di Felice De Matteis
SAN MARCELLO. Il Tirreno, nella sua cronaca locale di ieri 19 maggio,
trattando delle indagini in corso sulla Comunità Montana, ci avvisa che molto
probabilmente l’aspetto penale della vicenda non partorirà alcun colpevole
oltre il reo confesso.
Tutti gli altri dovrebbero restare intonsi
e candidi come la neve.
Pistoia, la culla politica nazionale
del compromesso storico – correvano i primi anni 60 –
diviene anche la madre giuridica del principio che «il politico poteva non sapere»,
mentre fino ad oggi vigeva la barbarie del concetto opposto così come lo hanno
sperimentato sulla loro pelle i vari Craxi , Berlusconi, etc.
Se ciò che Il Tirreno riporta
nella sopracitata cronaca corrispondesse al vero, gli avvocati “organici” Turco
(per Giuliano Sichi) e Nardi-Niccolai (per la Comunità Montana) sghignazzeranno
da matti, e la loro unica fatica sarà semplicemente quella di compilare la
notula professionale per questi 14 mesi di duro lavoro professionale.
Ma il Sichi reo confesso accetterà di
fare la parte dell’unico componente della filibusta?
Dopo – diciamolo
francamente – essersi “fatto prendere”, vorrà figurare come l’unico responsabile,
quale che sia la contropartita che il suo attuale silenzio fa ipotizzare?
Non vogliamo e non possiamo crederlo, non
foss’altro per il fatto che anche la coscienza più criminogena ha bagliori di
resipiscenza e pulizia interiore.
Se a tanto fossimo giunti; se il
giornalista del Tirreno anticipasse il finale vero di questa storia; se
niente altro dovesse emergere perché “così ha da essere”, rassicuriamo chi ci segue.
Per noi non è finita.
Noi siamo solo all’inizio.
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[Domenica 20 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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