«Mi sembra che le cose non siano
cambiate e che la logica sia sempre quella dei contenziosi da tribunale» – I
giornalisti hanno pieno diritto di fare il loro mestiere
Caro Pier Gino,
leggo con piacere la tua lettera, che
rappresenta, finalmente, ad Agliana ed alla Misericordia, le tue ragioni sul
contenzioso e sulla sentenza definitiva, emessa dal Tribunale di Pistoia,
riguardo al progetto, ed alla costruzione della nuova sede, e come ciò ti sia
costato a livello personale. Sottolinei che le sentenze, quando definitive,
divengono inappellabili, vanno rispettate per trarne anche insegnamenti, o
cambiamenti di comportamento.
Oggi, i fatti che ricorrono, mi sembra,
vogliano invece ripercorrere la stessa strada, che condusse la Misericordia al
contenzioso, in cui fosti coinvolto, risultato essere, per lei, dannoso ed
oneroso.
Questa volta la controparte è ancora
rappresentata da professionisti, come te ed Enrico, ma appartenenti ad un altro
settore: il giornalismo. Non vogliono fare un resoconto od una cronaca, ma una
inchiesta, una indagine sulla costruzione della sede e sulla conduzione degli
ultimi anni della Misericordia, ora onlus.
È loro diritto, sancito dalla Carta
Costituzionale (art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il
proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. … La
stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure), ed al loro codice
etico rivolto alla “ricerca della verità sostanziale dei fatti”. Dunque
professionisti (Edoardo Bianchini ha lavorato a “Il Tirreno” per molti
anni con Concita De Gregorio, che diverrà Direttore de “l’Unità”, e
portarono all’apice delle tirature e del successo la testata livornese), mossi
da questa preparazione e da questi principi, non si fanno intimidire da
nessuno.
Per questo paventavo che un
comportamento ostile o non trasparente, o almeno non rispettoso dei ruoli, non
fermasse la loro azione e dunque ci facessero (ci fanno!) “le bucce”. Hanno
fatto delle richieste, ora attendono delle risposte.
Ti poni delle domande, ma fra queste,
non concedere la visione dello Statuto, che è pubblicato on line sui siti di
altre Confraternite, con grande risalto, ti sembra la risposta più
incomprensibile e compromettente? I volontari lo conoscono, avendo accettato
delle condizioni morali per svolgere il loro meritevole compito?
Mi auguro anch’io che quanto accaduto
sia frutto di un episodio e non di un atteggiamento, ma i fatti sembrano
contrastare i nostri desideri.
In ultimo permettimi anche una mia
riflessione personale. È ormai diffusa una certa mentalità italiana che segue
il principio secondo cui “arrosto che non ti tocca, lascia che bruci”; e
secondo questa ottica che le cose, in questo paese, vanno come stanno andando. Quanti
di noi hanno partecipato a non voler vedere? Altro che la penosa vicenda della
Misericordia, questa è lo specchio del nostro Stato.
Ti aspetto alla Assemblea al Moderno.
Farò personalmente le scuse a De Matteis.
Con amicizia fraterna
Ferdinando
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[Mercoledì 13 febbraio 2013 | 19:31 - © Quarrata/news]
Ma l'architetto MANGONI è quello degli Eelst?
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