domenica 24 febbraio 2013

AGLIANA, DOVE LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI

Il Sindaco Eleanna Ciampolini ci scrive e Quarrata/news risponde

AGLIANA. Dopo il nostro post dallo stesso titolo di questo (vedi), abbiamo ricevuto, dal Sindaco Eleanna Ciampolini, la precisazione che segue:

Si dice sia prima regola di buon giornalismo assicurarsi di aver valutato l’esattezza della notizia che si pubblica anziché basarsi esclusivamente su ‘ci dicono’.
Quando ho deciso di utilizzare la civetta in questione mi sono preventivamente informata su quali fossero le corrette modalità della sua esposizione e ciò a maggior ragione in rispetto del ruolo amministrativo che ricopro; come indicato è stato fatto negli ultimi 20 giorni.
Si badi bene che detta civetta è stata esposta su area privata e non su marciapiede o area pubblica.

Qualsiasi cittadino può notare che altri esercizi, sul proprio spazio privato, utilizzano segnalazioni analoghe relative alla propria attività (es. un ristorante che indica i propri piatti) e non incorrono in nessuna sanzione.
Ovviamente diverso è l’utilizzo di uno spazio pubblico.
La diversa colorazione della pavimentazione, che delimita il marciapiede pubblico dallo spazio privato, avrebbe dovuto insospettire il solerte giornalista prima di ergersi a paladino unico della Legalità e della Democrazia sul territorio aglianese.
L’impressione è che, ancora una volta, si utilizzano false informazioni al solo fine di screditare la mia figura di Sindaco con l’aggravante di coinvolgere una legittima attività commerciale che svolgo con altre persone.
Eleanna Ciampolini

TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITÀ SOCIALE E SONO EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE: ANCHE I SINDACI

