MONTALE-PIANA. Dopo la pubblicazione della nota di denuncia del Comitato
per la chiusura dell’inceneritore di Montale
che segue questo link si è aperta una accesa polemica – anche
con esponenti della Giunta Scatragli – sulla
correttezza sostanziale delle deduzioni contenute, magistralmente consolidate nelle
autentiche preoccupazioni espresse con lettera del Dott. Pietro Gabbrielli,
Dirigente del Dipartimento Prevenzione della Asl 3, che accludo (1).
Ordunque, la vicenda è inquietante per
il suo modo di evolversi in una inconcludente polemica tra “semplici cittadini/amministratori”
e prevede la seguente domanda: è normale che siano lasciate a un pugno di
cittadini confluiti in un Comitato la denuncia e la stigmatizzazione di
macroscopiche incongruenze?
Qual è l’ufficio preposto alla
dipanazione di tali complesse argomentazioni, ad alto tasso di contenuti
tecnico-normativi?
Ci sono speranze per poter avere delle
risposte univoche, congruenti e, dunque, scientificamente condivisibili perché
escluse dalla pretesa di una validazione data da speciose interpretazioni?
Il Noe (Nucleo Operativo Ecologico) dei
carabinieri di Firenze è un organo preposto certamente a tali funzioni, con
particolari competenze scientifiche amministrative ma – sorprendentemente – non è applicabile alla fattispecie dell’inceneritore, ancorché
il Ministero dell’Ambiente li abbia invitati a procede in indagini sull’impianto
del Cis (2).
La cosa è stata specificata dallo
stesso Comandate Cap. Ferri, a seguito di richieste di interventi già inoltrate
dal Comitato, rimaste completamente inevase (3).
Sul motivo della sua particolare e
soggettiva “incapacità operativa”, vi sottopongo alcuni documenti e atti,
conseguenti all’evento del grave inquinamento dell’impianto del Cis del 2007:
a. Con
apposito decreto del 27.8.2007, la Procura di Pistoia aveva assunto la guida
delle indagini su tutte le vicende dell’impianto, estromettendo il Nucleo
Operativo Ecologico (Noe) di Firenze, specificamente applicabile alle complesse
valutazioni in materia ambientale conseguenti alle indagini (lettera ordinanza
allegata). Tale atto è stato probabilmente utile –
al tempo del grave inquinamento ambientale – per “garantire il miglior
coordinamento tra i vari organi di P.G. interessati” ed è previsto dall'art.
327 cpp, che dispone “il pubblico ministero dirige le indagini e dispone
direttamente della polizia giudiziaria” (4).
b. In
una intervista rilasciata alla stampa del 6.1.2008, lo stesso Procuratore Capo,
precisò l’intenzione di assumere un “basso profilo” sulle vicende
dell’impianto, precisando il loro “scarso rilievo penale” e comunque,
l’eventualità di “lievi sanzioni”. Le vicende hanno avuto poi esito nel
processo penale Tibo-Cappocci con condanna degli imputati.
c. Il
Ministero dell’Ambiente con lettera dell’8.3.2011, aveva investito il Noe di
Firenze di predisporre una relazione sulle vicende che vedono coinvolto
l’impianto del Cis di Montale, affinché provvedesse a “… effettuare le
verifiche richieste ... anche alla luce delle problematiche ambientali e
sanitarie segnalate...” (2).
d. Oggi,
sembra essersi aperto un pesante vulnus sulla validità dell’Aia
dell’inceneritore, perché fatta oggetto di importanti modifiche (forse
sostanziali, per come descrive Asl 3) e che dovevano essere condotte in seno
alla Conferenza dei Servizi (5a e 5b).
Questi i documenti.
È possibile continuare così?
Alessandro Romiti
[Lunedì 21 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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