Per il Csm il magistrato ha fatto
eccessivo ricorso a «una tendenza ingiustificabile a minimizzare le notizie di
reato e ad iscriverle nel registro dei fatti che non costituiscono illecito
penale» – Il Capo della Procura di Pistoia ha operato con «una
conoscenza e un’applicazione inadeguata delle norme dell’ordinamento giudiziario»
PISTOIA. Forse ai più sarà sfuggito che anche il TG2 delle 20.30 di venerdì 11 maggio, si era occupato del dottor Renzo Dell’Anno, Procuratore Capo della Repubblica di Pistoia non riconfermato dal Csm.
Il fatto era stato riportato, con una forte evidenza, dai
due giornali di cronaca locale e da Repubblica nell’edizione fiorentina
del 24 aprile, come del resto anche da questo blog (Procura. Respinta dal Csm
la richiesta di conferma di Dell’Anno – vedi; e Il procuratore Renzo
Dell’Anno e la decisione del C.S.M. – vedi).
Più o meno una settimana dopo, su Marco Pannella, di passaggio
a Pistoia per sostenere i radicali in lista per le amministrative, Il
Tirreno scriveva: «Ha parlato ovviamente anche Marco Pannella, che proprio
ieri ha festeggiato 82 anni. Pannella si è concentrato sui temi della giustizia
negata, criticando tra l’altro la decisione del Csm di non confermare alla
guida della procura della repubblica Renzo Dell’Anno “perché – ha detto
Pannella – lo rimproverano di aver fatto troppo presto, di aver lavorato lui e
di non aver fatto lavorare solo i sostituti procuratori. È una desolazione”» (Il
Tirreno, giovedì 3 maggio 2012).
Peccato che la fretta – e anche Marco, che pure ho ammirato
e perfino votato, è un frettoloso – non faccia mai del tutto bene all’oggettività.
Eppure Franca Selvatici (f.c. dell’articolo comparso il 24 aprile su Repubblica?),
li aveva sottolineati bene i motivi secondo i quali il Csm aveva preso la
decisione di negare la conferma a Dell’Anno: 1. «gravi carenze e inadeguatezze
del suo profilo professionale»; 2. «iniziative poco rigorose sotto il profilo
del rispetto dei principi del corretto esercizio dell’azione penale»; 2. lesioni
del procuratore capo a «l’autonomia e l’indipendenza dei sostituti» facendo
esplicito riferimento all’introduzione di «obblighi» e «vincoli procedimentali»
in materia di misure cautelari; 3. disposizioni impartite «con modalità che si
prestano alla elusione delle garanzie previste dalla legge a tutela della sfera
di autonomia professionale e operativa dei sostituti»; 3. eccessivo ricorso al modello
45, quello in cui vengono iscritti i cosiddetti “atti non costituenti reato”
(vedi).
A distanza di una decina di giorni dall’intervento di
Pannella a Pistoia, su Notizie Radicali di venerdì 11 maggio (vedi),
compare un’altra presa di posizione a favore del dottor Renzo Dell’Anno:
Velocizzare i processi, dice il vice-presidente del Csm.
Quello stesso Csm che giorni fa ha preso una decisione che, per come la si
apprende, non può che sconcertare. Vale la pena di raccontarla, questa storia:
è il caso di un procuratore di fatto “punito” perché ha lavorato.
Giorni fa il Csm ha stabilito che Renzo Dell’Anno non sarà
più il procuratore capo di Pistoia. Decisione, si legge nelle motivazioni,
maturata in base a valutazioni di carattere formale sulle modalità con cui Dell’Anno
ha diretto in questi anni il proprio ufficio. Tra le principali motivazioni
addotte si evidenzia in particolare quella relativa alla gran mole di lavoro
“operativo” che il dottor Dell’Anno ha portato a termine in prima persona in
tale periodo: migliaia di fascicoli che si è accollato sia per sgravare dai
tanti arretrati i suoi sostituti sia per raggiungere l’obiettivo (del quale,
una volta raggiunto, si è dichiarato orgoglioso) di eliminare dalla procura di
Pistoia il rischio prescrizione: un lavoro encomiabile che, evidentemente,
mentre sarebbe tale per un semplice sostituto procuratore, è invece, secondo il
Csm, improprio per un procuratore capo, che dovrebbe dirigere l’ufficio,
programmando e coordinando l’attività degli altri e non, in pratica, “fare” il
magistrato. Anche se solo come “facente funzioni”. Chi ci capisce qualcosa è
bravo.
