giovedì 20 giugno 2013

COMUNE UNICO. DA CUTIGLIANO SEGNALI DI ACCETTAZIONE PASSIVA, DI FORTE DISORIENTAMENTO E DI MARCATA OPPOSIZIONE

CUTIGLIANO-MONTAGNA. Lasciamo parlare i documenti, che è meglio.
Il Consiglio Comunale cutiglianese vede gente che vuole il Comune Unico a tutti i costi (osserva l’ordine del giorno nel riquadro) e gente che, come l’opposizione, nutre fortissimi dubbi sull’utilità di affrettare decisioni che mozzano il capo a future soluzioni molto più ponderate e ragionate: ed è il caso della posizione assunta da Graziano Nesti.
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INTERVENTO DEL CAPOGRUPPO “DEMOCRATICI E PROGRESSISTI IN MERITO ALLA PROPOSTA DEL COMUNE UNICO “MONTAGNA PISTOIESE” MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI ABETONE, CUTIGLIANO, PITEGLIO E DAN MARCELLO PISTOIESE

Come gruppi consiliari di minoranza, da tempo e più volte, avevamo richiesto che fosse portata all’attenzione del Consiglio Comunale tutta la questione della riorganizzazione istituzionale della nostra Montagna, visto le iniziative che erano in corso.
Tutto ciò non è avvenuto ed il Sindaco rispetto a queste nostre richieste, ci ha più volte risposto che era prematuro parlarne. Ma un argomento di così grande rilevanza deve essere sottoposto all’attenzione delle assemblee elettive.
Non voler fare questo passaggio ci è parso fuori luogo nel momento stesso in cui un comitato, di cui faceva e fa parte il Sindaco ed altri esponenti della giunta, stava proponendo la fusione di quattro Comuni.

RISOLUZIONE IN MERITO ALL’ISTITUZIONE DEL COMUNE “MONTAGNA PISTOIESE” MEDIANTE FUSIONE DEI COMUNI DI ABETONE, CUTIGLIANO, PITEGLIO E SAN MARCELLO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI DEL COMUNE DI CUTIGLIANO “DEMOCRATICI E PROGRESSISTI” E “INSIEME OLTRE LE PAROLE”

