ROMA. La talidomide è un farmaco che fu venduto negli anni
1950 e 1960 come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo
alle donne in gravidanza. Fu ritirato dal commercio alla fine del 1961, dopo
essere stato diffuso in 50 Paesi sotto quaranta nomi commerciali diversi. Per
effetto della talidomide, somministrato appunto a donne nei primi mesi di gravidanza,
sono nati migliaia di bambini colpiti da mancato sviluppo degli arti
(focomelia) o da altre gravissime deformità.
Eccetto che in Italia e in
Spagna, negli altri Paesi europei le famiglie colpite dalla sindrome da
talidomide sono state risarcite dalla casa farmaceutica.
"Nel nostro Paese le vittime
– che si stimano tra le seicento e le settecento, nonostante un censimento
ufficiale non sia ancora stato fatto – hanno ottenuto solo nel 2009 il
riconoscimento dell’indennizzo, ma solo per i nati dal 1959 al 1965” ha dichiarato l’On. Caterina Bini.
“E’ però riconosciuto, anche
dalle commissioni mediche competenti, che la talidomide sia causa delle gravi
malformazioni, anche per i soggetti nati tra il 1958 e il 1966 – ha continuato la parlamentare – L’attuale
normativa appare perciò in qualche modo discriminante, nei confronti di
soggetti vittime degli effetti del farmaco, nati però al di fuori del periodo
attualmente riconosciuto. Sollecitata anche da alcune famiglie pistoiesi, ho
dunque presentato insieme all’On. Miotto una proposta di modifica alla legge
vigente, con cui si chiede di estendere il riconoscimento dell’indennizzo anche
alle persone nate nel 1958 e nel 1966.”
[comunicato
on. bini]
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[Venerdì 17 maggio 2013 | 16:34 - © Quarrata/news]
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