di LUIGI SCARDIGLI
Ieri sera in Sala Maggiore promosso
dall’Associazione “Comunità e Territorio”
PISTOIA. Pensavo peggio. Soprattutto in relazione alle varie
baldanzose concomitanze: i giovedì notte tutto
aperto dei pistoiesi, un altro appuntamento al gelo di Serravalle e come dimenticare la Nazionale di calcio,
quella che tanto serve a tenere unito questo paese che cade a pezzi. Ma
piccoli, eh.
E invece, ieri sera, nella Sala
Maggiore di Palazzo di Giano, di gente, a sentir parlare di migranti, all’incontro promosso dalla Comunità e Territorio, le neonata
associazione politico-culturale, Per i
diritti di tutti i migranti, appunto, ce n’era e non solo la solita nutrita
rappresentanza della comunità albanese, due suore e qualche signora di mezza
età con la carnagione un po’ più scura della nostra.
Beh, menomale, anche
perché, perdersi la piccola ma profonda storia di inesorabile laica tolleranza
impartita da uno dei quattro relatori, il professor Domenico Maselli, nonché
deputato della XII e XIII legislatura, sarebbe stato davvero un peccato. Anche
se son cose vecchie, ma non solo perché accadute migliaia e migliaia di anni or
sono. Siamo un popolo di meticci, checché se ne dica e faremmo meglio a
considerarci tutti ospiti: della terra; l’unica che potrebbe e dovrebbe
ribellarsi alla nostra incivile presenza.
Anche l’intervento di Mercedes Lourdes
Frias, deputata della XV legislatura, è servito – e non poco – a gettare ulteriori
palate di ridicolo e illegale sull’intolleranza, che è, da sempre, figlia
stralegittima dell’ignoranza, della paura, dell’incertezza, della povertà,
quattro temi dei quali deteniamo, fieramente, poco invidiabili primati. Solo i
penultimi possono temere gli ultimi e noi, italiani, penultimi, lo siamo
davvero per censo: abbiamo il sangue grigio dell’anonimato e siamo forse l’unico
paese della Comunità europea a sentire il bisogno, con sistematica
preoccupazione, la necessità e l’opportunità di parlare, con dibattiti e
incontri, di migranti.
Che sono nostri fratelli e non da un
punto di vista cattolico o di qualsiasi altra forma di religione, ma
semplicemente anagraficamente, senza dover scomodare lo ius soli. E invece, soprattutto in estate – anche se quest’anno,
per ora, è ancora bassa primavera – il problema dei migranti si ripropone con particolare energia: i mezzi di
informazione offrono le prime pagine ai barconi della disperazione che ancorano
a Lampedusa; le pagine interne e i titoli successivi straripano di azioni
criminose compiute da extracomunitari. Dimenticandoci le nostre origini, di migranti per eccellenza, soprattutto
nell’ultimo secolo, per avere un quadro fotografabile dell’evento naturale che
si ripete di generazione in generazione; se poi l’analisi e lo studio dei
fenomeni di migrazione lo dovessimo fare con dovizia di dettagli, scopriremmo
facilmente come il nostro tanto osannato ceppo sia solo una solida e variopinta
accozzaglia di popoli che sono confluiti dalle nostri parti per fortune
geografiche letteralmente indipendenti dalla volontà dei nostri lontanissimi
predecessori.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli. Sala Maggiore
piena e i quattro relatori.
[Venerdì 28 giugno 2013 | 06:46 - © Quarrata/news]
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