PREMESSO che il Consiglio Regionale della Toscana nella seduta dell’11/06/2013 ha approvato una risoluzione in cui richiede il parere dei consigli comunali di Abetone, Cutigliano, Piteglio, San Marcello Pistoiese in merito alla proposta di legge sulla fusione dei quattro comuni citati (proposta di legge n. 213);
PREMESSO che nella stessa seduta il Consiglio Regionale ha approvato una legge che cambia il procedimento di iniziativa consiliare sulle fusioni dei Comuni, riconoscendo così che il ruolo degli Enti Locali è essenziale in questi processi; 
PREMESSO che, venendo incontro alla richiesta del Consiglio Regionale ed interpretando il senso della modifica legislativa introdotta, si rende necessario esprimere un parere sulla proposta di legge di iniziativa consiliare;
CONSIDERATO che è essenziale, come dimostrano le recenti esperienze di fusioni, che i Comuni esercitino appieno il loro ruolo in questi processi, promovendo un serio e capillare dibattito pubblico nelle sedi istituzionali e con i cittadini tramite un percorso partecipativo promosso dalle Istituzioni locali che allarghi ancora di più il confronto ed il dibattito tra i cittadini e le forze sociali, affinché tutti possano essere consapevoli e informati sull’importanza di questa discussione per il futuro del nostro territorio e anche dell’importanza di partecipare alla consultazione referendaria;
CONSIDERATO che la discussione rispetto al Comune unico deve essere riempita di contenuti sui quali confrontarsi con i nostri cittadini, ovvero le dimensioni territoriali e la loro omogeneità, l’ubicazione dei servizi di competenza comunale sul territorio, la presenza degli uffici, l’organizzazione interna degli stessi al fine di definire un serio e concreto progetto di futuro ente sul quale i cittadini si possano compiutamente esprimere con il loro voto nel referendum;
VISTO che l’art. 62 c. 2 della l.r. 68/2011 prevede che “Due o più comuni contermini, facenti parte della medesima provincia, che, d’intesa tra di loro, esprimono la volontà di procedere alla loro fusione, possono richiedere alla Giunta regionale di presentare la proposta di legge di fusione. Nella richiesta, i comuni evidenziano le consultazioni e i processi partecipativi svolti sulla proposta di fusione e i loro esiti.”
VISTO che la norma di cui sopra consente di raggiungere gli obiettivi prima definiti, chiamando le Amministrazioni Comunali a promuovere i percorsi partecipativi e di dibattito con i cittadini in cui confrontare le varie opinioni presenti e definire, sulla base di queste, i contenuti di quell’essenziale progetto che declini cosa significhi nella concretezza la fusione di due o più comuni;
RITIENE che la proposta di legge di iniziativa consiliare n. 213 non sia adeguata a consentire che si possa svolgere questo percorso di tipo istituzionale e di compiuto coinvolgimento di tutta la popolazione su un tema di portata storica per questo territorio e dunque esprime parere negativo su essa;
IMPEGNA LA GIUNTA COMUNALE a definire entro 30 giorni con le altre Amministrazioni Comunali un percorso partecipativo delle popolazioni interessate al fine di addivenire, sulla base di questo, alla richiesta alla Giunta Regionale di promuovere la proposta di legge di fusione di due o più comuni, su cui dovranno pronunciarsi i cittadini in tempi utili affinché il procedimento legislativo possa vedere la propria conclusione entro la fine della corrente legislatura regionale.
Che era fuori luogo è evidente visto poi che improvvisamente sabato 8 giugno, si è chiesto ai consiglieri comunali di firmare un documento per la fusione dei Comuni da presentare alla Regione perché due giorni dopo il Consiglio Regionale avrebbe discusso la proposta di legge di fusione e l’indizione del referendum consultivo.
Tra l’altro oltre ad essere improvvido e tardivo, nel testo del documento si diceva che il Comune di Cutigliano aveva realizzato assemblee pubbliche con il Comitato promotore, affermazione falsa in quanto non sono mai state convocate assemblee da Comune, ne autonomamente ne insieme al Comitato, ma solo da quest’ultimo. Anzi, il Sindaco più volte ha affermato che la sua adesione al Comitato era a titolo personale.
Dopo che i nostri gruppi hanno stigmatizzato questo comportamento, quella parte del testo è stato modificato ed anziché realizzato è stato messo che il Comune ha collaborato con il Comitato, il che cambia poco ed è sempre una cosa che non corrisponde a verità.
E’ chiaro che un documento del genere non potevamo firmarlo e come consiglieri di minoranza non lo abbiamo firmato.
Ed era anche chiaro che il Consiglio Regionale non poteva tenere di conto di un documento del genere non essendo una deliberazione e non essendoci stata una discussione.
Un comportamento quello tenuto dal Sindaco che definire scorretto è poco.
Ed ancora più scorretto è il fatto che il documento è stato inoltrato alla Regione non facendo figurare i consiglieri di minoranza, e nell’intestazione c’era scritto i consiglieri comunali e per consiglieri comunali si intende tutti.
Al Sindaco ricordo, forse non lo sa o se ne è dimenticato, che il Consiglio Comunale di Cutigliano è composto di 13 consiglieri, ora dopo le dimissioni di Cargioli 12 e non da 8 e lo diffidiamo da tenere comportamenti lesivi dei diritti delle minoranze, che comunque rappresentano il 56% dell’elettorato.
Non solo, è grave che sulla delibera che è oggi in discussione, sono riportati due paragrafi non veritieri, anzi falsi: il primo “ che il Comitato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale ha organizzato assemblee in tutte le frazioni di Cutigliano che hanno coinvolto i cittadini interessati”. Come abbiamo visto sono stati organizzati dal Comitato e non vi sono stati manifesti o volantini con l’intestazione del Comune o comunque cointestati, ne è stato coinvolto il Consiglio Comunale ne tantomeno i consiglieri; il secondo falso: “Visto che i consiglieri Comunali in data 8.06.2013 hanno sottoscritto un documento che deve essere inteso come indicazione di intenti di avvio del processo verso il Comune unico” perché è un atto improprio firmato solo da una parte dei consiglieri.
Caro Sindaco, se invece si fosse ascoltato le richieste che venivano da questi banchi, forse il percorso per il referendum poteva davvero essere avviato e già indetta la data.
Entrando nel merito della questione, come più volte abbiamo dichiarato, siamo contrari alla proposta di fusione dei quattro Comuni, così come viene portata avanti da questo Comitato, per tutta una serie di motivazioni.
