di Alessandro
Romiti
Incontro
con Emanuella, la nigeriana accusata di esercizio abusivo di parcheggiatrice
PISTOIA. Lo sorso sabato l’ho riconosciuta subito.
Improvvisamente, il cuore mi è iniziato a battere forte e mi sono emozionato: l’ho
guardata meglio ed era proprio lei, Emmanuella (vedi).
Anche se avevo
scambiato con lei solo qualche parola, mischiata a sorrisi e coccole nell’intento di manifestarle un sentimento
di solidarietà umana per la sua palese condizione di emarginata, Emanuella non
è confondibile con altre ragazze.
Non l’avevo
rivista, fino a quando il malcapitato signor Alessandro Fedi non ha ricevuto
una incredibile multa di 729 euro per averla indotta nell’esercizio di parcheggiatore abusivo – e credete a me:
ci vuole davvero una buona dose di fantasia per convincersi della circostanza
per come è stata descritta dal verbale della Polizia Municipale di Pistoia (vedi).
Non ho resistito
a parlarle, procurandomi rapidamente una copia dell’articolo pubblicato sul blog,
per illustrarle la sua incredibile, accresciuta quanto indesiderata popolarità.
La ragazza
nigeriana non capiva il motivo del mio interesse e ha chiesto dunque di darle
qualche spiegazione sulle note descritte dall’articolo, per la necessità di
fare una cronaca il più possibile chiara.
Devo dire che
non è stato semplice e ho rinunciato a trattare la spiegazione della
“interpretazione teleologica” della norma, che sembra davvero esser mancata ai
due vigili. Però la gentile ragazza si è convinta a rilasciare alcune
informazioni su aspetti reconditi del suo trasferimento coatto al comando della
Polizia Municipale.
Lei ha iniziato
con il rassicurarmi che si trova a posto con il permesso di soggiorno e che non aveva “fatto niente di male”.
Dopo averla
rassicurata e illustrato che lei era stata vittima di un inqualificabile
episodio, Le ho chiesto alcuni particolari davvero interessanti sulla consegna
delle chiavi dell’auto del sig. Fedi al comando di polizia municipale.
Le ho chiesto
per quale motivo avesse lasciato le chiavi alla Polizia dato che, a quanto
risulta, gliele aveva affidate lo stesso proprietario del veicolo.
Emanuella, con
il suo italiano incerto e difficile mi ha ben specificato che le chiavi sono
state trattenute al comando su suggerimento degli agenti che, non le hanno
“prese di forza”: e meno male. Gli agenti le hanno fatto ben chiaro che il
proprietario avrebbe potuto denunciarla per furto, e dunque, sarebbe stato
meglio per lei lasciare lì il presunto ipotetico maltolto.
Disturba non
poco il fatto che il signor Fedi, al momento della convocazione al comando di
polizia municipale, ha avuto notizia di essere stato sanzionato
amministrativamente per un atto certamente deprecabile se dimostrato come vero,
mentre, non aveva avuto notizia alcuna di aver subìto una sorta di furto delle
chiavi della sua auto.
Intanto Emanuella
mi ha detto di essere mortificata per la vicenda e quasi voleva scusarsi con me
per l’accaduto, non mancando di suscitare il mio sentito imbarazzo per l’abnorme
anomalia dell’episodio.
Viene da porsi
una domanda: se la ragazza aveva rubato le chiavi, sarebbe stata lì, ferma, sul
parcheggio per attendere l’arrivo casuale della pattuglia e magari farsi
arrestare in flagranza di reato?
Cliccare
sull’immagine per ingrandirla.
Nella foto: Alessandro
Romiti con Emanuella.
[Lunedì 28
maggio 2012 - © Quarrata/news 2012]
E questa sarebbe la città solidale e fraterna? Quei discorsi, anzi "dialoghi", sull'Uomo fatti in questi giorni in piazza Duomo, valgono anche per le donne? E anche se sono emarginate extracomunitarie?
RispondiEliminaGrazie di esistere
MDB
La verità è che per questi rispettabili signori, l'importante è sembrare, non essere.
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