di EDOARDO BIANCHINI
PISTOIA. Le 16 si stanno avvicinando a grandi passi e i soci della
Fondazione Caripit si apprestano – a quanto pare – a votare e approvare il
bilancio preparato, presumibilmente, secondo le direttive specifiche del
Chiar.mo Ivano Paci, il Professore delle banche.
Peccato che una vocina carbonara
ci abbia scritto una letterina che lascia forti dubbi sulla chiarezza della
stesura medesima del bilancio.
Obiettivamente non siamo sicuri di dire
cose certe: anche perché, dato che abbiamo fatto il liceo classico e non l’avviamento
commerciale come il Chiar.mo Prof. cattedratico, potremmo – per così dire –
incorrere in errori di valutazione tecnica. E se così fosse, chiediamo sùbito e
umilissimamente perdono e ce ne scusiamo.
Ci resta però, in mano, la soffiata
di questa letterina che ci turba e che dice:
«Per
quanto riguarda i titoli “fresh”, la cui valutazione avrebbe dovuto essere
effettuata al “fair value” (art. 2427 bis C.C.), dove per “fair value” si
intende, secondo i principi contabili internazionali, il valore di mercato,
viene previsto (nel bilancio della Fondazione – n.d.r.) un semplice
accantonamento generico di € 2.000.000,00 (2 milioni – n.d.r.).
Maliziosamente in Nota Integrativa viene comunque indicata la
valutazione dei titoli in questione al 31 dicembre e quindi, indirettamente, la
perdita sopportata che è più alta dell’accantonamento effettuato. Ti domando: qual
è il valore di mercato di quei titoli al 31 dicembre con tutto quello che è
successo? Quanto pagheresti per acquistare quello che allo stato attuale sembra
carta straccia? La risposta equivale alla perdita che doveva, in base ai
criteri previsti dalla legge (quadro fedele), essere imputata a conto
economico».
Noi non capiamo molto la ragioneria, ma… se la vocina
carbonara della lettera avesse ragione? Non vorrebbe dire che il Chiar.mo
Prof. avrebbe fatto una cosiddetta furbata?
E a questo proposito ci
rivolgiamo al collega Fabio Calamati pregandolo di fare, riguardo a questo, una
specifica domanda al Prof. Ivano: dato che a lui Paci risponde e a noi, invece,
no (forse perché noi abbiamo fatto il liceo classico e lui no: e ne sente la
mancanza).
Ad ogni buon conto,
se fossimo soci della Fondazione, dinanzi a un’osservazione di questo genere
vorremmo vederci molto più chiaro e – con un po’ di coraggio –, prima di
avallare qualcosa che potrebbe non essere in perfetta regola, preferiremmo
alzare la manina e astenerci: chiedendo, ovviamente, prima, di rimandare l’approvazione
del bilancio-Paci fino a dopo una convincente expertise esterna alle stanze del
potere.
Riflettere, in molti
casi, fa meglio, crediamo.
Che ne pensano gli
avvocati Bujani e Turco…?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Giovedì 2 maggio 2013 | 14:08 - © Quarrata/news]
Nessun commento:
Posta un commento
MODERAZIONE DEI COMMENTI
Per evitare l’inserimento di spam e improprie intromissioni, siamo costretti, da oggi 14 febbraio 2013, a introdurre la moderazione dei commenti.
Siamo dispiaciuti per i nostri lettori, ma tutto ciò che scriveranno sarà pubblicato solo dopo una verifica che escluda qualsiasi implicazione di carattere offensivo e penale nei loro interventi.
Grazie.