PISTOIA. Sul caso in questione, stamattina Cristina Privitera
scrive:
Povera Asl di Pistoia, che pasticcio:
arriva lunedì in soccorso il commissario, Bruno Cravedi, direttore generale dei
«vicini» di Prato. Un incarico ad interim, che durerà poco, in attesa che la
Regione provveda alla nuova nomina.
E proprio alla Regione verrebbe da
chiedere perché ha deciso, oltre un anno fa, di lasciare al suo posto il
direttore generale finito ora ai domiciliari per falso in atto pubblico
relativo al mega «buco» dell’Asl di Massa. Il governatore Rossi temeva che
Scarafuggi avrebbe chiesto i danni, se fosse stato «cacciato» perché in odore
di chiamata in causa per i bilanci «truccati» della Asl apuana.
Quindi lo ha
lasciato lì, anche se gli aveva intanto mandato una diffida a risarcire la
Regione di una somma di nulla, 38 milioni di euro (sei solo per i danni di
immagine).
Allora delle due, l’una: o la fiducia
da garantisti c’è, o non c’è. Che senso ha lasciare la conduzione di un’azienda
sanitaria nelle mani di chi è chiamato a risarcire per il suo operato,
quantomeno «distratto», alla guida di un’altra Asl? Alla fine la giustizia
penale ha chiesto conto a Scarafuggi. E la povera Asl pistoiese nel frattempo
ha solo «vivacchiato», affidata com’era a una guida sulla quale pendeva la
spada di Damocle di vedersi coinvolto direttamente nell’inchiesta di Massa.
Gli operatori, medici e primari, l’hanno
definito «immobilismo».
E ora i danni prodotti da questo far
«vivacchiare» l’Asl 3, a chi vanno addebitati?
È il caso di sottoscrivere in toto
le parole della collega, dettate da perfetto buonsenso e da assoluta
comprensione dei termini della questione.
Ma un pio di considerazioni, forse,
vanno pure aggiunte.
C’è da chiedersi, in primo luogo, non
solo perché Rossi abbia lasciato Scarafuggi a Pistoia, ma anche perché gli
abbia tranquillamente versato il salario premiale dell’agosto del 2011:
e permettetemelo, senza remore e senza pudori. Una sana prudenza, non c’è
che dire.
E questa è la prima nota (vedi).
La seconda riguarda un’inquietante
domanda che, pare, almeno per ora non sfiora neppure l’anticamera del cervello
degli inquirenti: ma Enrico Rossi, assessore alla Sanità toscana, dov’era
quando a Massa sparivano 270 milioni di euro? È possibile che nessuno si sia
accorto di niente?
E allora, a questo livello, rispunta la
solita situazione che si è verificata, a Pistoia, nella vicenda della Comunità
Montana: fatte le debite proporzioni, com’è possibile che in Regione, come in
Comunità, nessuno si sia mai reso conto, neanche per un istante, di ciò che
stava accadendo? E com’è che a nessuno degli inquirenti (né in questo caso, né
nel caso della Comunità Montana) queste domande sfiorino il cervello?
Finirà che a rimetterci la puntina
della coda tocchi unicamente a qualcuno che, capitato lì a caso, ci lascia le
penne solo perché è l’ultimo? E mi viene da pensare alle improvvise dimissioni
della Scaramuccia…
E per finire sul comportamento dello
stesso Rossi, che ha lasciato pagare 23mila euro a Scarafuggi, è il caso,
forse, di ricordare che quel premio poteva essere almeno sospeso e congelato in
attesa che la situazione si chiarisse: lo avevano fatto perfino i ‘semplici’ della
Comunità Montana con la Segretaria Rosa Apolito e con Roberto Fedeli (vedi).
Non era in grado di farlo il signor
Governatore?
e.b. blogger
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Domenica 27 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
Se qualcuno pensa realmente di poter ancora credere alla buona fede del Governatore, allora dobbiamo necessariamente tornare tutti bambini e coricarsi di buon ora la sera del 5 Gennaio, nella speranza che il risveglio sarà probabilmente confortevole e soddisfacente.
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