di Lorenzo Cristofani
PISTOIA. L’illustrazione delle
formelle del campanile di Giotto, opera tanto preziosa quanto sconosciuta,
guiderà alla scoperta del senso cristiano del lavoro nel medioevo fiorentino e
l’occasione è dunque ottima per allargare la riflessione.
L’iniziativa
della parrocchia di San Bartolomeo, fissata per l’8 di giugno, permette infatti
già sin d’ora alcune considerazioni, che vorrei sottoporre anche a Luca Carlesi, promettente parroco
e canonico della Cattedrale, nonché persona assai preparata e sensibile al tema
del patrimonio artistico pistoiese, non a caso direttore del museo Diocesano.
L’ argomento
della riflessione è il futuro dell’antico orto-giardino del complesso monastico
di San Bartolomeo, tra ipotesi di maxi parcheggio e prospettive di un uso più
rispettoso della gloriosa storia del plesso.
Don Luca
saprà benissimo che la Costituzione italiana tutela il paesaggio, elemento
chiave per il benessere sociale e lo sviluppo. L’antico orto monastico riassume
il legame tra memoria collettiva e territorio, il paesaggio tipico, dunque, di
Pistoia città degli orti. Senza
pensare a quello tra attività umane e potenziale economico. Ho infatti in mente
quell’azienda agricola e produttiva integrata che è stata l’abbazia di San
Bartolomeo: granai, stalle, frantoio, forno, pollaio, legnaia, peschiera e
gelsicoltura.
Quelli i
lavori di allora, da cui è immediato cogliere comunque che esistono ancora una
serie di attività economiche compatibili col paesaggio, se agganciate a una
programmazione culturale.
Ebbene sì,
quella magnifica terra vergine che si vorrebbe asportare, ricorda le radici
rurali di Pistoia, quelle da cui è nato il credito cooperativo, quella terra si
diceva, che potrebbe ospitare un nuovo pollaio e la coltivazione di ortaggi ed
erbe (il paesaggio rurale!) aiutando quindi la Caritas parrocchiale nel
distribuire i generi di prima necessità ai bisognosi. Ma ancora quella terra
verde e preziosa potrebbe ospitare l’arte ambientale dell’adiacente liceo
artistico Petrocchi; insomma, quella terra è un bene comune e patrimonio,
spirituale e paesaggistico: come tale andrebbe trattata! Non è certo ragionevole
consegnare alle future generazioni dvd con le immagini dell’orto monastico: l’arte
e il paesaggio non possono ridursi ad una diapositiva, devono essere fruibili e
mantenere quel ruolo identitario, vivo e vitale che permette di progettare il
futuro.
Don Luca
comprenderà l’importanza culturale degli orti monastici che già da tempo sono
oggetto di riscoperta da parte dei pistoiesi
in tutto il loro significato storico e in tutta la loro prospettiva di utilità.
A questo
punto molti, anche della parrocchiani, si chiedono: perché
asportare 60 mila metri cubi di terra da un’area storica (per riempire di
cemento e acciaio), con lavori pluriennali che precluderebbero lo spazio a
tutta la comunità, rischiando oltretutto di minare la stabilità della fragile e
antica chiesa?
Sarebbe
utile tuttavia ascoltare anche l’opinione di altre persone, magari membri del
consiglio pastorale parrocchiale, oppure del consiglio affari economici della
parrocchia, come Stefano Panconesi e Francesco Cecchi, persone disponibilissime
che ho conosciuto nell’ambito di un percorso comunicativo messo in piedi dalla
passata amministrazione comunale.
Ricordo
inoltre che di recente furono poste su questo blog domande a cui a tutt’oggi non è
pervenuta alcuna risposta: pertanto ritornano attuali. La riflessione poi, è
facile rendersene conto, dovrebbe coinvolgere approfonditamente anche i diversi
uffici diocesani, (e penso all’amico
Piero Pierattini), ma non mancherà certo occasione di articolare il dialogo e
il confronto, uniche vere fonti di arricchimento, per tutti, spirituale e
culturale.
* * *
(*) PISTOIA.
Sta girando in questi giorni, dalla parrocchia di San Bartolomeo, il seguente
messaggio che promuove un’interessante iniziativa culturale:
Buonasera!
Stiamo
cercando di informare più persone possibile utilizzando i contatti mail che
abbiamo in memoria e chiediamo, se potete farlo, di informare anche la cerchia
delle vostre conoscenze, che venerdì 8 giugno, alle ore 21.15, presso la chiesa
di San Bartolomeo a Pistoia, è stata organizzata una serata durante la quale la
prof.ssa Mariella Carlotti – attraverso la proiezione di diapositive – ci
parlerà del ciclo delle formelle del Campanile di Giotto. L’opera è unica al
mondo e spesso da molti non conosciuta. Attraverso la spiegazione delle
formelle la dott.ssa ci guiderà alla scoperta del senso cristiano del lavoro
nel medioevo fiorentino.
Ci preme
fare un’adeguata promozione della serata sperando di avere con noi più persone
possibili, sia perché non è facile avere la prof.ssa causa i suoi innumerevoli
impegni, ma soprattutto perché pensiamo e speriamo la serata possa essere di
arricchimento per tutti, sia spirituale che culturale.
Allego la
locandina dell’evento precisando che ovviamente l’invito è rivolto a tutti.
Vi
ringraziamo dell’attenzione sperando nella vostra partecipazione.
Dietro a
questo evento sono nate le riflessioni di Lorenzo Cristofani, nostro
collaboratore; riflessioni necessarie se pensiamo al megaprogetto del
parcheggio di San Bartolomeo.
Q/n
Cliccare sull’immagine per
ingrandirla.
[Lunedì 21 maggio 2012 - ©
Quarrata/news 2012]
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