di EDOARDO BIANCHINI
Una sfilza di errori e di maldestri
tentativi di intimidire e fermare la libertà di stampa e di informazione
AGLIANA. In un film recentemente ritrasmesso anche su una delle reti
del detestato Berlusca, Destini incrociati,
il sergente William Dutch Van Den Broek (Harrison Ford) dice a Kay Chandler
(una più che splendida Kristin Scott Thomas), preoccupata di essere stata
fotografata insieme a lui da dei suoi conoscenti, di non tremare troppo perché «alla
fine tutti sanno tutto di tutti». E questo accade tanto più, quanto più ci si
affanna a nascondere le cose, come i gatti la cacca. Del resto lo avete visto
anche voi tutti l’aereo uscito fuori pista a Fiumicino: un aereo coperto di
simboli dell’Alitalia, scotennato e portato al colore bianco Carpatair, il
giorno seguente, cosa che ha insospettito la magistratura che ha messo sotto
inchiesta l’Alitalia, già del padre del brillantissimo compagno Colaninno,
giovine rampante ministro-ombra del Pd.
La stessa cosa succede – fatte le
debite proporzioni – alla Misericordia di Agliana.
Ha fatto un casino inenarrabile per
dimostrare di essere lavata con Ace gentile e Perlana: convoca un’assemblea
plenaria in cui prende tutti per il culo non producendo altro che Fresh
di cartastraccia, ma nessun bilancio; riconvoca un’assemblea ieri sera (alla
quale sembra che non fossero presenti più di 35 ‘adepti’ e, fra l’altro,
Artioli si rende irreperibile e manda qualcun altro a parlare, dicono) e giù e
giù, sempre più in giù, fino a pensare, a impancare, a escogitare, a
elucubrare, a mestare e rimuginare quale possa essere il sistema di fermare dei
Giornalisti (con la maiuscola) che – ci spiace da morire per Artioli & C. –
ma stanno solo facendo maledettamente bene il loro maledetto mestiere.
Svòltola – la Misericordia – mari e monti (e magari fosse stato
quello con la M maiuscola!); entra nelle canoniche, arriva all’Ordine dei
Medici e – sembra – va perfino dagli avvocati. Ma a che fare? A chiedere l’impossibile:
solo che, come dicono gli avvocati, nemo ad impossibilia tenetur:
nessuno può garantire una cosa impossibile. E chiedere a un legale di farci
paura “perché non possiamo e non dobbiamo usare il marchio della Misericordia”
è – udite udite – come pretendere che il Corriere della Sera, quando
parla del Monte dei Paschi di Siena, non faccia vedere il logo della nobile
banca del Pd, ma sia costretto a inserire, al suo posto, l’immagine sofferente
di Santa Caterina da Siena.
E noi, quando parliamo della
Misericordia, cosa dovremmo metterci? Il campo sportivo o l’insegna della
Scintilla per non urtare la sensibilità di Artioli?
Un Artioli che – ci riferiscono – avrebbe
perfin detto di essere pronto a rassegnare le sue dimissioni (e qualcuno
aggiunge: perfino dalla Fondazione; e qualcun altro ci appoggia, pronto perfino
a riaprire il tesseramento dei soci). Ma questo è tutto un dire, anche se nel
dire c’entra di tutto e di più. E c’è anche la verità – almeno un po’.
Il problema è che da anni – almeno dalla
macellazione della Prima Repubblica in poi e per tutta la Seconda Repubblica
degli sconci – nessuno ha più avuto a che fare con un giornalismo vero e
grintoso, scomodo e impietoso, rigoroso e che non demorde, che non fa sconti,
che non vuole andare necessariamente d’accordo con il potere (qualsiasi potere)
perché il potere gli fa ombra e nausea, buono com’è solo a mantenere se stesso
e a foraggiare gli oppositori.
Oggi, poi, che c’è stato anche il
volantinaggio della nostra assemblea pubblica prevista per il 13 febbraio
prossimo, l’adrenalina era alle stelle, i defibrillatori della Misericordia non
bastavano – e ve lo dice uno che è uscito da un arresto cardiaco di quasi 20
secondi.
Abituatevi, cari amici e compagni della
Misericordia, a questa novità. Abituàtevici perché è quella che rappresenta il
vero succo dell’art. 21 della Costituzione, quello a cui si rifà, assai
impropriamente, anche il dottor Ferdinando Santini nel commento
a questo post, e per il quale gli bacchettiamo le nocche delle mani.
Una volta le sinistre urlavano –
assecondando il femminismo acuto – tremate, tremate, le streghe son tornate!
Poi le donne (anche di sinistra) sono diventate più mosce delle borghesi
con l’erre moscia di Tremonti.
Le streghe non sono più tornate: ma un
giornalismo diverso sì, purtroppo. Il nostro.
E nessuno creda di ammansirlo o
rabbonirlo gingillandosi, rigoroso e incazzato com’è!
P.S. – Neanche stavolta abbiamo detto
male dei volontari, ai quali va tutto il nostro apprezzamento. Quando parliamo
di Misericordia, vogliamo semplicemente indicare la direzione d’orchestra.
Chiaro?
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[Giovedì 7 febbraio 2013 | 19:52 - © Quarrata/news]
di certo è meglio che artioli ci vada poco dagli avvocati, non gli avessero a costare quanto quelli per le cause ai mangoni...
RispondiEliminaEh no! Mi spiace ma tu hai sbagliato. E neanche di pooo.... E non gli costono niente.... a lui!
RispondiEliminaPovera gente!
MDB
Ma davvero hanno pensato di impedire a un blog giornalistico di utilizzare, a corredo dei suoi articoli, il logo della Misericordia ? Non posso crederlo ! Se é vero, Misericordia "de" che ?
RispondiEliminaChiedo scusa al Governatore Artioli per questo appello pubblico.
RispondiElimina"Perdona e sarai perdonato",sei governatore di una opera di carità,nata nella chiesa cattolica Apostolica Romana, Rispetta e osserva lo statuto,di oltre cento anni fà,se non ti va bene "dimettiti".
Non coinvolgere i volontari che sono ammirevoli.
La stampa ha bussato,il vangelo insegna:
"bussa e ti sarà aperto"
" La Misericordia è un libro aperto,non ha nulla da nascondere,non vi sono segreti fatti in un confessionale,affronta pubblicamente i tuoi detrattori.ricordati che " La superbia è un peccato"
Perdonami se ti ho offeso