Ma evidentemente la Signora Ciampolini questo non lo sa né riesce a immaginarlo.
Tant’è che ieri, per ben due volte (prima con una mail delle 9:21 e poi con una seconda mail delle 12:48), ha insistito perché pubblicassimo la sua ‘rettifica’ a tamburo battente con considerazioni e motivazioni che, nel mentre non tenevano presente le norme, erano evidentemente suggerite da un palese desiderio di trattamento ‘personalizzato’.
Ebbene: non riporteremo le sue ragioni arbitrarie perché, oltre che destituite di qualsiasi fondamento giuridico, non sembrano per niente onorevoli per un primo cittadino.
Insistiamo, però, a dirle e a ricordarle che non tenti mai più di ottenere privilegi.
Davvero questo blog ritiene la legge sovrana e, all’interno di essa e nel pieno rispetto delle norme, si comporta e si comporterà sempre con la Signora Eleanna come con qualsiasi altro cittadino di questo Paese.
Q/n
Il Sindaco di Agliana, quello stesso che rappresenta tutti i cittadini e la Legalità; quel Sindaco che non ha aperto bocca dinanzi all’arresto assai discutibile di un cittadino (un suo collega commerciante) che teneva semplicemente un cartello in mano, non ama evidentemente essere al centro dell’attenzione: forse perché, con la presunzione del potere che esercita secondo il dispotismo del suo compagno Bassanini, sente di dover essere stimata di natura divina e non – com’era e fu un tempo la politica – come una “servitrice del popolo e della collettività” con prerogative esplicite di cui, peraltro, il suo democratico partito la ammanta.
E mentre non sa esprimersi su un episodio che sembra da regime balcanico se non peggio, si irrigidisce sùbito se qualcuno poggia l’occhio e ragiona di cose che anche semplicemente la sfiorano: eppure la legge è chiara quando dice che i primi della fila non solo sono giustamente più sotto il mirino dell’osservazione, ma su di loro è anche giusto e legittimo che i confini della continenza possano innalzarsi molto al di sopra del normale: o altrimenti devono starsene a casa senza entrare nelle stanze dei bottoni. Insomma, il diritto di critica è più ampio, quanto più ampia è la funzione pubblica, la figura pubblica, la visibilità pubblica.
È dunque molto sconcertante che lei, che non sa dire parola per l’arresto di un suo collega commerciante, reo solo dell’esposizione di un cartello lecitissimo, abbia l’improprio ardire – per non dire la faccia tosta – di insegnarci a fare il “buon giornalismo”.
Si può rispondere solo che lei pensi a fare il buon Sindaco, che al buon giornalismo ci pensiamo noi, avvertendola che quel “ci dicono” non è una invenzione, ma un concreta registrazione audio di una decina di minuti su cui manterremo, ovviamente, il più stretto riserbo per volontà di chi ha parlato e per tutela e riservatezza delle fonti – una virtù, questo silenzio, che non sembra molto caratteristica di gran parte della pubblica amministrazione, perfino di quella che lei stessa presiede.
Ma più che buoni giornalisti, la signora Eleanna vorrebbe che noi fossimo dei veri e propri indovini con la palla di cristallo in mano: indovini pronti a desumere, da una diversa (e quasi impercettibile) colorazione sul marciapiede, dov’è che finisce il pubblico e dov’è che inizia il privato. Ora è pacifico – crediamo – che non esiste nessuna norma, nel nostro ordinamento, che chiarisca presuntivamente, di diritto e quindi di fatto, che un colore diverso significhi proprietà privata anziché pubblica.
Ma vorremmo dire di più e di meglio, perché la Signora Eleanna capisse più a fondo e definitivamente.
Di solito (e non è il nostro caso) per preservare una proprietà privata, occorrono termini (= pilastri, confini…), indicazioni e cartelli. Non di rado accade che, su piazzali e parti di essi, coloro che intendono affermare e mantenere il diritto di proprietà, inseriscono piastre metalliche su cui si legge «Proprietà Privata»: cosa che, sull’area in questione, non ci risulta ci sia né che ci sia stata nei vent’anni e passa precedenti, da quando, cioè, quella superficie veniva pubblicamente transitata da tutti, tantoché si può parlare – nella fattispecie – perfino di un uso costante e pacifico da parte di qualsiasi cittadino italiano fino alla costituzione di una vera e propria servitù pubblica.
Con più – e per di più – se il Sindaco avesse la bontà di riguardare bene le foto che qui pubblichiamo, si renderà conto che perfino la sua pubblica amministrazione usa ed abusa dello spazio (che lei definisce privato) per lasciarvi sopra il cartello-transenna del Comune, che serve a chiudere la strada della discordia e degli arresti.
Ma questo – in aggiunta – non avviene solo ora che la signora Eleanna ha in affitto l’immobile in cui gestisce con altri la libreria: ciò avveniva anche lo scorso anno, come si potrà notare da altra foto che pubblichiamo e che ci mostra il famoso cartello-transenna su suolo ‘privato’ e non solo.
È dunque da tempo immemorabile che quello spazio ‘privato’ è, nell’immaginario e nella coscienza collettiva degli aglianesi, uno spazio di tutti, datoché nessuno lo ha mai espressamente indicato come privato e che, come tale, per rimanerlo dinanzi al transito pedonale, andrebbe – forse – chiuso per un certo periodo di giorni all’anno.
Non si irriti troppo, dunque. E non supponga troppo con le sue impressioni o le sue ipotesi o errate idee-opinioni baconiane: non è perseguitata né altro.
Accetti, invece, di buon grado, di poter e dover essere, 24 ore su 24, sotto osservazione: e ogni volta fornisca, com’è suo preciso dovere, e senza tanti discorsi moraleggianti, le giustificazioni che la renderanno “libera dal peccato e sicura da ogni turbamento”. Perché, in fondo, la democrazia è proprio questo: saper accettare, anche da parte di chi ha il potere in mano, che il “primo” sia il più soggetto al giudizio degli altri tutti.
La ringraziamo di averci risposto e, soprattutto, confidiamo che, in futuro, lo faccia ancora dinanzi a nostre petulanti, quanto legittime e doverose osservazioni – che le piacciano o no.
E a proposito… Siamo in regola con il pagamento dei diritti della pubblicità?

Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 24 febbraio 2013 | 16:22 - © Quarrata/news]

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