di LUIGI SCARDIGLI
PISTOIA. Scossa lunga, ma lieve. E la conferenza stampa ripiglia.
Saverio Barsanti, Direttore artistico del Manzoni,
ha davvero temuto il peggio, intorno alle 12:30, quando la terra ha tremato:
nella conferenza stampa di presentazione della stagione 2013-14, che si stava
svolgendo nella caffetteria del Teatro pistoiese da una ventina di minuti
infatti, avevano già fatto il proprio intervento gli altri tre relatori:
Rodolfo Sacchettini, Presidente e i due assessori della cultura al seguito,
Elena Becheri del Comune e Lidia Martini della Provincia; mancava solo lui e
sarebbe stato davvero un peccato se fosse giunta proprio in quel momento la fine: il ricordo, easy, di Carlo Monni sarebbe stato
spezzato da un’ecatombe ancor più tragica di quella che ha decimato la
rappresentanza teatrale italiana in questo 2013.
Ma non solo, perché è bello sentirlo
snocciolare nomi, date, stagioni, con agganci tassonomici degni di wikipedia ad altre strutture gemelle di
una miriade di artisti che verranno e che sono venuti ad esibirsi al Manzoni.
Che anche quest’anno, in barba ad una crisi che sta mettendo in ginocchio quasi
tutti, compresi i cugini livornesi, ad esempio, costretti a slittare l’inizio
stagione addirittura a gennaio, conferma, rinnova e rilancia, proponendo ancora
una volta un cartellone decisamente interessante, tra prime nazionali, vecchie
ed audaci riletture, esperimenti vulcanici e rischiosi, allo stesso prezzo e
con le medesime modalità.
Dieci appuntamenti in cartellone, dal
primo fine settimana novembrino, con uno Zio
Vanja reso ancor più strepitoso dalla regìa di Marco Bellocchio e con due
interpreti straordinari, Sergio Rubini e Michele Placido, fino al 16 marzo, con
la rivitalizzazione di un’opera minore di Pirandello, Non si sa come. Nel mezzo, due prime regionali e altre sei proposte
eccellenti, con un fiore all’occhiello di cui vantarsene per lungo tempo: L’oeil du loup (L’occhio del lupo) di
Daniel Pennac, sabato 26 ottobre, al Manzoni, in lingue francese, sotto o sopra
titolato non so come e da chi in italiano, una prima assoluta planetaria che
apre la via ai percorsi alternativi della programmazione fuori abbonamento e
che si nutrirà degli adattamenti dei tre spettacoli in scena al Bolognini.
«Non posso che rallegrarmi con tutto lo staff di questa
struttura – ha detto Rodolfo Sacchettini, Presidente dell’Atp, aprendo la
presentazione –. Il successo del Manzoni è davvero una cosa semplicemente
straordinaria, con una media-spettatori tra le più alte d’Italia che ci ha
consentito addirittura non solo di mantenere stabili programmazione e costi, ma
persino di rilanciare. In questa formula che sa di magico intervengono la
lungimiranza del Comune, della Provincia e della Regione Toscana, oltre a tre
sponsorizzazioni private fisse e alcuni connubi artistico-residenziali che
hanno davvero trasformato Pistoia in un’appetibilissima location ideale».
Come Il Funaro, ad esempio, struttura privata che da tempo interagisce
con quella comunale e che quest’anno, dopo una serie innumerevole di scambi clandestini, può finalmente battezzare
un connubio alla luce del sole. Il prossimo 6 settembre, alla biglietteria, si
aprirà il sipario sulla prevendita della prima nazionale transalpina e sulla
campagna abbonamenti, anche quest’anno immutata e invariata rispetto ai prezzi
delle ultime edizioni.
L’ultima chicca di questa oasi toscana resta dunque la
ristrutturazione della saletta Gramsci, di piazza san Francesco: e se anche
quella meravigliosa bomboniera dovesse poter riaprire i battenti al pubblico e
alla sperimentazione, potremmo davvero esser fieri del nostro teatro fino al
punto di non temer nessuno.
Terremoto escluso, naturalmente.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Venerdì 21 giugno 2013 | 17:3 - © Quarrata/news]
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