di ALESSANDRO ROMITI
Il rischio finale dell’operazione-contributi
è che la Corte dei Conti voglia vederci più chiaro della Giunta Ciampolini
AGLIANA. L’altra sera si è tenuta un’assemblea dei soci dell’Agisport
per deliberare in ordine alla conduzione degli impianti sportivi.
Il giro di telefonate effettuato con
alcuni presidenti delle diverse associazioni sportive, ha permesso di
comprendere che l’umore è tutt’altro che sereno.
Noi, per nostro conto, attendiamo fiduciosi
la telefonata d’invito del Presidente Antonio Papi, al fine di poterlo
intervistare sulle vicende che vedono l’associazione “gerente” (sì, perché
Agisport è solo gerente degli impianti e non si occupa di “formazione e
attività sportiva” in senso stretto, come le altre) posta sotto la lente d’ingrandimento.
Intanto le prime conferme: Papi ha scelto
la consorte nelle funzioni di segretaria, e percepiscono entrambi una somma di
circa 400 € mensili quali rimborso per le spese correlate alle attività di
coordinamento e gestione. Non esiste univocità di risposte sulla circostanza
che il consiglio direttivo abbia deliberato favorevolmente tale rimborso di
spese e/o di emolumenti. Lo chiariranno i verbali, se qualcuno vorrà.
Alcuni presidenti delle associazioni aglianesi
che fruiscono dei servizi Agisport, si sono dichiarati all’oscuro del fatto che
venivano erogati 58.000 € all’anno (ai quali sono da sommare i 7.750 della gestione
bar: il che fa 65.750 € in totale) di rimborsi spese ma, con molta franchezza,
non hanno avuto difficoltà ad affermare che sapevano che il rimborso previsto e
ammesso era di un massimo di 400 € a testa.
Dunque: 400 € mensili per 5 addetti = 2.000
€ (mensili); e 2.000 per 12 mesi = 24.000 €. E per arrivare agli altri 65.750?
Ci sono dei giustificativi di spesa?
Il colloquio con Enzo Mariotti – Presidente dell’Associazione Giovanile Agliana – è stato molto superficiale e ci riserviamo di avere maggiori
delucidazioni al prossimo incontro, a cui speriamo di veder partecipare anche
il Presidente Papi.
Alcune certezze sembrano però
consolidarsi: il Comune taglierà la somma del contributo di circa 40.000 €; ma
il bando di gara per la scelta del nuovo gestore pare incongruente rispetto
alle prescrizione redatte dalla L. R. 3 gennaio 2005 n° 6, certamente recepita
dal Comune di Agliana, ma – nonostante tutta la legalità diffusa sul territorio
– non perfettamente rispettata. Almeno all’apparenza,
ripetiamo…
Infatti, il bando, prevede un punteggio
assai maggiore a favore delle Associazioni che hanno avuto precedenti
esperienze (sembra che ci siano 12 punti), mentre la legge prescrive, all’articolo
3, che la scelta dell’affidatario deve tener conto di altri criteri, ovvero e
specificamente “…dell’esperienza nel
settore, del radicamento sul territorio nel bacino di utenza dell’impianto,
dell’affidabilità economica, della qualificazione professionale degli istruttori
e allenatori utilizzati, della compatibilità dell’attività sportiva esercitata con
quella praticabile nell’impianto e dell’eventuale organizzazione d’attività a
favore dei giovani, dei diversamente abili e degli anziani... in base alla
presentazione di progetti che consentano la valutazione dei profili economici e
tecnici della gestione” (vedi
la legge).
Orbene, questi requisiti non sembrano
appartenere all’Agisport e, la Dr.ssa Ornella Pellegrineschi, del Comune di
Agliana, interpellata sull’argomento, ci ha risposto seccamente e, visibilmente
imbarazzata, ha risposto: “Non so dire
niente! Sono scelte dell’Amministrazione e dei dirigenti”. Il che,
obiettivamente, ci pare assai poco per una “amministrazione della legalità”!
L’Assessore Magazzini (quello che non
aveva letto le sentenze della Mise, ma forse oggi sì) è ignaro, e “allarga le
braccia”, rimandando il tutto alla Giunta (ma in Giunta non c’è anche lui?).
Dunque, cari aglianesi, “così è se vi pare”…: principio primo
della democratica Repubblica di Agliana.
La nostra inchiesta, comunque,
prosegue. E, per dirla tutta, se tante ombre restano, fossimo nell’amministrazione
Ciampolini ci gratteremmo in testa: non sia mai che la Corte dei Conti infili
il becco in questa ‘graziosa operazione’ di sgancio di sostanziose cifre
di contributi… senza un vero e proprio controllo.
Dieci anni a 100mila euro all’anno sono
un milione. Se le cose non andassero, chi dovrebbe rimetterceli di tasca
propria?
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[Venerdì 21 giugno 2013 | 08:37 - © Quarrata/news]
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