Premesso di non essere totalmente contrari ad una revisione degli assetti istituzionali, siamo contrari a questa proposta di fusione perché vorrebbe dire costituire un Comune con un territorio di dimensioni notevoli di quasi 220 Kmq (Comunone), disomogeneo (si va dalla Val di Luce fino alle porte di Pescia, con economie e problematiche radicalmente diverse, con realtà sociali ed identità culturali differenti in modo esponenziale.
Allo stesso tempo non si aumenta certo il peso politico, perché a fronte di 220 Kmq si ha un numero di abitanti di poco superiore ai 10.000 e capite che comunque siamo sempre pochi. Mettere insieme tante debolezze non ci fa essere una forza, si conterà comunque poco o niente.
Le zone che già ora sono marginali all’interno degli attuali Comuni, e sappiamo tutti quante siano le difficoltà, saranno ancor più marginali e quelle che non lo sono lo diventeranno, con chiaramente grosse difficoltà di rappresentanza.
Mi chiedo come si riuscirà a tenere in considerazione le sensibilità delle varie realtà e come riusciranno i cittadini di quelle tante realtà, frazioni, territori a far emergere o a portare all’attenzione le loro peculiarità, i loro problemi, le loro proposte le loro aspettative con un consiglio dove i 20 componenti saranno nella stragrande maggioranza rappresentati delle realtà più forti e numerosi?
Così facendo si allontana ancor più i cittadini dall’istituzione a loro più vicina qual è il Comune e si aumenta ancora più la disaffezione nei confronti delle istituzioni.
Si allontanerebbero non solo gli uffici, ma anche i servizi perché inevitabilmente con il Comunone si andrà ad un inevitabile accentramento. E la preoccupazione è tanta per i servizi sanitari, per le scuole, per i trasporti pubblici, per gli uffici postali, etc.
Quando si mettono in ponte queste proposte e questi progetti, occorre anche pensare a cosa poi succederà realmente in pratica nella realtà di tutti i giorni per ogni cittadino. Un’altra questione che non ho mai sentito approfondire è quella delle rendite catastali degli immobili, attualmente assai diversi da Comune a Comune. Cosa succederebbe? Nessuno ha dato risposte o ha posto queste considerazioni. Così come per i piani strutturali e i regolamenti urbanistici di cui il nostro Comune poco tempo fa ha disposto di assumere risorse per rinnovarlo e poi cosa succederà: 120.000 Euro buttati?
Il fatto poi dello snellimento e della semplificazione burocratica a mio avviso non ci sarà assolutamente, anzi avverrà il contrario, è sempre stato così un ente più grande burocrazia maggiore e più perdite di tempo.
Anche per quanto riguarda i costi della politica se ci saranno, i risparmi saranno veramente minimi: con gli attuali consigli comunali, Assessori e Sindaci la spesa complessiva nei 4 comuni si aggira sui 100.000 € e dopo con un Sindaco con una indennità superiore, con 6 assessori ugualmente con una indennità superiore si andrebbe a oltre 95.000 €, quindi con un costo praticamente uguale.
Ma non solo, anche per quanto riguarda i costi della macchina comunale, dobbiamo tenere in considerazione che con il Comunone ci saranno anche dirigenti che prenderanno stipendi molto più alti, anche se verranno meno diversi capo area.
Per quanto riguarda il capitolo dei contributi statali e regionali che vengono tanto sbandierati e che si fanno passare per tante risorse che dovrebbero arrivare con il Comunone (11 milioni di € in 8 anni), in particolare per i contributi statali, come dice La Pietra, un esponente del PDL di Pistoia “è un dato inesatto. Bisogna spiegare che la quota nazionale è composta di contributi straordinari che corrispondono al 20% delle entrate erariali dei Comuni che si uniscono. Il calcolo sarà fatto sul 2013, di cui non abbiamo ancora un valore reale, ma che si presume insignificante, con il concreto risultato che il 20% di niente è niente. La cifra di 6 milioni è più fantasiosa che reale. Basterebbe prendere i dati del 2012 rifare i calcoli e rendersi conto come i trasferimenti erariali siano drasticamente diminuiti dal 2010 ad oggi”.
Quindi non ci sarebbero tutti questi soldi.
Senza tener conto che il treno per la Montagna si è perso quando poco più di un anno fa i Sindaci dei 4 Comuni non hanno voluto dar vita all’Unione Speciale dei Comuni, disattendendo il pronunciamento unanime di 5 Consigli Comunali, allora si è perso le deleghe sulla forestazione sull’agricoltura e oltre 10 milioni di € all’anno, oltreché tutto il valore immobiliare di oltre 11 milioni di € che era nostro dei cittadini della Montagna ed ora è passato alla Provincia e non si poi dove andrà a finire se le province verranno abolite.
Si parla anche di risparmi sulla gestione amministrativa, sono molto scettico allorché si dice che si vuole mantenere gli uffici sul territorio, mantenere i municipi, etc., se così fosse non si hanno risparmi, ma aggravi di costi.
Di fronte a tutto ciò noi diciamo fermiamoci e tiriamoci fuori da questa confusione che è stata messa in atto, e riaffrontiamo la questione con cognizione di causa e con davvero tutte le questioni messe sul tappeto, sviscerate e messo in evidenza le positività, le negatività e le criticità.
Vediamo realmente se è possibile operare delle aggregazioni omogenee del territorio senza stravolgere o andare a fare qualcosa che diventa elefantiaco ed ingestibile, con effetti che ancorché benefici sarebbero a nostro parere di impoverimento del nostro territorio, già così indebolito ed in difficoltà. La legge infatti parla di possibile fusione di due o più comuni contermini, non sta scritto da nessuna parte che si debbono fondere i 4 Comuni Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello, vi sono altre possibilità ed alternative che a nostro avviso sarebbero più consone e rispondenti meglio alle nostre esigenze, e su queste siamo dobbiamo lavorare.
Per questo sposiamo in pieno le parole dell’esponente del PDL La Pietra “Comune unico? Troppe cose da chiarire e troppo poche certezze circa i benefici immediati” e noi siamo d’accordo “che un percorso partecipato che coinvolga tutti i cittadini, fatto in maniera seria, sia la cosa migliore, per arrivare ad un referendum in cui tutti si possono esprimere in maniera consapevole. Tanto per sgombrare il campo da ogni dubbio è bene precisare che le riunioni fatte dal Comitato non rappresentano un percorso partecipativo, ma sono state un momento di informa zio ne di parte. Questa fase pur legittima, è propaganda non partecipazione.”
Per questo ed anche perché sia fatta chiarezza, perché non siamo contrari al referendum, non pensiamo di avere i n tasca la verità, presentiamo a norma dell’art. 62 del regolamento del consiglio Comunale, questa risoluzione, chiedendo al Consiglio che sia votata.
Graziano Nesti
Cutigliano, 19 giugno 2010.
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Materiali raccolti da Marco Ferrari.
[Giovedì 20 giugno 2013 | 06:40 - © Quarrata/news]