La riflessione compare a firma di Valter Vecellio, che
lavora in Rai, dirige il giornale telematico Notizie Radicali, è
iscritto al Partito Radicale dal 1972, è stato componente del Comitato
Nazionale, della Direzione, della Segreteria Nazionale del partito. E quel
giorno stesso (11 maggio) la notizia di Dell’Anno, e il suo commento, approdano
anche al TG2 delle 20.30.
Ma ecco che ieri sera – sabato
12 maggio –,
alle 20.30, come ultima notizia del TG2, la giornalista legge
una nota di rettifica dello stesso Csm che ha ripuntualizzato tutta la vicenda
Dell’Anno, aggiungendo, a quelli già noti, anche altri particolari che fanno
ulteriormente riflettere sia sulla vicenda in sé che sugli incauti commenti
radicali.
Il Csm, nel ricordare che la non conferma di Renzo Dell’Anno
alla guida della Procura di Pistoia è la conseguenza di un’ampia e motivata
delibera del plenum – fatto del tutto inconsueto, peraltro –, e nel
sottolineare ancora l’atteggiamento del magistrato lesivo dell’autonomia dei
sostituti, ha posto nuovamente l’accento sul fatto che il capo della Procura
pistoiese, nello sfoltire gli arretati – cosa di cui si era dichiarato
orgoglioso – ha fatto sin troppo ricorso all’iscrizione delle denunce nel modello
45, con «una tendenza ingiustificabile a minimizzare le notizie di reato e
ad iscriverle nel registro dei fatti che non costituiscono illecito penale»: ma
soprattutto – dice il Csm – Dell’Anno ha operato
con «una conoscenza e un’applicazione inadeguata delle norme dell’ordinamento
giudiziario».
Al di là di ogni altra considerazione, vi suggeriamo di
seguire la notizia direttamente dal TG2.
Edoardo
Bianchini
Tg2 delle 20:30 del 12 maggio 2012
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 13 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]
Ma cosa è successo negli anni scorsi a Pistoia in Procura della Repubblica?
RispondiEliminaLa nota Csm letta ieri dal Tg2 (in pratica si spiega che il Procuratore è stato "inadeguato" rispetto all'ordinamento giudiziario) mi sembra clamorosa.
Sarebbe interessante saperne di più, in particolare quali notizie di reato sono state, a Pistoia, "minimizzate" ...
Caro Banchini,
RispondiEliminanella parrocchia di Montale, sotto l'egida del preposto Don Firindelli, si tenne lo scorso anno, una interessante serata a tema sulle "vicende della Giustizia", relatori di eccellenza, un autorevole Magistrato di Genova e il Dott. Dell'Anno. Dopo aver invocato più volte la Costituzione, venne il momento delle domande del pubblico e, un cittadino dei Comitati ruppe il "ghiaccio" chiedendo al Procuratore Capo se era vero che il Processo Tibo-Cappocci era stato - per ben due volte- proposto all'archiviazione dal PM: il GIP non accolse le richieste e sappiamo com'è andata. Il buon Firindelli, si allarmò per tale domanda così volgare e di "basso profilo" e - la sala era strapiena- corse all'orecchio del Dott. Dell'Anno, per chiedergli se doveva far escludere tale ridicole e polemiche "domande" con qualche reprimenda.... Il Procuratore, lo rassicurò e prese la parola per rispondere al cittadino, ma non rispose alla domanda, rimasta inevasa; precisò però che "...i processi, non si fanno nelle sale parrocchiali ma nelle aule di Giustizia". Oggi,forse, il pensiero del Procuratore, potrebbe apparire in qualche suo recondito e più autentico significato, per come collegato alle eccezioni espresse dal CSM per l'uso abnorme del così detto formulario mod.45, usato per le archiviazioni dei fascicoli contenti le notizie di reato.
Ognuno faccia le sue considerazioni.
MDB
i processi "risolti" dal procuratore dell'Anno sono migliaia si legge sui giornali, da lui risolti in 2 o 3 anni.... per chi ha pratica di processi sa che ognuno è un libro da leggere, viene da chiedersi, ma li avrà letti bene?
RispondiEliminaNon è che con la furia di sbrigar pratiche si pensi più alla quantità che alla qualità del lavoro svolto? in fin dei conti si gioca con la libertà delle persone e una sentenza sbagliata spesso lascia danni ben più gravi...
fortunatamente esiste anche una giustizia Divina...