di LUIGI SCARDIGLI
MONSUMMANO. Sa fare un sacco di cose, romana, 44 anni, con un back
ground meridionale e con un trascorso televisivo ad origine controllata per
fare successo per forza, se hai qualche numero da spendere, oltre che essere carina.
Nella faretra di Sabrina Impacciatore i
numeri sono quelli del teatro e venerdì prossimo, alle nove della sera, al Montand di Monsummano, il pubblico potrà davvero
stabilire se Gianni Boncompagni, suo antico ed infaticabile estimatore, abbia
avuto ragione a lanciarla nell’emisfero dello spettacolo.
Lo toccherà con mano,
il pubblico monsummanese, vedendola, unica e assoluta protagonista, di È stato così, il romanzo di Natalia
Ginzburg che il regista Valerio Binasco ha deciso di traghettare in scena.
È la storia, dolorosissima, ma
dignitosa, di una donna, senza nome, senza tempo, senza età, costretta a
convivere con la manifesta infedeltà del marito, in un’immersione fatale verso
il baratro dell’esistenza che trova, proprio nella sua solitudine, l’arma del
riscatto. Un monologo straziante reso ancor più tenero e impegnativo dalla
totale assenza scenografica, che non fa che evidenziare, fino al collasso,
l’arte recitativa di Sabrina Impacciatore, chiamata a dimostrare, a coloro che
la ricordano solo come donzella pon pon a Domenica In, che prima d’ogni
altra cosa, la ragazza, seguì i corsi newyorkesi all’Actor’s Studio e qualcosa,
per forza, deve aver imparato. E ricordare.
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[Martedì 12 febbraio 2013 | 15:54 - © Quarrata/news]
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