di EDOARDO BIANCHINI
C’È CHI mi riferisce che qualche lettore, vista la mia esternazione
su Giulio
Andreotti, si è chiesto, e si sta chiedendo, come sia possibile dire
quello che ho detto senza pensare che, alla sua figura, potrebbero essere
associate altre due figure pistoiesi di spicco, eterne e intramontabili: il
Prof. Ivano Paci e il Dott. Luigi Egidio Bardelli.
Credo che sia assolutamente ozioso e
inutile associare – forzosamente e forzatamente – questi due personaggi
eccellenti locali alla figura del grande: allo stesso modo in cui i figli non
sono i padri, non si può certo escludere che si possa anche fare un elogio del
padre a dispetto dei figli – pur se poi, questi figli hanno preso strade
diverse, come si è visto.
Dunque di che meravigliarsi?
Andreotti aveva – tra l’altro – capito una
cosa fondamentale e vitale: il tramonto del nostro mondo occidentale – che sarebbe
poi finito in mano agli sbagliati, Merkel in primis – quando gli
fu chiesto, in tv, come avremmo fatto a gestire il problema enorme del debito
pubblico.
La risposta fu secca e realistica;
andreottiana ed efficiente: «I debiti si pagano
con il debito», intendendo dire che, come le aziende che vanno bene, sono
sempre indebitate in mutui e prestiti, così avrebbe dovuto fare lo Stato. Ed
erano gli anni dell’inflazione, ma in cui – ve lo ricordate o no? – vivevamo molto
meglio.
Gli sbagliati – e qui accomuno i
comunisti dell’Est-Germania, come l’Angela, e quelli italici, a cominciare da
Padoa Schioppa il supertassante – scoprirono l’aziendalismo feroce del
pareggio di bilancio: che trasforma la produzione in rendita e
che, perciò, fa morire i poveri per fare ingrassare i ricchi che esportano
capitali. Una trappola in cui sono cadute anche le destre e tutti i nostri
nanetti politici.
E aveva ragione, Giulio: perché se considerate
cosa sta succedendo con America e Giappone che immettono nel circolo tonnellate
di dollari e di yen, mentre noi non mangiamo per non sprecare carta igienica
quando ci sediamo sulla tazza del cesso, capirete che differenza di prospettiva
ci potesse essere tra un gigante come lui e dei nani come gli altri.
Ecco perché, in tutta serenità, mi
sento di dire e sostenere quello che ho detto e sostenuto.
È un’opinione: non ho diritto di
opinione, forse?
Paci e Bardelli sono Paci e Bardelli.
Assolutamente un’altra cosa, con i loro poveri Fresh e le loro cause inutili e dannose.
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[Mercoledì 8 maggio 2013 | 10:03 - © Quarrata/news]
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