzogne.
È ovvio, però, che l’Italia ufficiale
alla fine non sa cosa dire e che pesci prendere.
Leggete bene cosa scrivono da Roma: si
rivolgono a Pistoia, perché l’anagrafe di Pistoia non nelle forme di legge (si
badi bene), ma «nelle forme e nei modi ritenuti più appropriati», restituisca le tessere ai cittadini interessati. Insomma, come dire? «Gente, le rogne grattatele voi»,
anche perché, onestamente, non c’è norma o regola o procedura o protocollo o altro
che preveda un caso di questa fattispecie, che si colora di una luce di squallore
e assoluta mancanza di rispetto della volontà umana.
E notate anche con quanto imbarazzo e
disappunto la dottoressa Amato restituisce agli interessati «quanto richiesto»:
Gent.mo Sign. Ceccarelli, le
inoltro quanto richiesto.
Cordiali saluti
Isabella Amato
––––––––––––––
Dott.ssa Isabella Amato
Comune di Pistoia
Funzionario U.O. Anagrafe, Stato
Civile, Leva ed Elettorale
Siamo dinanzi a qualcosa che fa
impressione e ripugna?
E quello in cui viviamo è uno
Stato che merita davvero un tal nome?
e.b. blogger
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[Mercoledì 6 febbraio 2013 | 19:31 - © Quarrata/news]
un'azione degna ... di e da Casa Savoia!
RispondiEliminaHo letto su La Nazione di oggi la notizia che il Quirinale ha rimandato ai comuni le tessere elettorali, che molti cittadini avevano mandato al Quirinale. Come motivazioni riporte: la protesta verso le ruberie, malversazioni e scandali di ogni tipo,
RispondiEliminaLa notizia relativa alle motivazioni, da quanto riportato da La Nazione sembra sia stata data dall’Assessore del Comune di Cutigliano Paolo Pistolozzi.
C’è voluto circa una giornata e solo ora sono venuto in possesso del documento con la motivazione per la quale sono state restituite, è la seguente:
“Dichiaro di restituire la mia tessera elettorale, rinunciando ad esercitare il mio diritto di voto alle prossime consultazioni elettorali, quale civile forma di protesta verso la nostra classe politica, tutta, insensibile alle necessità della popolazione e supinamente asservita a logiche partitiche che, togliendo un servizio primario alla salute, quale l'Ospedale Pacini di San Marcello Pistoiese, dimostra di non essere degna di rappresentarmi.”
Assessore Pistolozzi, prima di dare informazioni inesatte, si informi, altrimenti fa delle brutte figure.
Leggo poi sulla lettera di restituzione pubblicata da Quarrata News che il Quirinale ha scritto un generico “ quale segno di protesta”; invece di riportare l’intera motivazione per la quale erano state inviate, affinché anche i sindaci, che vivono in un loro mondo, con un unico interesse, il loro personale, conoscessero con esattezza la motivazione, anche se dubito che la cosa gli possa interessare.
Riguardo al Quirinale, massima Istituzione a garanzia della tutela e degli interessi dei cittadini, meglio lasciar perdere e stendere un velo pietoso.
Chi l’ha restituite, non deve essere deluso, anzi si deve sentire orgoglioso del gesto, se non altro per averci messo la faccia, a differenza dei sindaci che hanno tradito la fiducia di tutti i cittadini, ingannandoli quando era da oltre un anno che avevano siglato l’accordo con la ASL e continuavano ancora ad ingannare con le varie commissioni e gruppi di lavoro che facevano credere che si confrontassero ancora con vigore e passione su possibili vantaggiosi accordi.
Ma questi poveri componenti della commissione, perdoniamoli, ci sono cascati anche loro, per salvare la faccia alla politica.