Il Comune di Pistoia e la riconversione
di un immobile ex-artigianale – Cambio
di destinazione d’uso? Occorrono due o tre anni – «Potrei creare lavoro, ma non
me lo lasciano fare» – «Ma la crisi che stiamo attraversando è una disgrazia o
siamo noi cittadini disgraziati ad avere degli amministratori che ci mettono in
crisi?»
PISTOIA. Scrive un nostro lettore:
Caro
blogger, le vorrei esporre una questione personale ma emblematica.
Dunque: ho ereditato da mio padre un
immobile da diversi anni in disuso in quanto non c’è richiesta di d’affitto. A
suo tempo era adibito a locale artigianale.
L’immobile si trova in un contesto rurale
a Bottegone nel Castel dei Buscioni, quindi circondato da abitazioni.
Ho pensato di convertirlo in appartamenti
(per la precisione cinque appartamenti con annessi posti auto) visto che l’investimento
sarebbe stato sopportabile in quanto i locali si prestano bene alla
trasformazione senza troppe modifiche e senza cambiare minimamente l’aspetto o
il volume esterno. In pratica si tratterebbe semplicemente di dividere l’interno.
Ebbene, la domanda non è stata accettata
per incongruenza ambientale, in quanto le unità abitative non si adattano il
paesaggio circostante e che “comunque, ammesso che venga concesso, ci sarebbe
stata la necessità di un cambiamento di destinazione d’uso, cosa improbabile e
comunque non possibile prima di due-tre anni”.
Quindi io mi trovo, attualmente nelle
condizioni di poter offrire lavoro, dare disponibilità abitative di cui siamo
carenti e tutto ciò senza alterare minimamente il contesto paesaggistico, … ma
non lo posso fare per problemi burocratici. In più ho un locale non altrimenti
utilizzabile e che per me è solo un costo senza reddito.
Magari tra tre anni, ammesso che mi venga
concesso il permesso, potrei non avere più la disponibilità economica per
motivi di recessione o quant’altro.
Dico: ma la crisi che stiamo attraversando
è una disgrazia o siamo noi cittadini disgraziati ad avere degli amministratori
che ci mettono in crisi? (Non mi attendo una risposta).
Posso capire la domanda di cambiamento di
destinazione d’uso, ma non capisco l’opposizione per il contesto paesaggistico
e tanto meno perché debba attendere tre anni. Ma quanto hanno da fare questi
burocrati! (Il tecnico mi ha detto che ha trovato gli uffici deserti con una
decina di impiegati che non avevano altro di meglio da fare che giocare con il
computer).
Ma a cosa pensavano gli stessi
amministratori quando concedevano l’autorizzazione alla costruzione di quel
complesso megalitico ad un chilometro di distanza, a Masiano, che veramente fa
a pugni, non solo con l’ambiente circostante, ma anche con il buon senso, vista
la viabilità della zona?
La ringrazio per l’attenzione che mi ha
prestato e mi scuso per il tono critico della lettera, ma comunque, anche
questa dettata da un intento costruttivo di un cittadino attento ai propri
doveri, rivendicando solo il diritto di essere amministrato da persone
intelligenti.
Nel rimanere a sua disposizione per
eventuali chiarimenti, la prego di lasciare anonima questa mia lettera.
Lettera firmata
La parola passa al Sindaco. E noi vorremmo
che rispondesse proprio, dato che sarebbe anche suo preciso dovere.
Q/n
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[Sabato 26 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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