Questa non è storia di Agliana... |
AGLIANA. Fabrizio Magazzini è persona ecumenica e “di pace”.
Tanto pacifista che, al momento della
consegna dell’immagine, selezionata dal Comitato Chiusura Inceneritore, per la
partecipazione al concorso fotografico sul “centenario del Comune di Agliana”,
mi ha sì obiettato che l’immagine era “provocatoria” e “strumentale” (è però
una parte davvero rappresentativa della storia di Agliana, così interessata da
35 anni di incenerimento di rifiuti), ma mi ha comunque rassicurato – e molto democraticamente confermato (ma solo nelle sue
intenzioni…) – che la determinazione ultima sull’ammissibilità dell’immagine
del Parco Pertini, sarebbe stata determinata dalla decisione di una “commissione
di saggi” all’uopo costituita dal Comune per assicurare una rappresentatività
storica e filologica alla raccolta stessa.
Botta... |
Ebbene, così non è proprio stato.
L’amministrazione ha censurato l’immagine
e l’ha direttamente cestinata, senza neanche mandarla all’esame della tanto
onorevole “Commissione storico-culturale”, mai conosciuta o resa nota.
Questi sono i democraticissimi metodi
bolscevichi della Sora Eleanna e dei suoi mazzieri – lei che ha fatto il Classico sa cosa sono: o altrimenti se
li fa spiegare dal Ciampi.
Insomma 35 anni di merda in aria,
equamente, ma soprattutto democraticamente sparsa e spalmata sui concittadini,
non è storia di Agliana: è solo bieca «provocassione fassista».
Sembra di vedere un film di Peppone e
don Camillo.
Solo che in quei film, alle pasionarie
– lo ricordate? – si metteva un sacco in testa e si dipingeva il popò di
rosso (cosa che il don Camillo di Agliana non potrebbe mai fare).
Il regime democratico di sinistra del «paese dell’aglio»
(naturalmente puzzolente per le diossine e le polveri fini che scappano ogni
giorno dal trombone pestifero di via Tobagi) non ammette deroghe alla propria
intangibilità: è sempre vergine per definizione come l’Immacolata Concezione.
Lo è per dogma.
e risposta |
Meno male non siamo né nella Russia del
dopo-rivoluzione, né negli Stati Pontifici: perché altrimenti, cari lettori, o
saremmo stati spediti in Siberia dopo un lungo interrogatorio alla Lubjanka,
sede del Kgb, o saremmo stati decapitati o fucilati in piazza dopo un po’ di
tempo in Castel Sant’Angelo, lasciati alle amorose cure dei Gesuiti.
Evviva la democrazia e il gramsciano
rispetto della Storia (con la S maiuscola come Soviet Supremo – abbreviato S.S.)
della Sora Eleanna!
P.S. – In russo aglio si dice cessnok
e Agliana si potrebbe, dunque, tradurre con Cessnokgrad (ЧЕСНОКГРАД) –
il cui suono potrebbe anche involontariamente suggerire (senza offesa, eh?) «il cesso non lo gradisco»…
Alessandro Romiti
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 15 giugno 2013 | 10:34 - © Quarrata/news]
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