di LUIGI SCARDIGLI
Breve riepilogo su Lo Spazio di via
dell’Ospizio, una sorta di ‘porto sicuro’
PISTOIA. Lo Spazio in via
dell’Ospizio, a Pistoia, è una libreria. E una sala da the. E un crocchio,
piccolissimo, dove, sovente, un sacco di persone si incontrano per parlare di
poesia, letteratura, pittura, scultura, cinema, in quantità industriale,
teatro. E di rammendi, ultimamente, senza dimenticare i giardini. Anche di
politica, si parla da Mauro e da Alice; più quando c’è Mauro, che quando a
tenere sotto controllo il locale c’è sua moglie, Alice, leggermente più attenta
del marito a seguire, senza spasmi, ma con un briciolo di lungimiranza, le
dinamiche del mercato.
Già, perché la libreria Lo Spazio in via dell’Ospizio, a
Pistoia, è uno dei pochi spacci di cultura che soggiace, né più né meno alla
stregua di qualsiasi altro esercizio, alle ferree, seppur non sempre logiche,
leggi concorrenziali e risponde, con lo stesso soave sadismo, all’equazione
domanda e offerta.
E non ve ne parlo, de Lo Spazio, perché l’amicizia che mi lega
a Mauro e ad Alice è privilegiata rispetto ad una massa informe di conoscenze
che soffro, più che godere. Quello che fanno loro e come lo fanno, siamo
onesti, è straordinariamente delicato, simpatico, utile, importante.
Certo, si presentano libri di poesie e
di narrativa di autori più o meno celebrati; si allestiscono mostre di pittura
e di fotografie di talenti e di improvvisati; si inscenano sketch tra il sacro
ed il profano, ma tutte le volte, il broncio
di Mauro ed Alice è lo stesso. Che venga Ascanio Celestini o un improvvido
artigiano della filosofia, a disquisir di vita e di morte, di sogni e incubi,
Mauro ed Alice sono lì, a barcamenarsi tra le due figlie e quel nugolo di amici
che ne condizionano e colorano l’ambiente, con lo stesso identico umore: quello
di coloro che hanno la coscienza di portare in comunione, con la comunità
ondivaga dei loro visitatori più o meno occasionali, la loro voglia di vivere e
di convivere.
Lo Spazio di via
dell’Ospizio, a Pistoia, è un luogo sacro,
ma non solo perché, ogni pomeriggio Roberto Carifi trascorre lì, sulla solita
poltrona del saloncino, con le spalle al muro e gli occhi, ondivaghi, tra il
libro che sfoglia e l’ingresso dove spesso appare un suo allievo, le ultime ore
del pomeriggio, confondendo, a ragione, quel negozio con ben altro, perché Lo Spazio, in realtà, è davvero altro.
È un porto sicuro, Lo Spazio, dove si ha sempre l’impressione, accomodandosi, di non
aver dimenticato nulla, perché molto di quello di cui si ha bisogno, da Mauro
ed Alice, è facile che si trovi; e se non c’è, ve lo ordinano, statene certi.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.
Foto di Luigi Scardigli.
[Lunedì 4 febbraio 2013 | 08:32 - © Quarrata/news]
il mio broncio si trasforma in sorriso.
RispondiEliminagrazie L.S.