CUTIGLIANO-MONTAGNA. Lasciamo parlare i documenti, che è meglio.
Il Consiglio Comunale cutiglianese vede
gente che vuole il Comune Unico a tutti i costi (osserva l’ordine del giorno
nel riquadro) e gente che, come l’opposizione, nutre fortissimi dubbi sull’utilità
di affrettare decisioni che mozzano il capo a future soluzioni molto più
ponderate e ragionate: ed è il caso della posizione assunta da Graziano Nesti.
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INTERVENTO DEL CAPOGRUPPO “DEMOCRATICI
E PROGRESSISTI IN MERITO ALLA PROPOSTA DEL COMUNE UNICO “MONTAGNA PISTOIESE”
MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI ABETONE, CUTIGLIANO, PITEGLIO E DAN MARCELLO
PISTOIESE
Come gruppi consiliari di minoranza, da
tempo e più volte, avevamo richiesto che fosse portata all’attenzione del
Consiglio Comunale tutta la questione della riorganizzazione istituzionale
della nostra Montagna, visto le iniziative che erano in corso.
Tutto ciò non è avvenuto ed il Sindaco
rispetto a queste nostre richieste, ci ha più volte risposto che era prematuro
parlarne. Ma un argomento di così grande rilevanza deve essere sottoposto all’attenzione
delle assemblee elettive.
Non voler fare questo passaggio ci è
parso fuori luogo nel momento stesso in cui un comitato, di cui faceva e fa
parte il Sindaco ed altri esponenti della giunta, stava proponendo la fusione
di quattro Comuni.
RISOLUZIONE IN MERITO ALL’ISTITUZIONE
DEL COMUNE “MONTAGNA PISTOIESE” MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI ABETONE,
CUTIGLIANO, PITEGLIO E SAN MARCELLO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI DEL
COMUNE DI CUTIGLIANO “DEMOCRATICI E PROGRESSISTI” E “INSIEME OLTRE LE PAROLE”
PREMESSO che il Consiglio Regionale della Toscana nella seduta dell’11/06/2013 ha approvato una risoluzione in cui richiede il parere dei consigli comunali di Abetone, Cutigliano, Piteglio, San Marcello Pistoiese in merito alla proposta di legge sulla fusione dei quattro comuni citati (proposta di legge n. 213);
PREMESSO che nella stessa seduta il Consiglio
Regionale ha approvato una legge che cambia il procedimento di iniziativa consiliare
sulle fusioni dei Comuni, riconoscendo così che il ruolo degli Enti Locali è
essenziale in questi processi;
PREMESSO che, venendo incontro alla richiesta del
Consiglio Regionale ed interpretando il senso della modifica legislativa
introdotta, si rende necessario esprimere un parere sulla proposta di legge
di iniziativa consiliare;
CONSIDERATO che è essenziale, come dimostrano le recenti esperienze di fusioni, che i Comuni esercitino appieno il loro ruolo in questi processi, promovendo un serio e capillare dibattito pubblico nelle sedi istituzionali e con i cittadini tramite un percorso partecipativo promosso dalle Istituzioni locali che allarghi ancora di più il confronto ed il dibattito tra i cittadini e le forze sociali, affinché tutti possano essere consapevoli e informati sull’importanza di questa discussione per il futuro del nostro territorio e anche dell’importanza di partecipare alla consultazione referendaria;
CONSIDERATO che la discussione rispetto al Comune
unico deve essere riempita di contenuti sui quali confrontarsi con i nostri
cittadini, ovvero le dimensioni territoriali e la loro omogeneità, l’ubicazione
dei servizi di competenza comunale sul territorio, la presenza degli uffici,
l’organizzazione interna degli stessi al fine di definire un serio e concreto
progetto di futuro ente sul quale i cittadini si possano compiutamente
esprimere con il loro voto nel referendum;
VISTO che l’art. 62 c. 2 della l.r. 68/2011
prevede che “Due o più comuni contermini, facenti parte della medesima
provincia, che, d’intesa tra di loro, esprimono la volontà di procedere alla
loro fusione, possono richiedere alla Giunta regionale di presentare la
proposta di legge di fusione. Nella richiesta, i comuni evidenziano le
consultazioni e i processi partecipativi svolti sulla proposta di fusione e i
loro esiti.”
