lunedì 21 maggio 2012

SAN BARTOLOMEO E PARCHEGGI. NON SONO ARTE SOLO LE FORMELLE DEL CAMPANILE DI GIOTTO (*)

di Lorenzo Cristofani

PISTOIA. L’illustrazione delle formelle del campanile di Giotto, opera tanto preziosa quanto sconosciuta, guiderà alla scoperta del senso cristiano del lavoro nel medioevo fiorentino e l’occasione è dunque ottima per allargare la riflessione.
L’iniziativa della parrocchia di San Bartolomeo, fissata per l’8 di giugno, permette infatti già sin d’ora alcune considerazioni, che vorrei sottoporre anche a Luca Carlesi, promettente parroco e canonico della Cattedrale, nonché persona assai preparata e sensibile al tema del patrimonio artistico pistoiese, non a caso direttore del museo Diocesano.
L’ argomento della riflessione è il futuro dell’antico orto-giardino del complesso monastico di San Bartolomeo, tra ipotesi di maxi parcheggio e prospettive di un uso più rispettoso della gloriosa storia del plesso.
Don Luca saprà benissimo che la Costituzione italiana tutela il paesaggio, elemento chiave per il benessere sociale e lo sviluppo. L’antico orto monastico riassume il legame tra memoria collettiva e territorio, il paesaggio tipico, dunque, di Pistoia città degli orti. Senza pensare a quello tra attività umane e potenziale economico. Ho infatti in mente quell’azienda agricola e produttiva integrata che è stata l’abbazia di San Bartolomeo: granai, stalle, frantoio, forno, pollaio, legnaia, peschiera e gelsicoltura.
Quelli i lavori di allora, da cui è immediato cogliere comunque che esistono ancora una serie di attività economiche compatibili col paesaggio, se agganciate a una programmazione culturale.
Ebbene sì, quella magnifica terra vergine che si vorrebbe asportare, ricorda le radici rurali di Pistoia, quelle da cui è nato il credito cooperativo, quella terra si diceva, che potrebbe ospitare un nuovo pollaio e la coltivazione di ortaggi ed erbe (il paesaggio rurale!) aiutando quindi la Caritas parrocchiale nel distribuire i generi di prima necessità ai bisognosi. Ma ancora quella terra verde e preziosa potrebbe ospitare l’arte ambientale dell’adiacente liceo artistico Petrocchi; insomma, quella terra è un bene comune e patrimonio, spirituale e paesaggistico: come tale andrebbe trattata! Non è certo ragionevole consegnare alle future generazioni dvd con le immagini dell’orto monastico: l’arte e il paesaggio non possono ridursi ad una diapositiva, devono essere fruibili e mantenere quel ruolo identitario, vivo e vitale che permette di progettare il futuro.
Don Luca comprenderà l’importanza culturale degli orti monastici che già da tempo sono oggetto di riscoperta da parte dei pistoiesi in tutto il loro significato storico e in tutta la loro prospettiva di utilità.
A questo punto molti, anche della parrocchiani, si chiedono: perché asportare 60 mila metri cubi di terra da un’area storica (per riempire di cemento e acciaio), con lavori pluriennali che precluderebbero lo spazio a tutta la comunità, rischiando oltretutto di minare la stabilità della fragile e antica chiesa?
Sarebbe utile tuttavia ascoltare anche l’opinione di altre persone, magari membri del consiglio pastorale parrocchiale, oppure del consiglio affari economici della parrocchia, come Stefano Panconesi e Francesco Cecchi, persone disponibilissime che ho conosciuto nell’ambito di un percorso comunicativo messo in piedi dalla passata amministrazione comunale.
Ricordo inoltre che di recente furono poste su questo blog domande a cui a tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta: pertanto ritornano attuali. La riflessione poi, è facile rendersene conto, dovrebbe coinvolgere approfonditamente anche i diversi uffici diocesani, (e penso all’amico Piero Pierattini), ma non mancherà certo occasione di articolare il dialogo e il confronto, uniche vere fonti di arricchimento, per tutti, spirituale e culturale.

* * *
(*) PISTOIA. Sta girando in questi giorni, dalla parrocchia di San Bartolomeo, il seguente messaggio che promuove un’interessante iniziativa culturale:

Buonasera!
Stiamo cercando di informare più persone possibile utilizzando i contatti mail che abbiamo in memoria e chiediamo, se potete farlo, di informare anche la cerchia delle vostre conoscenze, che venerdì 8 giugno, alle ore 21.15, presso la chiesa di San Bartolomeo a Pistoia, è stata organizzata una serata durante la quale la prof.ssa Mariella Carlotti – attraverso la proiezione di diapositive – ci parlerà del ciclo delle formelle del Campanile di Giotto. L’opera è unica al mondo e spesso da molti non conosciuta. Attraverso la spiegazione delle formelle la dott.ssa ci guiderà alla scoperta del senso cristiano del lavoro nel medioevo fiorentino.
Ci preme fare un’adeguata promozione della serata sperando di avere con noi più persone possibili, sia perché non è facile avere la prof.ssa causa i suoi innumerevoli impegni, ma soprattutto perché pensiamo e speriamo la serata possa essere di arricchimento per tutti, sia spirituale che culturale.
Allego la locandina dell’evento precisando che ovviamente l’invito è rivolto a tutti.
Vi ringraziamo dell’attenzione sperando nella vostra partecipazione.

Dietro a questo evento sono nate le riflessioni di Lorenzo Cristofani, nostro collaboratore; riflessioni necessarie se pensiamo al megaprogetto del parcheggio di San Bartolomeo.

Q/n
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[Lunedì 21 maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]

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