di EDOARDO BIANCHINI
Qualche domanda al Professore a fine-relazione
– «Grillo? Una risposta parziale a una domanda giusta»
PISTOIA. Spunti per un’agenda di speranza per la Toscana. Di
questo ha parlato stamattina – alla Settimana Sociale dei Cattolici Toscani
– il professor Luigino Bruni, docente di Economia Politica all’Università di Milano-Bicocca.
Ha puntato molto sulla necessità di
ricreare un clima di fiducia, nei giovani, per riseminare quelle idealità che
sono venute a mancare al concetto di politica degli ultimi venti anni: periodo
in cui tutto si è tradotto in mera e squallida esaltazione del denaro e dei
suoi prodigiosi effetti a favore di chi, della politica, ha una cognizione
strumentale e solo finalizzata non al bene comune ma ai propri personali interessi.
Alla domanda della collega di Repubblica,
Maria Cristina Carratù, che gli chiedeva cosa può portare a un vero e proprio
cambio di indirizzo, Bruni ha risposto che la politica deve iniziare a camminare
diversamente, se vogliamo avere una speranza di cambiamento e di salvezza: partendo
da una seria selezione dei giovani che ambiscono a entrare in politica e
formandoli, ancor più seriamente, in maniera lenta e progressiva, alle idealità
di quanti, con la politica, non si sono arricchiti, ma hanno lavorato per il
bene di tutti. Non è più il caso, insomma, di lasciare le porte aperte a tutti
e soprattutto a chi non ha l’idea che politica significa non una strada
per fare quattrini, ma, in buona sostanza, una via verso la direzione del bene
comune. E con la consapevolezza che, in fondo al percorso, non ci saranno
denaro, lusso, potere e privilegi.
Anzianità come risorsa – ha aggiunto la
collega Cristina Bossi – e volontariato come via da percorrere e valorizzare,
anche per un possibile rilancio dell’occupazione.
D’accordo anche su questo versante – ha
fatto capire il professor Bruni –, ma non nella direzione della assoluta gratuità:
anche il volontariato va ‘doverosamente’ retribuito, nel senso che il
totalmente gratis è solo un modo per turbare e rendere ancor più negativo
un mercato del lavoro sempre più sottratto a chi ha diritto e bisogno di
lavorare.
Foto da ‘Toscana Oggi’ |
C’è anche il rischio – ha sottolineato Bruni,
cosa che del resto su questo blog stiamo scrivendo e sostenendo da molto tempo
– che Cooperative e Misericordie (il Professore lo ha asserito esplicitamente) finiscano
per svilire ancor più le opportunità di lavoro, inserendosi sulla scena a bassi
costi proprio perché, a monte, non pagano i ‘volontari’ e, grazie a questo,
possono anche accaparrarsi appalti e forniture, danneggiando però profondamente,
nel suo complesso e nei suoi precari equilibri, il mondo del lavoro e della manodopera.
Maria Cristina Carratù è tornata all’attacco
chiedendo se sia possibile o meno, in un futuro piuttosto immediato, la
compresenza e la convivenza di cattolici e non cattolici in politica, con una
Chiesa che avanzi insistentemente richieste su ‘valori non negoziabili’ come,
per esempio, l’aborto.
A CHI LAVORA UN SEMESTRE SABBATICO PER STUDIARE. «OGGI L’ECONOMIA
PROTEGGE LE RENDITE E SCORAGGIA IL LAVORO»
“Un patto sociale per cui ogni cinque anni chi lavora può fare un
semestre sabbatico per studiare”: è la proposta dell’economista Luigino
Bruni, che stamani ha tenuto la relazione principale alla Settimana Sociale
dei Cattolici toscani, alla ex Breda di Pistoia. Secondo Bruni, “Si può
studiare la storia dell’arte, la musica, un viaggio… Poi magari si va in
pensione più tardi, ma più colti e meno sfiniti”.
Bruni ha parlato della crisi economica e della mancanza di lavoro: “Un
tema fondamentale della crisi – ha detto – è quello delle rendite a scapito
dei profitti. Il profitto è molto meglio delle rendite: la rendita è un
vivere su ricchezze prodotte in passato. Se un popolo, un’economia ha smesso
di produrre profitti e vive sulla rendita si va verso il declino. Gli
imprenditori si trasformano in speculatori, le élites diventano caste che
difendono i privilegi acquisiti. In Italia si tassa al 43% il lavoro e al 20
la rendita finanziaria: queste non sono leggi di natura ma questioni di
potere. Stiamo disegnando un mondo che protegge le rendite e scoraggia i
flussi. Se non capiamo questo spostamento di baricentro dal mondo di lavoro,
dalla fabbrica, alla rendita, non capiamo la crisi”.
Rivolgendosi al mondo cattolico, Bruni ha invitato a favorire la
conoscenza dei temi economici: “oggi conta tantissimo l’economia nelle scelte
pubbliche. Servirebbero scuole popolari di economia e finanza nelle
parrocchie, come quelle di don Milani. Studiare insieme per essere più liberi”.
Tra le proposte, anche quella e far nascere “luoghi di gioco buono di
fronte all’invasione di giochi sbagliati e cattivi, che rovinano le famiglie,
come slot machines e scommesse”.
Sintesi di Simone Pitossi
|
E il professore ha serenamente risposto
che il compromesso – termine di alta politica che non ha niente di
negativo – ammette e richiede proprio la simbiosi di anime diverse sulla scena
delle scelte. Le cose migliori del passato, ha detto, ci sono venute proprio da
questa combinazione di opposti: che la Chiesa avanzi le proprie richieste è più
che legittimo, ma è chiaro – ha concluso Bruni – che in democrazia, se le
richieste della Chiesa non trovano accoglimento, i cattolici devono allinearsi
di buon grado sulle leggi approvate dal Parlamento. O altrimenti si potrebbe
rischiare assai di più e fino al pericolo di innescare una spirale di incomprensione
che potrebbe portare a una irremissibile, incancrenita intolleranza.
La nostra domanda – ultima posta a
Bruni – è stata rivolta, come scomoda, su uno degli aspetti più contingenti
dell’oggi.
Gli abbiamo chiesto cosa pensasse dell’attuale
Governo, tenuto presente anche un dato concreto e locale: la nomina di Erasmo D’Angelis
(Publiacqua toscana, renziano, uomo dei profitti sconfessati dai
referendum) a sottosegretario
alle infrastrutture.
È davvero un Governo delle novità,
quello di Letta, e delle riforme necessarie al rilancio dell’Italia, oppure no?
Il professore ha dichiarato che,
secondo il suo punto di vista, questo Governo è il frutto, un po’ bastardo, di due
opposte matrici: da una parte lo stimolo al rinnovamento richiesto dal momento cruciale
che stiamo vivendo, dall’altra il rinnovarsi del vecchio concetto di politica,
se, per il secondo livello – quello dei sottosegretari – si è fatto ricorso quasi
esclusivamente a politici.
Governo ibrido, lo ha definito, dunque.
E connotato da una fin troppo evidente incoerenza: «Ma mi auguro – ha concluso –
che si tratti solo di una fase di transizione».
Interessante a battuta-lampo di Bruni
su Grillo: «È una risposta parziale – ha detto – a una domanda giusta».
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
[Sabato 4 maggio 2013 | 17:05 - © Quarrata/news]
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