2 commenti:

  1. Complimenti, sig. Graziano Nesti. Finalmente un discorso chiaro, competente, razionale, capace di spaziare su tutti gli aspetti della questione e, cosa non da poco, di trovare una sintonia oggettiva, basata sui fatti e non su opache volontà di inciucio, anche con un avversario politico come Patrizio La Pietra.
    Per cui, chi cerca di giocare in modo subdolo, tortuoso e furbesco è avvertito. Parliamone pure di questo Comune Unico, ma con chiarezza, mettendo sul tavolo tutti i termini del problema.
    E poi, bene ha fatto Nesti a sottolineare, affinchè non ci se ne scordi, che ormai un anno fa era quasi in dirittura di arrivo la procedura per giungere ad una più razionale Unione dei Comuni, che tra l'altro avrebbe potuto comprendere anche Sambuca Pistoiese; questa trasformazione era regolarmente avvenuta in tutti i territori toscani, nessuno escluso in cui erano precedentemente presenti le Comunità Montane.
    Il processo di unione fu buttato all'aria senza un vero perchè e senza una vera spiegazione, in maniera quantomeno poco trasparente, visto che prima si erano convocati cinque Consigli Comunali per approvare la proposta di unione e poi, senza alcun rispetto per la volontà espressa da quelle assemblee un pugno di "eletti" buttò tutto a carte 48 di propria iniziativa e senza alcuna convocazione dei suddetti Consigli.
    Approfitto infine per esprimere apprezzamento e solidarietà anche per l'intervento di Marina Lauri pubblicato il 18/6 u.s, con il quale si denunciava giustamente l'esautoramento degli organismi istituzionali dal dibattito democratico.
    Piero Giovannelli

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  2. Viva l'opposizione se riesce a riappropriarsi della democrazia sospesa per volere di pochi. Saremo con voi a sostenerVi.

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