martedì 7 maggio 2013

L’APR/BARDELLI ALDILÀ DEL BENE E DEL MALE


di EDOARDO BIANCHINI

L’assemblea dei soci di sabato 4 maggio avrebbe affrontato i temi scottanti della mancanza di fondi e dell’occupazione – Si andrebbe verso il licenziamento di tutto il personale per farlo riassumere dalla Fondazione Maria Assunta o altra similare? E intanto i dipendenti tremano

PISTOIA. Ed ecco che in questa città del silenzio, che niente sa, niente sente, niente dice e che, in tutta la sua trasparenza e legalità, finisce per essere più falsa di Giuda, da un paio di giorni circolano voci preoccupanti sulle difficoltà, marcate e bene evidenti, della creatura bardelliana dell’Apr; quella fatta nascere nell’aprile 2011 (ma negata dal Tribunale di Roma) quando, all’Auditorium della Provincia, Luigi Egidio Bardelli
(giornalista, imprenditore di se stesso, commentatore e direttore responsabile televisivo, Presidente [in acclarato conflitto di interessi] dell’onlus trasformata con un simsalabim da Aias in Apr) e i suoi pasionari fecero un miracolo come quello delle nozze di Cana: trasformarono ciò che non c’era (un insieme di espulsi dall’Aias nazionale) in una nuova onlus che, pur passata al nome di Apr, si è finora fregiata di essere l’Aias cinquantennale di prima, e si è anche appropriata (da quanto è stato scritto nelle cause e nei ricorsi pendenti) della partita Iva dell’Aias verace: e con l’assoluto silenzio dell’Ufficio delle Entrate di Pistoia che, pur chiamato a dare chiarimenti da noi, in perfetta linea con ‘arroganza del potere’ tipica della burocrazia italiana (in odor di stampo sovietico), non ha mai risposto. Ma questa è l’Italia e questa è anche la Repubblica Democratica in cui viviamo – Pistoia inclusa.
Ora sembra che Luigi Egidio Bardelli sia “alla frutta”: fine dei soldi, fine delle possibilità di manovra, fine di tutto. Cambio di rotta, quindi.
Questo manager “antico” che, nonostante sia stato chiamato a decidere sui suoi conflitti d’interesse dall’Ordine dei Giornalisti, non risulta che abbia mai preso alcuna decisione finalizzata a far chiarezza sulle sue poliedriche e collidenti identità, sarebbe lì che boccheggia per mancanza di ossigeno.
Perfino quelli che gli avevano promesso sostegno e supporto (i milioni congelati di Ivano Paci e dei Carrara per la nuova sede di via San Biagio – quella con la chiesa sotterranea in lode e gloria, forse, della biblica vanità delle vanità) sembra che si siano fermati a un passo dalla conclusione, e che restino opportunamente defilati e… in attesa dei giudizi (romani e non solo).
E come avrebbe detto lo stesso Bardelli (vero o no? Ma così ci riferiscono…) nell’assemblea, con cena (?), dei soci di sabato 4 maggio scorso, “c’è ancora da pagare gli avvocati” per quella “mala semina” di cause che, proprio lui, il signore dei conflitti, ignorando – come ricorderemo – l’accordo Vescovo-Fratoni-Berti-Lo Trovato, ha tenuto vive determinando così una vera e propria débâcle della sua attività di riabilitazione, cioè l’Apr.
Che le cose non andassero affatto bene si diceva almeno da qualche mese. Da quando Luigi Egidio avrebbe cominciato a scrivere – come ci avevano riferito – letterine di richiami scritti a dipendenti presi a fumare, come ragazzi delle scuole, nei cessi di via San Biagio.
Perfino il sindacato sarebbe intervenuto: quel sindacato che, al momento, ci riferiscono che è assai in ambascia e pena perché l’ultima, creativa pensata di Luigi Egidio – che pure è stato superappoggiato economicamente dall’Asl 3 con altri 150mila euro per i soggiorni estivi (scaricate da qui), dall’Amministrazione Comunale Bertinelli e perfino dalla Delegazione Aci di Pistoia – sarebbe quella (pensate un po’) di licenziare tutti i dipendenti per poi farli riassumere dalla Fondazione Maria Assunta in cielo di don Diego Pancaldo o da altra consimile.
Giro di bussolotti? Giochino delle tre carte o cos’altro? E come avverrebbe, poi, la riassunzione del personale? Tutto indistintamente o, come i più temono, solo in parte e con un taglio delle unità impiegate? E chi sarebbero i cosiddetti sommersi e salvati? E l’operazione a cosa porterebbe? A un beneficio per chi? E a un danno per chi? Solo per i dipendenti-lavoratori?
Del resto sono mesi che circola la voce che Luigi Egidio abbia detto ai suoi uomini di non andarsene in massa perché… “non aveva fondi a disposizione per pagare i Tfr”. E anche qui siamo dinanzi a un piccolo mistero buffo: perché gli accantonamenti per le liquidazioni non dovrebbero esserci per legge a prescindere da tutto e da tutti? E l’Inps cosa dovrebbe dire? E l’Ispettorato del lavoro? O sono anch’essi sordi in una terra di sordi?
Insomma l’Apr ha avuto 150mila euro dall’Asl 3 per i soggiorni estivi, ma del personale nessuno pare si azzardi a dirsi disponibile ad accompagnare gli assistiti a Marina di Massa: anche perché sarebbe costretto a veri e propri tour de force carichi solo di sacrifici ma non remunerati (già: sembra che non si paghino più gli straordinari e che addirittura le maestre siano costrette a salire sui pulmini al posto di altro personale, mentre le convenzioni con i professionisti esterni di supporto sono stati rasoiati al ribasso…).
Una bell’aria, non c’è che dire, in Apr.
E qualcuno, intanto, stamattina ci scrive: «Stamani messa apr è venuta Paola Bardelli al posto di Luigi, sarà lei la presidente della nuova fondazione?».
Una domanda sorge spontanea: ma in tutto questo casino (di cui ancora non abbiamo narrato un particolare quasi raccapricciante che sarebbe avvenuto sabato alla adunanza dei soci…), chi di dovere non vede e non sente niente?
E se chi di dovere non vede e non sente niente, non è vero, forse, che Pistoia è una città del silenzio e dell’omertà?


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[Martedì 7 maggio 2013 | 11:54 - © Quarrata/news]

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