di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Rappresentazione anomala – Rain man –, quella alla quale ho assistito ieri sera, al Manzoni.
Perché in scena, al di là della bravura dei due mattatori così tangibile da
potersi tagliare con un coltello, non è andata una commedia, ma una vera e
propria trasposizione cinematografica, con una fedeltà riproduttiva quasi irritante.
La storia dei due fratelli, l’autistico
Raymond e l’arrivista, sulla via del fallimento, Charlie, è sin troppo nota,
soprattutto da quando Tom Cruise e Dustin Hoffman l’hanno scaraventata sugli
schermi di tutto il Mondo. Ma non lasciatevi trarre in inganno dalla
familiarità con la quale ogni appassionato d’arte si senta autorizzato a
raccontare la trama del film e a dire la propria sulla diversa abilità dell’autismo.
Il regista, Saverio Marcone, coadiuvato da Gabriela Eleonori, si è infatti
sbattezzato, per non cedere e cadere in macchiettisti
di riprodurre, quasi con maniacale fedeltà le due figure che hanno troneggiato
al cinema: Luca Bastianello (Charlie) somiglia in modo imbarazzante a Tom
Cruise, l’avido giovanotto che solo quando è costretto ad occuparsi della metà
dell’eredità lasciata dal padre scopre la presenza, devastante, del fratello
maggiore, che pensava fosse solo un sogno e una proiezione adolescenziale; Luca
Lazzareschi invece (Rymond) ricorda l’impareggiabile Dustin Hoffman solo nella
sconcertante e ossessiva ripetitività con la quale, l’autismo, si manifesta
agli altri e si impossessa delle proprie vittime.
È vero, non c’è alcun dirazzamento
rispetto alla fonte cinematografica originale: tutto è riprodotto e
trasportato, dalla cinepresa, al palco, con una maestrìa scenografica, quella
di Gabriele Moreschi, semplicemente imponente, un gioco di sfondi a
rappresentazione geografica che altro non riproducono poi che i vari
compartimenti stagni con i quali Raymond riesce a muoversi e ad interagire con
il mondo. Funzionali, nella loro umile
dissociazione, i compendi offerti da Valeria Monetti, Gian Paolo Valentini,
Irene Valota e Beppe Chierici, che rappresentano, consapevoli delle loro figure
sfacciatamente secondarie, la segretaria-fidanzata di Cruise, il medico di Rain man
nonché fiduciario del patrimonio dell’ingente eredità, la prostituta che cerca
di abbordare Hoffman a Los Angeles e il legale che dovrà decidere l’eventuale
affidamento dell’autistico alle cure del fratello.
Oggi pomeriggio, alle 17:30, presso il
Saloncino del teatro, sorretto da Francesca Marchiani che sostituirà Saverio
Barsanti come nocchiere e padrone di casa, si consumerà il rituale e gradevole
incontro del cast con la popolazione più interessata. Ma visto che sulla bontà
della pellicola e sulla raffinatezza della rappresentazione teatrale c’è ben
poco da obbiettare, l’ago della conversazione si sposterà, con molta
probabilità, sugli effetti dell’autismo, che verranno supportati da Galileo
Guidi, membro dell’associazione dei familiari di soggetti affetti da autismo e
da altri illustri addetti ai lavori, certosini e delicatissimi, di questa rara
e per alcuni versi tragicomica diversabilità.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 2 febbraio 2013 | 07:47 - © Quarrata/news]
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