sabato 2 febbraio 2013

RAIN MAN. L’UOMO, LA PIOGGIA E LA STORIA DI DUE FRATELLI


di LUIGI SCARDIGLI

PISTOIA. Rappresentazione anomala – Rain man –, quella alla quale ho assistito ieri sera, al Manzoni. Perché in scena, al di là della bravura dei due mattatori così tangibile da potersi tagliare con un coltello, non è andata una commedia, ma una vera e propria trasposizione cinematografica, con una fedeltà riproduttiva quasi irritante.

La storia dei due fratelli, l’autistico Raymond e l’arrivista, sulla via del fallimento, Charlie, è sin troppo nota, soprattutto da quando Tom Cruise e Dustin Hoffman l’hanno scaraventata sugli schermi di tutto il Mondo. Ma non lasciatevi trarre in inganno dalla familiarità con la quale ogni appassionato d’arte si senta autorizzato a raccontare la trama del film e a dire la propria sulla diversa abilità dell’autismo. Il regista, Saverio Marcone, coadiuvato da Gabriela Eleonori, si è infatti sbattezzato, per non cedere e cadere in macchiettisti di riprodurre, quasi con maniacale fedeltà le due figure che hanno troneggiato al cinema: Luca Bastianello (Charlie) somiglia in modo imbarazzante a Tom Cruise, l’avido giovanotto che solo quando è costretto ad occuparsi della metà dell’eredità lasciata dal padre scopre la presenza, devastante, del fratello maggiore, che pensava fosse solo un sogno e una proiezione adolescenziale; Luca Lazzareschi invece (Rymond) ricorda l’impareggiabile Dustin Hoffman solo nella sconcertante e ossessiva ripetitività con la quale, l’autismo, si manifesta agli altri e si impossessa delle proprie vittime.
È vero, non c’è alcun dirazzamento rispetto alla fonte cinematografica originale: tutto è riprodotto e trasportato, dalla cinepresa, al palco, con una maestrìa scenografica, quella di Gabriele Moreschi, semplicemente imponente, un gioco di sfondi a rappresentazione geografica che altro non riproducono poi che i vari compartimenti stagni con i quali Raymond riesce a muoversi e ad interagire con il mondo. Funzionali, nella loro umile dissociazione, i compendi offerti da Valeria Monetti, Gian Paolo Valentini, Irene Valota e Beppe Chierici, che rappresentano, consapevoli delle loro figure sfacciatamente secondarie, la segretaria-fidanzata di Cruise, il medico di Rain man nonché fiduciario del patrimonio dell’ingente eredità, la prostituta che cerca di abbordare Hoffman a Los Angeles e il legale che dovrà decidere l’eventuale affidamento dell’autistico alle cure del fratello.
Oggi pomeriggio, alle 17:30, presso il Saloncino del teatro, sorretto da Francesca Marchiani che sostituirà Saverio Barsanti come nocchiere e padrone di casa, si consumerà il rituale e gradevole incontro del cast con la popolazione più interessata. Ma visto che sulla bontà della pellicola e sulla raffinatezza della rappresentazione teatrale c’è ben poco da obbiettare, l’ago della conversazione si sposterà, con molta probabilità, sugli effetti dell’autismo, che verranno supportati da Galileo Guidi, membro dell’associazione dei familiari di soggetti affetti da autismo e da altri illustri addetti ai lavori, certosini e delicatissimi, di questa rara e per alcuni versi tragicomica diversabilità.

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Foto di Luigi Scardigli.
[Sabato 2 febbraio 2013 | 07:47 - © Quarrata/news]

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