di ALESSANDRO ROMITI
I soci? Non contano: a decidere sono
sempre i vertici di Confraternita, Unimise Srl e Fondazione – Un meccanismo di
‘esproprio’ attuato in anni di “tacita prorogatio” dei dirigenti
AGLIANA. Puntuali conferme alle denunce del blog, solennizzate nella
sede della pubblica assemblea dello scorso sabato 22: il ragionier Fabrizio Poggiani,
ha infatti confermato l’inammissibile regola (di chiaro intento autopromozionale)
che era stata pubblicata insieme allo statuto della Fondazione (vedi).
In tale prescrizione statutaria il genio artioliano ha fatto fissare un
principio di solenne democraticità: comandano solo i capi. Il Dott.
Ferdinando Santini, che ci ha recapitato il bilancio di esercizio 2012, si è
rivolto al consulente esterno Poggiani e gli ha posto la domanda, già
anticipata dal post, in modo più sintetico e diretto: «… insomma, ma chi è che comanda sulla Fondazione; chi nomina
i vertici, ovvero i componenti del Cd?».
In precedenza Poggiani aveva imbonito
anche Polvani, socio storico della Mise, dandogli a intendere che i soci
avessero qualche potere di decidere: cosa che non è affatto vera,
perché il vero soggetto che “nomina” i
cinque dirigenti (dei quali tre della Misericordia Onlus, il guscio di
cicala piano piano svuotato da Artioli) è il consiglio direttivo della
Onlus medesima, ovvero gli stessi della sacra cordata artioliana
(6 su 9 eletti: ma forse, ora non è più così?) consolidata in due lustri di
oligarchia indiscussa e cementificata dal regime di prorogatio.
Il blog, dunque, aveva bene e
correttamente interpretato il disposto dello Statuto che, comunque, stabilizza
S.E. Artioli almeno per questo ulteriore triennio.
L’assemblea dei soci della Onlus
(quella che, per intenderci, manovra i quattrini che girano), si potrà sì
riunire, ma senza che siano ammessi nuovi postulanti concittadini, e destinata
a consolidarsi nei pochi che la compongono. Insomma un’assemblea di autentici
veterani, autoreplicantisi per partenogènesi e così confermati nelle
generazioni dei successori familiari dei prìncipi reggenti.
Fuor di metafora, durante il suo regno
Artioli si è, di fatto, impadronito della Misericordia: e la ha trasformata in
qualcosa d’altro a disposizione assoluta e indiscutibile di sé e dei suoi
adepti.
Altre sono, inoltre, le questioni in
ballo. E mentre i nostri consulenti esaminano il bilancio 2012 della Misericordia
Onlus (che sarà l’ultimo, perché vi ricordiamo che è cessata in tutte le sue
attribuzioni), vi sottoponiamo una chicca che dimostra la disinvoltura del
redattore del bilancio, avallata – così sembra – dal silenzio del revisore, che
pare proprio non avere ri-veduto un bel niente (circa 60.000 € liquidati
per consulenze ai professionisti diversi, mica bruscolini!).
Alla pagina 4 della “relazione sulla
gestione”, la Onlus descrive la “propria attività” che sarebbe: …trasporto e
assistenza degli infermi [1], soccorso di persone colpite da infortunio
accidentale [2], trasporto funebre [3], interventi di soccorso per le calamità
naturali [4] – tutto questo, naturalmente (n.d.r.) – con attività
di volontariato [5].
La numerazione è necessaria per evitare
equivoci facilmente introdotti dalla formulazione dei periodi interconnessi con
lo strumento operativo del caso, richiamato al numero [5], il volontariato,
che chiude “vantaggiosamente” la proposizione.
In realtà la Misericordia non svolge un
bel niente di tutto questo, perché l’intera attività, in termini poco
misericordiosi e assai lucrativi, viene assicurata dalla Unimise srl, così come
le attività descritte ai numeri [2, 3 e 4]. I volontari, alla fine – quelli che davvero producono ricchezza a costo zero – , servono solo a portare dindi nella casse dei dirigenti
che, stando alle indicazioni stesse del Vescovo, hanno trasformato, di fatto,
la pietà cristiana in denaro contante: un miracolo. In altri termini, a ben
vedere, il volontariato, così svolto, è una sorta di lavoro al nero esentasse,
ma straordinariamente efficiente ed efficace: e su questo occorrerebbe una
seria riflessione di chi, ogni giorno, ci parla di lavoro al nero e di evasione
fiscale.
Molti volontari, inoltre, esprimono la
loro indignazione per gli emolumenti versati a pareggio delle attività di managing
offerte dall’Ing. Vono: nessuno sa dire la somma precisa; sarà dunque
necessario attendere la pubblicazione del bilancio del 2013, nel luglio del
2014, per conoscere il quantum. Un’esigenza prescritta anche questa
dallo Statuto, direbbe il nobil homo Bruchi, ancora oggi vicepresidente pro
tempore della Onlus-gusciodicicalavuoto.
E ancora, nessuno sa dire chi sono gli
effettivi intestatari delle tre unità immobiliari acquistate nella vecchia sede
di via Amendola, ceduta in permuta alla Cmsa al momento dell’affidamento dell’appalto
della nuova sede: alcune voci parlano (ma le visure sono in corso e non
possiamo confermare) di familiari di gente della troika artioliana.
Vedremo al momento opportuno.
Un pesante pietra tombale è stata,
infine, posta sulla assegnazione degli appalti per la costruzione del nuovo
complesso misericordioso di Agliana: ma il malumore, fra i volontari,
ormai sta crescendo. E qualcuno minaccia anche di gettare la casacca.
L’abnegazione dei volontari è, infatti,
forte e intrisa di grandi valori: ma è anche sorretta da ciò che si chiama
dignità e che non intende essere calpestata.
Questo lo sanno i dirigenti della
Mise/Unimise srl/Fondazione…?
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Martedì 25 giugno 2013 | 09:17 - © Quarrata/news]
Forse, detto con tutta la umiltà necessaria in questi casi, anche i capi della Misericordia aglianese farebbero bene a rileggersi un po' di Vangelo. E, se avanza loro tempo, anche un po' di dottrina sociale della Chiesa.
RispondiEliminaSono perplesso di tutto quello che ho letto ad oggi della Misericordia. Sarei contento che,persone che godono la mia stima si esprimessero apertamente e pubblicamente su quanto riportato dalla stampa ed in tutte le occasioni pubbliche avute in merito alla conduzione e situazione della Misericordia.
RispondiEliminaIl Dottor Santini in parte lo ha già fatto, invito Antonio Morosi e Mauro Polvani a fare altrettanto.
Un ringraziamento personale a tutti i volontari della Misericordia per il loro disinteressato apporto se non quello del bene dei più deboli.
Un saluto,
Pier Vittorio Porciatti
ma come si può agire in maniera alquanto oscura quando si agisce a nome di una misericordia?.. ed i diritti dei cittadini sulla chiarezza chi li difende? inoltre come mai intorno alla dirigenza da molti anni notiamo sempre le stesse persone? viviamo in piena epoca gattopardiana..cambiamo tutto affinchè niente cambi?
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