VISTO che la norma di cui sopra consente di
raggiungere gli obiettivi prima definiti, chiamando le Amministrazioni
Comunali a promuovere i percorsi partecipativi e di dibattito con i cittadini
in cui confrontare le varie opinioni presenti e definire, sulla base di
queste, i contenuti di quell’essenziale progetto che declini cosa significhi
nella concretezza la fusione di due o più comuni;
RITIENE che la proposta di legge di iniziativa consiliare
n. 213 non sia adeguata a consentire che si possa svolgere questo percorso di
tipo istituzionale e di compiuto coinvolgimento di tutta la popolazione su un
tema di portata storica per questo territorio e dunque esprime parere
negativo su essa;
IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE a definire entro 30
giorni con le altre Amministrazioni Comunali un percorso partecipativo delle
popolazioni interessate al fine di addivenire, sulla base di questo, alla
richiesta alla Giunta Regionale di promuovere la proposta di legge di fusione
di due o più comuni, su cui dovranno pronunciarsi i cittadini in tempi utili
affinché il procedimento legislativo possa vedere la propria conclusione
entro la fine della corrente legislatura regionale.
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Che era fuori luogo è evidente visto
poi che improvvisamente sabato 8 giugno, si è chiesto ai consiglieri comunali
di firmare un documento per la fusione dei Comuni da presentare alla Regione
perché due giorni dopo il Consiglio Regionale avrebbe discusso la proposta di
legge di fusione e l’indizione del referendum consultivo.
Tra l’altro oltre ad essere improvvido
e tardivo, nel testo del documento si diceva che il Comune di Cutigliano aveva
realizzato assemblee pubbliche con il Comitato promotore, affermazione falsa in
quanto non sono mai state convocate assemblee da Comune, ne autonomamente ne
insieme al Comitato, ma solo da quest’ultimo. Anzi, il Sindaco più volte ha
affermato che la sua adesione al Comitato era a titolo personale.
Dopo che i nostri gruppi hanno
stigmatizzato questo comportamento, quella parte del testo è stato modificato
ed anziché realizzato è stato messo che il Comune ha collaborato con il
Comitato, il che cambia poco ed è sempre una cosa che non corrisponde a verità.
E’ chiaro che un documento del genere
non potevamo firmarlo e come consiglieri di minoranza non lo abbiamo firmato.
Ed era anche chiaro che il Consiglio
Regionale non poteva tenere di conto di un documento del genere non essendo una
deliberazione e non essendoci stata una discussione.
Un comportamento quello tenuto dal
Sindaco che definire scorretto è poco.
Ed ancora più scorretto è il fatto che
il documento è stato inoltrato alla Regione non facendo figurare i consiglieri
di minoranza, e nell’intestazione c’era scritto i consiglieri comunali e per
consiglieri comunali si intende tutti.
Al Sindaco ricordo, forse non lo sa o
se ne è dimenticato, che il Consiglio Comunale di Cutigliano è composto di 13
consiglieri, ora dopo le dimissioni di Cargioli 12 e non da 8 e lo diffidiamo
da tenere comportamenti lesivi dei diritti delle minoranze, che comunque
rappresentano il 56% dell’elettorato.
Non solo, è grave che sulla delibera
che è oggi in discussione, sono riportati due paragrafi non veritieri, anzi
falsi: il primo “ che il Comitato in collaborazione con l’Amministrazione
Comunale ha organizzato assemblee in tutte le frazioni di Cutigliano che hanno
coinvolto i cittadini interessati”. Come abbiamo visto sono stati organizzati
dal Comitato e non vi sono stati manifesti o volantini con l’intestazione del
Comune o comunque cointestati, ne è stato coinvolto il Consiglio Comunale ne
tantomeno i consiglieri; il secondo falso: “Visto che i consiglieri Comunali in
data 8.06.2013 hanno sottoscritto un documento che deve essere inteso come
indicazione di intenti di avvio del processo verso il Comune unico” perché è un
atto improprio firmato solo da una parte dei consiglieri.
Caro Sindaco, se invece si fosse
ascoltato le richieste che venivano da questi banchi, forse il percorso per il
referendum poteva davvero essere avviato e già indetta la data.
Entrando nel merito della questione,
come più volte abbiamo dichiarato, siamo contrari alla proposta di fusione dei
quattro Comuni, così come viene portata avanti da questo Comitato, per tutta
una serie di motivazioni.
