lunedì 21 maggio 2012

RIFIUTI. CARO ORIANA, LA NOSTRA PROVINCIA DEVE DECIDERE COSA VUOLE FARE DA GRANDE

di Lorenzo Cristofani

Spunti di riflessione per il Presidente dell’Associazione Industriali – Disposti a un confronto anche pubblico su questi temi

Gentilissimo Presidente Oriana,
lei è chiamato a intervenire, per il suo ruolo istituzionale che ricopre nell’associazione degli industriali pistoiesi, nel pubblico dibattito, partito da questo blog, relativo ad un vero rilancio della manifattura e delle politiche industriali nella provincia di Pistoia.
La discussione era nata dal voler precisare che il riciclaggio non è solo una corretta gestione dei rifiuti, è una nuova politica industriale. La green economy non è solo lo sviluppo dell’energia rinnovabile bensì è soprattutto lo sviluppo di filiere di riciclaggio di materia. Innanzitutto di quella materia, quasi 900mila tonnellate annue di raccolte differenziate, che può rimanere in Toscana ed essere indirizzata proficuamente ad alimentare filiere di produzione sostenibile.
Filiere manifatturiere che implicano innovazione, ricerca e, come li sa bene, permettono anche ottimi risultati. Come dimostrano i numeri di aziende pistoiesi del settore e, in generale, la crescita di distretti del riciclaggio attorno ad aziende come Ecolat e Revet. Il tutto favorito anche dai protocolli firmati da Regione Toscana, Anci, Conai e Revet, pienamente in linea con le politiche industriali europee, spesso illustrate dal commissario europeo all’industria Antonio Tajani.
Per ottenere la crescita non basta invocarla e parlando sempre di crescita è incontrovertibile il riferimento ai flussi di materia, senza i quali non esiste la manifattura. La green economy è uno dei pochi settori che cresce e come lei vede direttamente nella sua associazione, non c’è green economy senza manifattura.
Tuttavia se si vuole far crescere l’industria del riciclo, bisogna facilitarla in qualche modo e creare le condizioni per una manifattura duratura. Lei saprà meglio di noi che la volatilità del prezzo del petrolio permette ad alcune materie prime-seconde di avere una stabilità che può dar loro un vantaggio sul mercato. E ciò è confermato anche dalle movimentazioni sulla borsa dei rifiuti – intesi proprio come frazioni merceologiche ottenute dalle raccolte differenziate, i giacimenti urbani – e dai grandi risultati raggiunti dal settore delle materie plastiche post consumo in alcune aziende toscane che hanno attuato questa riconversione ecologica che sul riciclaggio fa perno.
La nostra provincia ha tutte le caratteristiche per dare un contributo a questo settore industriale, che ha margini di sviluppo e di finanziamenti. Però bisogna che decida cosa vuol fare da grande e, fuor di metafora, se intende destinare le frazioni merceologiche provenienti dalle raccolte differenziate a una filiera che altrove brilla, oppure ad un previsto inceneritore che andrebbe contro le normative europee (e nazionali) e contro la possibilità di un’industria sostenibile, economicamente e socialmente.
Spero vivamente che l’argomento sia oggetto di discussione anche con i colleghi dell’associazione da lei presieduta; da parte di questo blog c’è la massima disponibilità ad un confronto nel merito di tali questioni e la volontà di approfondirle il più possibile, nell’interesse dell’informazione dei cittadini. Pertanto confido in un suo cortese contributo di risposta, prezioso per arricchire il nostro dibattito.
La ringrazio sentitamente,
Lorenzo Cristofani
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[Lunedì 21 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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