domenica 5 maggio 2013

CIAMPOLINI (SEL) SULL’AUMENTO CANONI PRELIEVO ACQUE

Prelievo superficiale

di Giuliano Ciampolini [*]

PISTOIA. Sul dibattito che si è aperto in merito all’aumento dei canoni sui prelievi di acqua tramite i pozzi, mi sembrano condivisibili alcune argomentazioni critiche della Confindustria di Pistoia: è necessario che il canone sia modulato in rapporto alle quantità effettive dei prelievi, in modo da scoraggiare i prelievi eccessivi e gli sprechi di un “bene comune” di tutti.
In proposito è da ricordare che, nel 2007, la precedente Giunta della Provincia di Pistoia (quella presieduta da Venturi) rinunciò ad un contributo di 33 mila euro della Regione Toscana per fare il catasto dei pozzi nella nostra provincia e che, come mossa elettoralistica, nel dicembre 2008 decise di ridurre del 33% il canone sui pozzi per le imprese dei comparti manifatturieri e commerciali (un regalino elettorale di oltre 500 euro per ogni azienda interessata).
Proprio in quel mese il tema dei prelievi di acqua tramite i pozzi venne inserito nel Documento programmatico della coalizione di centro sinistra (firmato il 30 dicembre 2008 per il mandato amministrativo 2009/2014), sottoscritto anche da Federica Fratoni per poter partecipare alle Primarie (svoltesi nel gennaio 2009) e lì stava scritto il seguente impegno: “Le istituzioni dovranno sostenere, anche attraverso la leva fiscale, l’impiego ed il trasferimento a tutte le aziende del settore di tecnologie in grado di razionalizzare l’irrigazione e di aumentare l’efficienza della concimazione; di contro, devono essere eliminati gli sprechi dell’acqua da parte delle aziende e, a seguito di un compiuto censimento dei pozzi, corrisposti canoni funzionali ad incentivare le buone pratiche di razionalizzazione e riuso della risorsa idrica”.
Questa indicazione programmatica partiva dalla consapevolezza che ci sono stati eccessivi prelievi nel corso degli ultimi decenni: le falde idriche nei terreni in cui si è sviluppato il vivaismo pistoiese si sono notevolmente abbassate e che (anche per dare un futuro a questo settore economico/occupazionale), è importante incentivare l’uso delle tecnologie più virtuose.

Era un’indicazione programmatica finalizzata a incentivare le aziende vivaistiche che continuano ad annaffiare con il “sistema a pioggia”, ad adottare tecnologie meno sprecone dell’acqua bene comune (come hanno già fatto una parte di aziende e tra queste quella più virtuosa è sicuramente quella del mio amico Gilberto Stanghini, di Chiazzano).
L’Associazione per la Sinistra, pur avendo firmato il Documento Programmatico del centrosinistra, uscì da quella coalizione nel momento in cui Federica Fratoni, dopo aver vinto le primarie, non riuscì a garantire l’attuazione di alcune importanti scelte programmatiche contenute in quel documento e tra questi vi era proprio quello che riguardava i canoni sui prelievi di acqua tramite i pozzi. A distanza di 4 anni possiamo dire che le nostre preoccupazioni non avevano motivazioni pregiudiziali e hanno trovato – sui pozzi come su altre scelte – piena conferma.
Per attuare quell’indicazione programmatica basterebbe prendere a riferimento quanto è stato fatto, per esempio, dalla Provincia di Pisa: i canoni per il prelievo di acqua superficiale o sotterranea sono costituiti da una parte di importo variabile (
www.provincia.pisa.it/interno.php?id=8997&lang=it), cioè “canoni in gran parte proporzionali ai volumi di acqua prelevati e poco dipendenti dall’uso”, con “vantaggi accordati a quelle aziende che, nell’utilizzo di acque pubbliche, dimostrino un’attenzione particolare dal punto di vista ambientale e del riciclo”.

[*] – Membro dell’Assemblea provinciale e regionale di Sel


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[Domenica 5 maggio 2013 | 15:05 - © Quarrata/news]

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