Premesso di non essere totalmente
contrari ad una revisione degli assetti istituzionali, siamo contrari a questa
proposta di fusione perché vorrebbe dire costituire un Comune con un territorio
di dimensioni notevoli di quasi 220 Kmq (Comunone), disomogeneo (si va dalla
Val di Luce fino alle porte di Pescia, con economie e problematiche
radicalmente diverse, con realtà sociali ed identità culturali differenti in
modo esponenziale.
Allo stesso tempo non si aumenta certo
il peso politico, perché a fronte di 220 Kmq si ha un numero di abitanti di
poco superiore ai 10.000 e capite che comunque siamo sempre pochi. Mettere
insieme tante debolezze non ci fa essere una forza, si conterà comunque poco o
niente.
Le zone che già ora sono marginali all’interno
degli attuali Comuni, e sappiamo tutti quante siano le difficoltà, saranno
ancor più marginali e quelle che non lo sono lo diventeranno, con chiaramente
grosse difficoltà di rappresentanza.
Mi chiedo come si riuscirà a tenere in
considerazione le sensibilità delle varie realtà e come riusciranno i cittadini
di quelle tante realtà, frazioni, territori a far emergere o a portare all’attenzione
le loro peculiarità, i loro problemi, le loro proposte le loro aspettative con
un consiglio dove i 20 componenti saranno nella stragrande maggioranza
rappresentati delle realtà più forti e numerosi?
Così facendo si allontana ancor più i
cittadini dall’istituzione a loro più vicina qual è il Comune e si aumenta
ancora più la disaffezione nei confronti delle istituzioni.
Si allontanerebbero non solo gli
uffici, ma anche i servizi perché inevitabilmente con il Comunone si andrà ad
un inevitabile accentramento. E la preoccupazione è tanta per i servizi
sanitari, per le scuole, per i trasporti pubblici, per gli uffici postali, etc.
Quando si mettono in ponte queste
proposte e questi progetti, occorre anche pensare a cosa poi succederà realmente
in pratica nella realtà di tutti i giorni per ogni cittadino. Un’altra
questione che non ho mai sentito approfondire è quella delle rendite catastali
degli immobili, attualmente assai diversi da Comune a Comune. Cosa
succederebbe? Nessuno ha dato risposte o ha posto queste considerazioni. Così
come per i piani strutturali e i regolamenti urbanistici di cui il nostro
Comune poco tempo fa ha disposto di assumere risorse per rinnovarlo e poi cosa
succederà: 120.000 Euro buttati?
Il fatto poi dello snellimento e della
semplificazione burocratica a mio avviso non ci sarà assolutamente, anzi
avverrà il contrario, è sempre stato così un ente più grande burocrazia
maggiore e più perdite di tempo.
Anche per quanto riguarda i costi della
politica se ci saranno, i risparmi saranno veramente minimi: con gli attuali
consigli comunali, Assessori e Sindaci la spesa complessiva nei 4 comuni si
aggira sui 100.000 € e dopo con un Sindaco con una indennità superiore, con 6
assessori ugualmente con una indennità superiore si andrebbe a oltre 95.000 €,
quindi con un costo praticamente uguale.
Ma non solo, anche per quanto riguarda
i costi della macchina comunale, dobbiamo tenere in considerazione che con il
Comunone ci saranno anche dirigenti che prenderanno stipendi molto più alti,
anche se verranno meno diversi capo area.
Per quanto riguarda il capitolo dei
contributi statali e regionali che vengono tanto sbandierati e che si fanno
passare per tante risorse che dovrebbero arrivare con il Comunone (11 milioni
di € in 8 anni), in particolare per i contributi statali, come dice La Pietra,
un esponente del PDL di Pistoia “è un dato inesatto. Bisogna spiegare che la
quota nazionale è composta di contributi straordinari che corrispondono al 20%
delle entrate erariali dei Comuni che si uniscono. Il calcolo sarà fatto sul
2013, di cui non abbiamo ancora un valore reale, ma che si presume
insignificante, con il concreto risultato che il 20% di niente è niente. La
cifra di 6 milioni è più fantasiosa che reale. Basterebbe prendere i dati del
2012 rifare i calcoli e rendersi conto come i trasferimenti erariali siano
drasticamente diminuiti dal 2010 ad oggi”.
Quindi non ci sarebbero tutti questi
soldi.
Senza tener conto che il treno per la
Montagna si è perso quando poco più di un anno fa i Sindaci dei 4 Comuni non
hanno voluto dar vita all’Unione Speciale dei Comuni, disattendendo il
pronunciamento unanime di 5 Consigli Comunali, allora si è perso le deleghe
sulla forestazione sull’agricoltura e oltre 10 milioni di € all’anno, oltreché
tutto il valore immobiliare di oltre 11 milioni di € che era nostro dei
cittadini della Montagna ed ora è passato alla Provincia e non si poi dove
andrà a finire se le province verranno abolite.
Si parla anche di risparmi sulla
gestione amministrativa, sono molto scettico allorché si dice che si vuole
mantenere gli uffici sul territorio, mantenere i municipi, etc., se così fosse
non si hanno risparmi, ma aggravi di costi.
Di fronte a tutto ciò noi diciamo
fermiamoci e tiriamoci fuori da questa confusione che è stata messa in atto, e
riaffrontiamo la questione con cognizione di causa e con davvero tutte le
questioni messe sul tappeto, sviscerate e messo in evidenza le positività, le
negatività e le criticità.
Vediamo realmente se è possibile
operare delle aggregazioni omogenee del territorio senza stravolgere o andare a
fare qualcosa che diventa elefantiaco ed ingestibile, con effetti che ancorché
benefici sarebbero a nostro parere di impoverimento del nostro territorio, già
così indebolito ed in difficoltà. La legge infatti parla di possibile fusione
di due o più comuni contermini, non sta scritto da nessuna parte che si debbono
fondere i 4 Comuni Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello, vi sono altre
possibilità ed alternative che a nostro avviso sarebbero più consone e
rispondenti meglio alle nostre esigenze, e su queste siamo dobbiamo lavorare.
Per questo sposiamo in pieno le parole
dell’esponente del PDL La Pietra “Comune unico? Troppe cose da chiarire e
troppo poche certezze circa i benefici immediati” e noi siamo d’accordo “che un
percorso partecipato che coinvolga tutti i cittadini, fatto in maniera seria,
sia la cosa migliore, per arrivare ad un referendum in cui tutti si possono
esprimere in maniera consapevole. Tanto per sgombrare il campo da ogni dubbio è
bene precisare che le riunioni fatte dal Comitato non rappresentano un percorso
partecipativo, ma sono state un momento di informa zio ne di parte. Questa fase
pur legittima, è propaganda non partecipazione.”
Per questo ed anche perché sia fatta chiarezza,
perché non siamo contrari al referendum, non pensiamo di avere i n tasca la
verità, presentiamo a norma dell’art. 62 del regolamento del consiglio
Comunale, questa risoluzione, chiedendo al Consiglio che sia votata.
Graziano Nesti
Cutigliano, 19 giugno 2010.
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Materiali raccolti da Marco Ferrari.
[Giovedì 20 giugno 2013 | 06:40 - © Quarrata/news]
Complimenti, sig. Graziano Nesti. Finalmente un discorso chiaro, competente, razionale, capace di spaziare su tutti gli aspetti della questione e, cosa non da poco, di trovare una sintonia oggettiva, basata sui fatti e non su opache volontà di inciucio, anche con un avversario politico come Patrizio La Pietra.
RispondiEliminaPer cui, chi cerca di giocare in modo subdolo, tortuoso e furbesco è avvertito. Parliamone pure di questo Comune Unico, ma con chiarezza, mettendo sul tavolo tutti i termini del problema.
E poi, bene ha fatto Nesti a sottolineare, affinchè non ci se ne scordi, che ormai un anno fa era quasi in dirittura di arrivo la procedura per giungere ad una più razionale Unione dei Comuni, che tra l'altro avrebbe potuto comprendere anche Sambuca Pistoiese; questa trasformazione era regolarmente avvenuta in tutti i territori toscani, nessuno escluso in cui erano precedentemente presenti le Comunità Montane.
Il processo di unione fu buttato all'aria senza un vero perchè e senza una vera spiegazione, in maniera quantomeno poco trasparente, visto che prima si erano convocati cinque Consigli Comunali per approvare la proposta di unione e poi, senza alcun rispetto per la volontà espressa da quelle assemblee un pugno di "eletti" buttò tutto a carte 48 di propria iniziativa e senza alcuna convocazione dei suddetti Consigli.
Approfitto infine per esprimere apprezzamento e solidarietà anche per l'intervento di Marina Lauri pubblicato il 18/6 u.s, con il quale si denunciava giustamente l'esautoramento degli organismi istituzionali dal dibattito democratico.
Piero Giovannelli
Viva l'opposizione se riesce a riappropriarsi della democrazia sospesa per volere di pochi. Saremo con voi a sostenerVi.
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